Hunger Games: La ballata dell’usignolo e del serpente – Recensione

Hunger Games: La ballata dell’usignolo e del serpente, prequel della famosa serie di film, ha come protagonista lo spietato despota Snow.

Cattivi si nasce o si diventa? Si usa dire che anche il più efferato serial killer sia stato un tenero piccino, che forse pure Hitler era stato povero un bimbetto bullizzato. Qual è quindi il motore che provoca la deviazione e quanto contano l’influsso della famiglia, dell’ambiente?

A questi interrogativi vuole rispondere la recente mandata di film che ci vogliono spiegare come siano diventati tali i tanti cattivi famosi che abbiamo conosciuto, solo nella finzione, per nostra fortuna. Abbiamo così saputo delle crudeli ferite inflitte dalla vita a Maleficent, a Crudelia, ma anche a personaggi di maggiore spessore, come il Joker.

Adesso con Hunger Games: La ballata dell’usignolo e del serpente, prequel della famosa serie di film tratti dai libri Young Adult scritti da Susanne Collins, sapremo da dove arriva la spietata perfidia di Coriolanus Snow, che nei film originali era interpretato da Donald Sutherland.

Sessantaquattro anni prima di Katniss, in un mondo già devastato, Coriolanus appartiene a una famiglia dell’establishment, ma caduta in disgrazia e in grave crisi finanziaria e di conseguenza con prestigio sociale in picchiata. Fa però pur sempre parte delle famiglie storiche di Capitol City e pertanto viene scelto come mentore di uno dei partecipanti agli Hunger Games, “manifestazione” già allora in vigore, il reality estremo in cui l’eliminazione significa morte.

Tom Blyth, Rachel Zegler

Tom Blyth e Rachel Zegler, due che non saranno Giulietta e Romeo.

Come ben sappiamo, ogni anno i 12 distretti in cui è stata suddivisa la nazione sono costretti a pagare un crudele pegno: vengono sorteggiati 24 giovani dai 12 ai 18 anni, che dovranno affrontarsi in un gioco senza esclusione di colpi.

La ragazza che gli viene assegnata è Lucy Gray Baird, del Distretto 12 naturalmente, bella e sprezzante, dotata di sorprendenti doti vocali, che le fanno conquistare il favore del pubblico. Lui dovrà sostenerla, consigliarla e darle tutto l’aiuto possibile, senza però interferire troppo, per farne la vincitrice, sfruttando la sua astuzia comunicativa e traendone il suo vantaggio: un titolo, una carica finalmente gratificante.

I giochi sono ancora un abbozzo di quello che abbiamo visto nei film con Jennifer Lawrence, i prescelti vengono semplicemente buttati in un’arena e là si va all’eliminazione più brutale, stile gladiatori al Colosseo.

Tom Blyth, Rachel Zegler

Coriolanus e l’Usignolo all’ingresso dell’arena.

Ma qualcosa scatta fra Coryo e Lucy Gray e questo darà luogo a un’evoluzione che coglierà il ragazzo di sorpresa, gettandolo in una crisi inaspettata. Che sia solo per amore o perché guardando da vicino si accorge dell’orrore che si è venuto a creare grazie al suo gruppo dirigente, poco importa, almeno all’apparenza.

Ma Coryo sarà in grado di affrontare un simile cambio di casacca? Il film, distribuito da Notorious Pictures, dura 165minuti ed è diviso in tre capitoli, quasi tre episodi di una serie tv, che portano a una conclusione che si riallaccia con quanto sapevamo.

Perché noi siamo ben consci di come si è evoluto il personaggio, alla fine di tutto. Anche se questo elemento toglie un po’ di interesse verso il protagonista (sappiamo appunto cosa aspettarci), questo prequel si guadagna l’interesse dello spettatore, non necessariamente solo adolescente.

Peter Dinklage

Peter Dinklage, in un altro dei suoi personaggi sofferti.

Valida anche la messa in scena, con un’ambientazione ben resa da un punto di vista visivo vintage, in un futuro che sa di passato un po’ cyberpunk. E l’appassionato gioirà ritrovando l’albero degli impiccati, la ghiandaia imitatrice e apprenderà l’origine del nome Katniss.

