Priscilla – Recensione

Il nuovo film di Sofia Coppola, ci racconta la storia di Priscilla e del suo Elvis dal punto di vista femminile.

È difficile essere la moglie di un uomo popolare, ricco, potente, di un Re. Non è mai stato facile e non lo era specialmente nei secoli passati.

Ma senza risalire troppo indietro nel tempo, anche solo qualche decennio fa, con la condizione femminile ferma a una situazione pre-sessantotto, il ruolo di una moglie perfetta era indiscutibile: apparire e servire, procreare e accudire.

Anche e soprattutto se moglie di uno popolare, ricco, potente, di un Re insomma. Figurarsi se si trattava di uno come Elvis Presley. Che nel 1959 già famosissimo e adorato dalle masse, incontra la giovanissima Priscilla in Germania, lui, che a 24 anni sta “recitando” il suo periodo di ferma militare, lei, 14 anni, figlia di un ufficiale di carriera.

Si innamora, e, dopo complesse trattative con i genitori, nel 1964 se la porta nel suo regno, dove la tapina si trova isolata nel gorgo dei suoi ambigui cortigiani, alcuni veri amici, molti parassiti interessati (la chiacchierata Memphis Mafia).

Cailee Spaeny, Jacob Elordi

il Divo e la ragazzina, impossibile sottrarsi.

Lei, giovanissima e impreparata oltre che innamoratissima, cerca in ogni modo di adeguarsi a una vita sopra le righe, in cui però è spesso da sola e reclusa nella famosa villa di Graceland.

La ragazza è un accessorio amato ma trascurato di un uomo con tante ombre, tutto Vangelo e pillole, chiusa in una specie di gabbia dorata ad aspettare i suoi ritorni, a giocare la vita da perenne adolescente con lui e la sua corte.

Costretta anche a fare finta di non credere alle sue relazioni sentimentali strillate dai tabloid, sopportando le sue sfuriate dovute ai dubbi sulla direzione in cui muovere la sua carriera (musica o cinema).

Cailee Spaeny, Jacob Elordi

Un’attrazione sessuale comprensibile.

Sposata nel 1967, ci metterà cinque anni, durante i quali diventerà madre di Lisa Marie, per trovare il coraggio di staccarsi da un rapporto avvelenato e cercare una sua dimensione. Mentre Elvis precipita nel cupo gorgo di Las Vegas, Priscilla si riprende la vita, le avventure, nel sole di Los Angeles, dopo una vita sempre in ombra, restando vedova nel 1977.

Come abbiamo visto anche in Elvis di Baz Luhrmann, dove era interpretata da Olivia DeJonge, Priscilla è sempre stata raffigurata con il rispetto che si deve a un personaggio discreto e riservato, che non ha mai lavato i suoi panni sporchi in pubblico.

Eppure di stranezze ne avrebbe avute, da raccontare, le crisi di incertezza di lui, il suo attaccamento alla madre, le bizzarrie sessuali per cui fino alle nozze non vorrà consumare fino in fondo il rapporto, gli eccessi di ogni genere.

Cailee Spaeny, Jacob Elordi

Un uomo e la sua bambolina.

Quest’aggiornata lettura è scritta e diretta da Sofia Coppola (dopo On the Rocks passato direttamente su Apple TV +, e L’inganno, remake del film La notte brava del soldato Jonathan con Clint Eastwood), a partire dal libro Elvis and Me scritto dalla stessa Priscilla insieme a Sandra Harmon nel 1985.

Quindi il ritratto non poteva essere molto diverso, forse in effetti è l’unico ritratto possibile. Molto ben scelta la protagonista, a parte per la somiglianza, Cailee Spaeny riesce a trasmettere quel senso di costante estraneità e riserbo, che vinceva solo quando era fra le braccia dell’uomo che le aveva davvero rubato il suo cuore di ragazzina.

La sovrasta, fisicamente e non solo per la sua personalità manipolatoria, un ottimo Jacob Elordi (visto da poco in Saltburn), che ci dà una sua versione del Re, diversa da quella di Austin Butler, eppure in molti aspetti così simile da farci pensare che il vero Elvis sia stato davvero così, come emerge da questo film, ma anche da quello di Luhrmann.

Cailee Spaeny, Jacob Elordi

Priscilla, l’accessorio preferito di Elvis.

Era un uomo stravolto e in delirio di onnipotenza, devastato da droghe e vita dissoluta, ma anche dalle sue incertezze, soggetto a pressioni pesantissime, a tratti aggressivo ma in fondo a modo suo sempre legato alla sua ragazza.

Musiche dei Phoenix e non poteva essere diversamente visto che Thomas Pablo Croquet, voce del gruppo, è marito della regista. Nessuna canzone di Elvis, per il rifiuto dei detentori dei diritti, ma tante canzoni d’epoca. Echeggia solo malinconicamente Love Me Tender.

Priscilla è il racconto di una storia che è stata felice e su quel ricordo viene tenuta in vita anche quando la quotidianità mostra giorno dopo giorno ben altro aspetto (situazione che tante normali “casalinghe disperate” hanno sperimentato).

Cailee Spaeny, Jacob Elordi

La bella vita, il bel marito, bastano?

Coppola racconta smorzando ogni picco emotivo, nello sguardo attento ma sempre intimidito di una ragazza troppo giovane per gestire il carico del personaggio, dell’ambiente, della situazione, con la sua lenta presa di coscienza, sempre però tenuta sotto controllo.

Perché Priscilla era passata dall’essere la figlia rispettosa di una famiglia tradizionale all’essere compagna ancor più rispettosa di un uomo che era un personaggio pubblico di fama spropositata.

Sofia Coppola realizza un film senza lustrini e chitarre, senza palchi e spettacoli, come è stata la vita in ombra di una ragazza poi giovane donna che aveva dovuto imparare anche ad addobbarsi secondo l’immaginario di allora, come una bambola (tu mi fai girar…), come le imponeva lui, nel suo senso di possesso, di affermazione della sua autorità.

Priscilla è la storia dell’innamoramento di una ragazzina per il proprio idolo, con la lusinga, l’attrazione fisica, la devozione e la soggezione, un groviglio di sentimenti che da cotta adolescenziale dovrebbe crescere e svilupparsi e invece si ferma. Per fortuna non si è fermata Priscilla, che è riuscita a raggiungere una sua autonomia, senza sperperare il patrimonio che Elvis le ha lasciato.

Dimostrando così che aveva bene lavorato la sua giustamente severa famiglia, che nei 14 anni in cui l’ha avuta a disposizione è stata capace di dare alla figlia dei principi, un nucleo cui aggrapparsi che probabilmente le ha impedito di perdersi alla corte allucinante di Elvis. Nel finale risuonano le note della versione originale di I Will Always Love You, cantata da Dolly Parton, e non dubitiamo che dolorosamente sia stato così.

Scheda tecnica:

Regia: Sofia Coppola

Cast: Cailee Spaeny, Jacob Elordi, Dagmara Domińczyk, Ari Cohen, Tim Post

Distribuzione: Vision Distribution

Genere: drammatico, biografico

Pubblicato da Giuliana Molteni

Vado al cinema dalla metà degli anni ’50 e non ho mai smesso. Poi sono arrivate le serie tv.