Con Un altro ferragosto, Paolo Virzì ci racconta come si sono evoluti i protagonisti del suo film Ferie d’agosto.
Come sono invecchiati i protagonisti di Ferie d’agosto, il film di Paolo Virzì del 1996? Come sono cresciuti i figli e come sono invecchiati gli adulti?
Come sono cambiati, si sono evoluti, sono più felici? Cosa hanno capito di se stessi e della vita? Hanno cresciuto figli felici, hanno costruito una nazione migliore? Qualcuno è morto e pace all’anima sua, diversamente rimpianta.
Nel film Un altro ferragosto, gli altri li ritroviamo tutti a Ventotene, isoletta del Tirreno divenuta meta di un turismo di massa indiscriminato, dopo essere stata oasi di felicità dei cosiddetti “radical chic” dagli anni ’60 in poi, che mentre si divertivano, non dimenticavano come l’isola fosse stata luogo di confino per gli oppositori del fascismo.
Ma i turisti d’oggi che ne sanno, che gliene importa? Sono più ignoranti o solo meno ipocriti? Si fronteggiano di nuovo i due gruppi “etnici” del vecchio film, da un lato il “Clan Molino”, gli intellettuali borghesi, alternativo-chic, che ruotano intorno all’elemento più politicizzato, che è Sandro (Silvio Orlando), l’ex giornalista dell’Unità, custode ostinato della nostra Storia.
Il clan dei radical-chic.
Che però è invecchiato male, irrigidito nei suoi dogmi, un nostalgico inconsolabile, un malato da distrarre e consolare tornando nel luogo frequentato in anni felici (ma lo saranno mai stati?).
Dall’altro i burini sempre più arrembanti, che ruotano intorno a Sabrina (Anna Ferraioli Ravel), l’ex adolescente bruttina e infelice del “clan Mazzalupi”, divenuta un’influencer di successo nazional-popolare.
Esaltati dal clima politico che immalinconisce gli altri, arroganti nella loro fama da social, rivendicano un modello di vita sfacciato come portatore di felicità assoluta (ma lo sarà veramente?).
I nuovi (e vecchi) barbari.
Ci sono tutti i personaggi (e gli attori) di Ferie d’agosto e quindi è indispensabile la visione del film precedente, perché altrimenti non si potrà apprezzerà la storia nei suoi risvolti più intimi, anche se Virzì ogni tanto mostra in brevissimi flashback pochi fotogrammi delle precedenti interazioni fra alcuni dei personaggi principali.
Ma ci sono anche alcune new entry, nel bestiario umano. Abbiamo un eccelso Christian De Sica, ingegnere bon vivant, un disgraziato sull’orlo della rovina, al seguito della scontenta vedova Sabrina Ferilli. Un palestratissimo Vinicio Marchioni (visto di recente in Mia e Grazie ragazzi) è il fidanzato fascio e super trash della sempre vulnerabile Sabrina.
Andrea Carpenzano è il figlio di Orlando di cui Laura Morante (presente anche nel cast della serie tv francese Alphonse) si ritrovava incinta alla fine di quelle lontane vacanze d’agosto, un giovane uomo che per scelte di lavoro e di vita privata è lontanissimo dal padre.
Un riconoscimento fra padre e figlio negato fino all’ultimo.
Emanuela Fanelli, con la tagliente durezza che la contraddistingue, è l’ex moglie di Marchioni, amareggiata, incattivita, cui il film regala un memorabile monologo riassuntivo. Tutti si disperdono, si trovano e si riperdono, qualcuno per sempre.
Il mix fra la conoscenza dei personaggi e l’intreccio fra le vecchie storie e quelle nuove funziona assai bene, nella ritmica messa in scena di situazioni in cui le brutte figure o anche solo gli atteggiamenti discutibili, risibili, si sprecano.
Nel film originale nessuno era soddisfatto di sé, per tutti l’erba del vicino era più verde, mentre tutti erano pateticamente impegnati a mostrare soddisfazione, successo, superiorità.
Le nozze social dei cafoni.
Ma la cattiveria nel tratteggiare i personaggi era venata di palese pietas e Ferie d’agosto, pur non brillando per originalità nel contrasto fra i due diversi gruppi, in cui la scrittura faceva convergere vizi e virtù mescolati e condivisi, aveva meritato un David anche grazie a un cast di eccellenze che qui ritornano, per il piacere dello spettatore.
Nella sceneggiatura del film, distribuito da 01 Distribution, scritta da Paolo Virzì, nuovamente con Francesco Bruni e anche con il fratello Carlo, c’è forse un po’ di sadica esagerazione nel creare tanti casi-limite nei due gruppi, ma è chiaro che è funzionale all’andare a colpire più categorie possibili, su entrambi i fronti.
Al di là di qualche caratterizzazione più convenzionale e di qualche passaggio di grana più grossa, è indubbia la capacità di Virzì di mettere in scena dei “casi umani” rappresentativi dell’Italia di ieri e di oggi e accusarlo di poca originalità sarebbe ingiusto, semplicemente perché quel bestiario è rimasto lo stesso, anzi si è incancrenito.
Eppure, come in Ferie d’agosto, la satira, anche solo lo sbeffeggio dei vizi (tanti) e elle virtù (poche) dei personaggi, sono ammorbiditi da una palese malinconia di fondo, nella triste constatazione dell’infelicità di tutti che si è protratta negli anni, nel senso di vite che non sono riuscite a sottrarsi a binari predestinati.
Di questo hanno sofferto per tutta la vita, incapaci di liberarsi dai cliché, ricadendo tutti nei più vieti luoghi comuni, a destra come a sinistra, senza la forza di alzarsi in piedi e andare per la propria strada, liberandosi da nocivi legami famigliari, sociali. Andando avanti, invece che indietro. Perché chissà, forse anche il tenero e attento nipotino di Orlando, da lui amorosamente indottrinato su un passato glorioso ma ormai troppo lontano, un giorno si pentirà di quell’imprinting.
Un altro ferragosto è una nuova, riuscita puntata della commedia all’italiana, di quella commedia perenne che è la società italiana, dove tutto sembra cambiare perché in realtà nulla cambi. Se non in peggio.
Scheda tecnica:
Regia: Paolo Virzì
Cast: Silvio Orlando, Sabrina Ferilli, Vinicio Marchioni, Christian De Sica, Laura Morante, Gigio Alberti, Rocco Papaleo, Paola Tiziana Cruciani, Andrea Carpenzano, Agnese Claisse, Silvio Vannucci, Emanuela Fanelli,
Distribuzione: 01 Distribution
Genere: commedia