Wicked Parte 1 – Recensione

Wicked Parte 1 è la travolgente trasposizione cinematografica del noto musical, a sua volta ispirato al famoso film Il mago di Oz.

Siamo nel Regno di Oz, dove si festeggia la morte della Malvagia Strega dell’Ovest. Nella città di Smeraldo Glinda, è l’eroina che tutti osannano, bianca, bionda, una viziata figlia di papà, una perfettina pretty in pink un po’ leziosa.

Un tempo però lei e la Strega, che si chiamava Elpheba, del tutto diversa da lei, dalla pelle verdissima, austera nell’abbigliamento e nessuna frivolezza nella vita, erano state amiche e Wicked ci racconta la loro storia.

Si erano conosciute alcuni anni prima, entrambe finite per diversi motivi nella prestigiosa Università di Shiz, per studiare stregoneria sotto la guida della severa Madame Morrible. Là vari fattori le avevano fatte avvicinare, smussando le rispettive asperità, portandole alla fine a lottare fianco a fianco contro un nemico comune.

Alla fine però, rivalità sia in campo sentimentale che professionale, porteranno a un drammatico distacco, per eroismo da parte di Elpheba, per viltà da parte di Glinda. Come tutto sia degenerato fino alla morte di quella divenuta “la strega cattiva”, è soggetto del prossimo film.

Ariana Grande

L’eroina apparente, l’ondivaga Galinda detta Glinda.

In questo primo capitolo la confezione è splendida, i tre interpreti sorprendenti, sia le due ragazze che l’oggetto maschile conteso (il bel Jonathan Bailey di Bridgerton), con un cast di contorno ben scelto, scenografie fiabesche e animali parlanti resi in una CG all’altezza del prodotto, originali anche le coreografie.

Dirige Jon M. Chu, eclettico personaggio passato per commedie e action, con un buon senso del ritmo e dello spettacolo. Segnaliamo che nel film compaiono anche due delle storiche interpreti dello spettacolo teatrale, Idina Menzel e Kristin Chenoweth, molto amate, applausi a “schermo aperto”.

Come dicevamo, Wicked è la prima parte di due e per sapere come andrà a finire bisognerà aspettare un altro anno. Ciò nonostante la conclusione è capace di creare un’aspettativa, anche in una platea di non appassionati. Perché nel corso del film, che è un musical/fantasy con spruzzare di comedy, sale il coinvolgimento emotivo e il finale scorre sulle note della canzone di maggior spessore (parliamo sempre da profani), Defying Gravity.

Cynthia Erivo

Cynthia Erivo, una grande prestazione.

Il film, molto atteso da uno zoccolo duro di fan, è la versione lussuosissima di un musical assai amato, specie in questi anni in cui il discorso della “diversità” ha preso tanta importanza, anche senza gli eccessi di certa cultura woke.

Ma oggi Wicked è perfetto per i tempi che viviamo. Non se ne abbiano gli appassionati del libro Streghe – Cronache del Regno di Oz in rivolta, di Gregory Maguire, che risale al 1995, ispirato al celeberrimo Il meraviglioso mago di Oz di L. Frank Baum, scritto nel 1900, e del seguente musical di Stephen Schwartz e Winnie Holman del 2003 (nel film alla colonna sonora originale ha aggiunto alcune tracce John Powell).

Ma la trama è un astuto mix di tematiche sensibili, agganciate a una storia nota come quella del Mago di Oz, diventata un fenomeno mondiale grazie al film del 1939 con l’allora amata Judy Garland. Il tutto senza esagerare con letture riguardanti streghe e patriarcato e ribellione al potere costituito, ma anche senza eccessi di retorica disneyana.

Michelle Yeoh  Jeff Goldblum,

I due infidi adulti, il Mago e la sua longa manu.

Poco importa però, il pubblico più giovane non ricorderà tante storie simili del passato. Non noterà quanto sia derivativa tutta la trama e si divertiranno, perché la parte di commedia è spassosa, e commuoveranno, perché di temi sensibili ce ne sono un sacco.

Emarginazione, bullismo, incertezze sulla propria identità, tradimenti degli amici, contrasti con il mondo degli adulti, pene d’amore perduto e ogni altra turba adolescenziale/esistenziale trovano il loro spazio nella sceneggiatura e ciascuno potrà trovare il momento in cui riconoscersi (ma anche no, va bene lo stesso).