Il percorso del giovane Snow è credibile, grazie anche alla scelta del suo interprete, che è l’attore Tom Blyth, da tenere d’occhio, visto nella serie tv The Gilded Age, ma al suo primo film importante. La sua affezionata cugina è la delicata Hunter Schafer, star di Euphoria, mentre Fionnula Flanagan è la Signora Nonna, implacabilmente classista.

Il ruolo “dell’usignolo” è affidato a Rachel Zegler, che era Maria nel West Side Story di Spielberg e vedremo protagonista del nuovo, discusso Biancaneve. Jason Schwartzman è il caricaturale presentatore di Stato, ruolo che era stato ricoperto da Stanley Tucci. Peter Dinklage, visto di recente in Transformers – Il risveglio, interpreta l’infelice inventore dei giochi, uno che per rispondere agli affronti subiti è diventato peggiore dei suoi carnefici.

Viola Davis

Viola Davis, la “mad scientist”.

Un’istrionica Viola Davis è la malvagia dottoressa un po’ strega, che nel suo laboratorio conduce inquietanti esperimenti. Alla regia troviamo di nuovo Francis Lawrence, uno che conosce bene la materia, avendo già diretto tre dei quattro capitoli della saga.

La serie dei film Hunger Games è stata una metafora estrema della crudeltà di un universo di adulti che manipola le masse, mentre usa cinicamente la carne giovane, ricordando inevitabilmente molti prodotti del passato, il mitico Rollerball del 1975, il più muscolare Death Race o L’implacabile.

Soprattutto però Hunger Games ricorda il giapponese Battle Royale, cui sono debitori anche i più recenti Ender’s Game, Maze Runner, The Giver, o la serie tv The 100. Ma di giochi mortali a eliminazione sono piene la letteratura e la cinematografia di fantascienza.

Tom Blyth, Rachel Zegler

A un passo da una libertà diversamente concepita.

La storia ci insegna che dai tempi degli antichi romani per arrivare fino ai giorni nostri, sono le oligarchie geriatriche a dominare il mondo, a mandare i giovani a combattere le loro guerre, a sfruttarli con l’illusione del successo, della conquista del potere che intanto i padri-fondatori si tengono ben stretto.

Sfruttandoli come carne da macello buona per tutte le occasioni, con la vaga promessa che chissà forse “un giorno tutto questo sarà tuo”, li costringe intanto a piegarsi alle loro norme degeneri, sotto l’occhio di un’opinione pubblica colpevole, perché finché penseremo di essere solo spettatori saremo complici.

Nei film precedenti il discorso dello sfruttamento riguardava i poveracci dei distretti esterni. Qui a essere in crisi sono anche elementi della classe al potere, ma il risultato non cambia, se non ci si adegua, si muore e si muore male.

Si può andare contro le regole che noi stessi abbiamo creato? Coryo si troverà diviso fra forti legami famigliari e un amore irrazionale nei confronti di una “diversa” da lui, schiacciato dal richiamo del suo ambiente, anche se proprio da quello è stato degradato, dalle sue origini che lo hanno formato e cui ubbidirà, seguendo una disposizione d’animo forse innata.

Diventerà così quella sadica e degenere figura paterna, che gode nel “castigare” chi non si pieghi ai suoi dettami, forse per far provare ad altri lo sforzo doloroso, i patimenti e le rinunce cui si è sottoposto per rientrare là dove sentiva di appartenere. E come sempre, sarà stato il Sistema a vincere.

Scheda tecnica:

Regia: Francis Lawrence

Cast: Tom Blyth, Rachel Zegler, Peter Dinklage, Viola Davis, Hunter Schafer, Jason Schwartzman

Distribuzione: Notorious Pictures

Genere: azione, avventura, drammatico

Pubblicato da Giuliana Molteni

Vado al cinema dalla metà degli anni ’50 e non ho mai smesso. Poi sono arrivate le serie tv.