La moglie del Presidente – Recensione

La moglie del Presidente è un divertente “falso biopic” dedicato alla moglie del mai rimpianto ex Presidente francese Jacques Chirac.

Si usa dire che dietro ogni grande uomo c’è una grande donna e di casi da citare ce ne sarebbero parecchi. Tutto sta a intendersi su cosa si intenda con “grande”.

Che tipo di donna è, che moglie è stata Bernadette Chodron de Courcel, di nobile origine, sposata Chirac, l’uomo che è stato il 22esimo Presidente della Francia dal 1995 al 2007 per due mandati?

Lui come presidente (raggruppamento di centro-destra) non ha lasciato un ricordo indelebile (macchiato verso la fine anche dai soliti scandali finanziari). Pure lei nella storia vera non ha lasciato particolare segno, se non per essere stata anche lei una donna in carriera politica, consigliere regionale del dipartimento Corrèze e vicesindaco del comune di Sarran.

Si è impegnata anche nel sociale con quella che è stata la sua campagna di successo, detta “Pierces Jaunes”, che consisteva nella raccolta di spiccioli da devolvere agli ospedali pediatrici.

Catherine Deneuve Michel Vuillermoz

La coppia di potere.

Con il film La moglie del Presidente siamo in una commedia francese dai toni di educata pochade, Bernadette è interpretata dalla diva Catherine Deneuve, e fin dal prologo siamo avvisati, con la cantatina di un simpatico coro, che la storia è vera ma con molti elementi che non lo sono.

Quindi non ci aspettiamo un film di denuncia sulla situazione delle donne nel misogino ambiente dell’alta politica o la rivelazione di chissà quali scandali nascosti. Avremo la storia di una donna ambiziosa, che voleva conquistare il suo spazio al fianco del marito, dopo averlo supportato per tutta la sua carriera, che diventa Presidente e immediatamente si trova blindato dal suo staff.

Nel quale come braccio destro si trova la poco simpatica figlia Claude, mentre l’altra, Laurence, si gestisce i suoi problemi alimentari ben lontana dai riflettori (a conferma che anche prima della conquista del potere l’ambiente famigliare non doveva essere idilliaco).

Catherine Deneuve

Una Signora tradizionale, veletta, foulard, spilletta.

Bernadette lamenta l’assenza del marito, che però la tartassa in continuazione come un qualunque banale consorte che non trova neanche i calzini da solo. Inoltre la grava di incarichi di rappresentanza noiosi, tenendola fuori però dal “cerchio magico” dove almeno succede qualcosa di interessante, anche magari divertente.

A questo punto, pur rispettosa del suo ruolo, non le resta che una forma di ribellione subdola e sottotraccia, finché non viene severamente richiamata all’ordine, perché sta conseguendo troppa visibilità rispetto all’opaco consorte. Del resto dal giro del potere nessuno vuole uscire e per restare tutti sono disposti a mandare giù sostanziosi rospi.

Ben scelta l’immagine della locandina del film, la protagonista che sta uscendo dalla tappezzeria cui è stata relegata. Esilarante la comparsata di Hillary (costruita in montaggio), un’altra che ne avrà da raccontare.

Catherine Deneuve

Bernadette quando prova a fare la donna politica sul territorio.

Deneuve fa del suo personaggio una signora borghese bon chic bon genre, costretta a inventarsi situazioni che la possano far brillare agli occhi della sua circoscrizione ma anche e soprattutto nelle stanze dell’Eliseo.

Bernadette vuole finire sulle pagine dei giornali, stanca di essere disprezzata dagli antipatici e villani ministri del marito, che di suo in effetti di soddisfazioni proprio non ne concede, un pantofolaio fedifrago, che appena può la lascia a casa come una donnetta qualsiasi.

Deneuve si cala nei panni della signora di buona famiglia, con i suoi tallieur di classe ma démodé, foulard di Hermés e filo di perle, ricordando un suo altro personaggio, anche quello era una moglie che si prendeva la sua rivincita, protagonista del film Potiche di François Ozon.

Catherine Deneuve

La première dame sul posto di lavoro.

Michel Vuillermoz è Chirac, un antipatico marito con qualche amante imprecisata lasciata sullo sfondo, che dovrà fare i conti con una moglie disprezzata dal suo entourage ma che si rivelerà capace di intuizioni più lungimiranti.

Denis Podalydès è il suo addetto stampa, impreparato al compito perché troppo tradizionalista, che si farà conquistare dalla personalità della donna, stringendo con lei un rapporto di complicità.

Per il suo divertente “falso biopic”, la regista Léa Domenach ha tratto ispirazione da un documentario, Bernadette Chirac, mémoire d’une femme libre, diretto da Anne Barrère, in cui l’allora ottantenne Bernadette dimostrava molto più vivacità di quando era la première dame e raccontava di una vita più appassionante del previsto.

Per questo il tono da farsa non è mai troppo accentuato e l’unico oggetto di una presa in giro più sarcastica è l’infido Sarkozy (interpretato da Laurent Stocker). La moglie del Presidente, distribuito da Europictures, si appoggia su personaggi realmente esistiti per raccontare quanto si difficile per una donna emergere in un mondo di uomini, conquistare il suo posto al sole che non sia quello della semplice figurina, per essere Michelle Obama e non Melania Trump.

Nel caso della Signora Chirac non c’era poi molta sostanza e il personaggio aveva le sue debolezze mondane, ma si trattava di difetti largamente condivisi da tutti gli inquilini dell’Eliseo, palazzo di potere che come tanti di altre nazioni vengono espugnati dai vincitori delle elezioni, più alacri nel lavorare per se stessi che per i cittadini che li hanno portati là. E in questo uomini e donne sono uguali.

Scheda tecnica:

Regia: Léa Domenach

Cast: Catherine Deneuve, Denis Podalydès, Sara Giraudeau, Michel Vuillermoz, Maud Wyler, Laurent Stocker

Distribuzione: Europictures

Genere: commedia

Pubblicato da Giuliana Molteni

Vado al cinema dalla metà degli anni ’50 e non ho mai smesso. Poi sono arrivate le serie tv.