Quanto ai precedenti, verdi erano già i capelli del protagonista del film Il ragazzo dai capelli verdi di Joseph Losey nel lontano 1948, mentre già nel film del ’39 il Mago parlava dietro una gigantesca maschera, che potrebbe essere stato fonte di ispirazione per John Boorman e l’enorme maschera volante in Zardoz, film del 1974.

Cynthia Erivo Ariana Grande

Quando tutto sembrava andare bene…

E come non vedere un po’ di Harry Potter e di Hogwarts nell’Università di Shiz. Quando gli animali parlanti vengono brutalmente allontanati dalle aule, c’è un chiaro richiamo ai rastrellamenti fascisti e nazisti.

Ma soprattutto, lo diciamo senza nessun intento dissacratorio, in questa prima parte, almeno fino quasi alla conclusione, la meccanica è quella di tante commedie da high school, in cui la cheerleader sciocchina ma popolare, fidanzata con il quarterback bello ma tonto, guata con diffidenza la nerd/dark, molto più in gamba, che nasconde la sua bellezza dietro un paio di occhiali e se ne sta isolata, sbeffeggiata dal resto della comunità.

La curiosità più grande è vedere la risposta del famoso “botteghino”, ma quella definitiva, non i pochi dati sempre entusiastici a ridosso dell’uscita. Il pubblico italiano storicamente non è molto interessato ai musical, che inoltre pongono alle case di produzione dei dilemmi drammatici, quanto al doppiaggio.

Peter Dinklage

La saggia capra parlante, doppiata in originale da Peter Dinklage.

Lasciare tutto in originale con i sottotitoli è una scelta che soddisfa una fetta di pubblico ristretta, fra cui sicuramente gli amanti del musical originale (parliamo di gente che per vedersi lo spettacolo del cuore organizza trasferte a Londra, a New York).

Quindi si tende a doppiare la parti di dialogo e lasciare in originale con sub le canzoni. In questo caso, con scelta secondo noi suicida, Universal ha deciso di doppiare anche le canzoni (pensiamo a cosa sarebbe successo nel caso di Joker Folie á Deux).

Sacrilegio, oseremmo dire, perché le performance delle due protagoniste sono eccezionali. Ariana Grande ha studiato da soprano leggero e potrebbe decidere di trasferirsi a Broadway, mentre emoziona la potenza vocale di Cynthia Erivo. Consideriamo anche che il suono è stato registrato in presa diretta, aumentando il valore delle interpretazioni originali.

Cynthia Erivo

Una delle affascinati invenzioni di una scenografia degna di nota.

Nella versione doppiata si è dovuto fare ricorso a due diverse attrici, Eva Padoan per i dialoghi e Laura Panzeri per le canzoni per Erivo, e Margherita De Risi e Claudia Paganelli per Grande. Solo Jeff Goldblum, che fa il Mago imbroglione, ha la voce di Angelo Maggi in entrambe le situazioni.

Senza voler sminuire l’impegno e la professionalità del nostro doppiaggio, l’operazione ci sembra francamente discutibile, anche se commercialmente comprensibile. Certo avrà pesato la scelta di volerne fare un prodotto fruibile anche da bambini piccoli.

Impresa però ardua vista la durata del film, ben 160 minuti. Vedremo il risultato. Il pubblico generalista si pone in attesa per sapere come evolverà la vicenda, per riallacciarsi agli eventi su cui iniziava l’antico film.

Ci sarà infatti il crossover con la storia originale e infatti nell’incipit di Wicked abbiamo visto il gruppetto dei noti protagonisti, Dorothy, lo spaventapasseri, l’uomo di latta, il leone, incamminarsi sulla Yellow Brick Road che li porterà, dopo anni, alla magica città e che già in questo episodio sono “anticipati”, chi farà attenzioni intuirà di cosa stiamo parlando.

Ma al di là di tutte le obiezioni, se questo film, visto dalle nuove generazioni, ignare di tanti prodotti precedenti, potesse contribuire a costruire un mondo migliore, privo finalmente di discriminazioni, pregiudizi e intolleranze, intrattenendo piacevolmente, non sarebbe certo un male. Magari.

Scheda tecnica:

Regia: Jon M. Chu

Cast: Cynthia Erivo, Ariana Grande, Michelle Yeoh, Jeff Goldblum, Jonathan Bailey, Peter Dinklage, Ethan Slater, Marissa Bode

Distribuzione: Universal Pictures

Genere: musical

Pubblicato da Giuliana Molteni

Vado al cinema dalla metà degli anni ’50 e non ho mai smesso. Poi sono arrivate le serie tv.