Ritorna in modo sorprendentemente spassoso uno dei personaggi meno amati del film Suicide Squad.
Non si può negare che James Gunn abbia uno stile riconoscibile come un marchio di fabbrica, subito avvertibile, dopo film come Slither, i due Guardiani della Galassia e soprattutto dopo l’ultimo The Suicide Squad, a sorpresa finalmente un buon successo per il team Dc/Warner.
Scritta e in parte diretta da lui, esce giustamente (battiamo il ferro finché è caldo) la serie dedicata al personaggio di Peacemaker, lo stolido vero amerikkano, che si auto-definisce “difensore della pace”, pronto a terminare chiunque (anche donne e bambini) gli venga indicato come nemico della medesima dai suoi capi. Che però sembrano tutti degli spietati assassini in nome di un “bene superiore” cui uniformarsi ciecamente, deciso a loro insondabile giudizio. Visto che viene facile etichettarlo oggi come vero “trumpista”, tanto per la cronaca, il personaggio risale al 1966, nato dalla fantasia di Joe Gill e Pat Boyette.
Ma dubbi nel testone di Christopher Smith, aka Peacemaker non ce ne stanno, perché il personaggio non è sveglissimo ed è il soggetto ideale per essere il perfetto esecutore di ordini assai cinici e può diventare un’arma pericolosissima se puntata impropriamente. Guai però se la sua cieca certezza viene offuscata da qualche pensiero, fra un’esecuzione e l’altra. Potrebbe essere l’elemento che inceppa una lieta macchina da guerra.
Dopo quello che aveva combinato nel finale di Suicide Squad, eliminando un personaggio molto più amabile di lui, non avremmo mai creduto di poterlo guardare con simpatia. E questo è il primo “miracolo” della serie tv, che è stata dedicata a questo personaggio, spin off davvero inaspettato, che fa benissimo il suo lavoro, come si può vedere già dagli esilaranti titoli di testa, che lasciano subito presagire un allegramente sopra le righe. Non siamo dalle parti di casa Marvel, perché la serie è allegramente assai “politically incorrect”, assai volgare nel linguaggio e in alcune situazioni di sesso e molto splatter, ma estremamente spassosa.
Dopo le indagini relative alla conclusione della precedente avventura e grazie all’aiutino dei soliti servizi segretissimi, Chris esce di galera da granitico difensore di una Patria, il cui concetto gli è sempre sfuggito. Del resto questo è il ruolo che la vita gli ha cucito addosso fin da piccolissimo, come ci verrà svelato poco alla volta, cui non ha proprio mai avuto modo di sottrarsi. E quando fai cose brutte che ti fanno star male, non resta che convincersi che siano quelle giuste. Chris è stato cresciuto da Auggie, un padre mostruoso, un bieco suprematista ariano (divertentissima interpretazione di un incrollabilmente malvagio Robert Patrick), razzista, misogino ma a sorpresa vero genio dell’elettronica.
Da lui sempre disprezzato e umiliato, anche se per tutta la vita ha cercato di compiacerlo, Chris come unica consolazione ha il suo animaletto domestico, che è però una splendida aquila dalla testa bianca. Ma non pensiamo che questo tono da libro Cuore vada a togliere divertimento a una storia sopra le righe, in cui Peacemaker deve vedersela con una temibile specie di insettoni alieni che viene incaricato di sterminare. Ad affiancarlo si mette insieme una squadra di improbabili eroi, un paio dei quali avevamo già conosciuto in Suicide Squad, come dipendenti ribelli di un’altra incrollabilmente malvagia, Amanda Waller, affidata alla sempre temibile Viola Davis.
Ci sono anche due elementi nuovi che nascondono imbarazzanti segreti. In più, al gruppetto si aggiunge Adrian, un altro spassoso personaggio, un ragazzino non molto fisicato e con gli occhiali che in realtà, con il nome di Vigilante, è un combattente eccezionale e del tutto privo di senso morale, al punto da scandalizzare perfino Peacemaker, che è il suo modello di riferimento. Mentre una volta di più è chiaro che i Capi non la raccontano giusta ai propri agenti, la caccia agli alieni passerà attraverso varie fasi demenziali, mentre il dialogo con uno dei colleghi porta Peacemaker a mettere in moto anche il cervello invece dei soliti bicipiti, al punto da maturare una vera e propria crisi di coscienza. Questo però non gli impedisce di effettuare con professionale disinvoltura un sacco di brutali uccisioni. Perché quando si deve, si deve (per il divertimento dello spettatore, lui è uno che prima spara e poi parla).
John Cena esce miracolato da questa serie tv, per la prima volta la sua lunga faccia mascelluta riesce ad essere espressiva e suscitare perfino simpatia, mentre si dibatte fra dilemmi ed emozioni che aveva rimosso per pura necessità di sopravvivenza, senza però mai smettere di fare battute fuori luogo, di cercare di portarsi a letto ogni soggetto femminile che incontra, di ascoltare a volume altissimo heavy metal nord-europeo e naturalmente a disintegrare qualunque ostacolo si frapponga fra lui e la conclusione della sua Missione. E mettiamo la maiuscola perché per lui si tratta davvero di qualcosa di sacro.
Nel resto del cast abbiamo qualche faccia vista in Suicide Squad (i personaggi del mago dei computer sovrappeso Economos e di Emilia Harcourt, l’agente bionda ma non dumb, da non sottovalutare mai). New entry per Danielle Brooks (Orange is the New Black) e per l’emotivamente imbranato ma letale Vigilante è interpretato dal simpatico Freddie Stroma, che più di 10 anni fa era in due Harry Potter e poi ha proseguito con varie serie tv. L’aquila Eagly (mirabilmente ricreata in CG) è “doppiata” da Dee Bradley Baker, che già faceva il topo Sebastian in The Suicide Squad, amico fedele di Ratcathcer 2.
Si ride fanciullescamente, mentre Gunn mischia allegramente riferimenti alla sua saga ma anche a molti altri film (a noi è venuta in mente anche la serie BrainDead, tanto divertente e satirica, forse troppo, tanto che è stata cancellata dopo una sola stagione). Ha lavorato bene DC Comics insieme a Warner, anche con altre serie come Arrow, The Flash, Legends of Tomorrow, Batwoman, Stargirl, Titans, da cui è stato tratto l’ottimo spin off Doom Patrol. Eppure a questi prodotti ha arriso un successo inferiore a similari prodotti Marvel, anche quando godibili ma non eccelsi (e sempre assai più edulcorati), specie se guardiamo agli spin-off più recenti.
Forse però a contare è stato il tono sempre più scorretto, la maggiore durezza di certe situazioni, lo splatter esibito, il rifiuto insomma di uniformarsi verso un target più “innocente”, nella volontà di restare un prodotto indirizzato a un pubblico di adulti o per lo meno di adolescenti cresciuti. Ma la polemica è annosa, vede fan irriducibili schierati su entrambi i fronti e non è il caso di cominciare una guerra di religione oggi, mentre semplicemente consigliamo la visione di una serie “ignorante” ma davvero divertente. Si trova in streaming su TimVision.
Scheda tecnica
Regia: James Gunn
Cast: John Cena, Jennifer Holland, Danielle Brooks, Freddie Stroma, Robert Patrick
Distribuzione: Waner/DC
genere: azione