We Live in Time – Recensione

We Live in Time, a dispetto delle prospettive, riesce nel difficile compito di essere una leggerissima commedia drammatica, con due ottimi interpreti.

Ci sono film sui quali si pensa di farsi un’idea sono leggendo la sinossi o guardando il trailer, decidendo così se andare a vederli o no in modo superficiale. Nel caso di We Live in Time, giudicandolo l’ennesimo lacrimoso Cancer Movie, si commetterebbe un errore.

Perché sì, il film parla di una malattia che non lascia scampo, parla di speranze e illusioni, di vita e di morte, ma lo fa con un tono che non lo rende mai lacrimevole, ricattatorio, melenso, grazie alla narrazione di John Crowley, regista dai toni delicati ma mai banali (Brooklyn, Il cardellino e Boy A, che era stato il primo film di Garfield in contemporanea con Leoni per agnelli).

Crowley mette in scena la sceneggiatura di Nick Payne, specialista in riusciti adattamenti di romanzi sentimentali. Anche l’escamotage di frantumare la storia dei due in tanti segmenti raccontati in ordine non temporale, espediente spesso inutile e fastidioso, qui trova un suo senso restituendo gli alti e bassi di una relazione mai piatta e banale, mai “lineare”, visto la personalità dei due protagonisti.

Un unico appunto si potrebbe rivolgere al mestiere scelto per la protagonista, ambiziosa chef d’assalto, ben decisa a sfondare, con tutto il corredo di intemperanze che ormai sembrano fare indissolubile parte di quel mestiere.

Florence Pugh Andrew Garfield

Florence Pugh e Andrew Garfield, una coppia di interpreti splendidamente assortita.

Lei (Florence Pugh, entrata nella saga Dune) e lui (Andrew Garfield, raccomandiamo la serie tv In nome del cielo su Disney +) si incontrano assai fortunosamente, si innamorano, si mettono insieme, non si sposano, fanno una figlioletta, discutono e si scontrano sempre nel rispetto reciproco, nella comprensione delle rispettive esigenze.

E così sarà anche nel momento drammatico della malattia. La riuscita del film si deve proprio anche ai due interpreti, che riescono con naturalezza a renderci partecipi della loro storia, con l’entusiasmo della felicità e la pacatezza del dolore. Senza dover tirare fuori i fazzoletti (forse c’è un rischio nel bel sottofinale).

Inoltre il film ci lascia con una riflessione virtuosa. Quando si arriva a quel punto decisivo della vita ( e non ci riferiamo all’eutanasia), si deve avere la possibilità, il diritto, di scegliere che ricordo lasciare di noi, di come abbiamo vissuto i nostri ultimi momenti, morenti eppure vitali (“meglio aggiungere vita ai giorni che giorni alla vita”).

Qui vale per una persona giovane, ma dovrebbe valere anche per chi sia più avanti nell’età. Noi votiamo per la scelta della protagonista di questo bel film, triste ma bello. Il sottotitolo italiano recita “Tutto il tempo che abbiamo”, elemento che non è in nostro possesso (purtroppo, per fortuna).

Da quando nasciamo parte un countdown, quindi più esatto sarebbe concentrarci sul tempo che ci rimane, perché gli esseri umani fanno progetti e gli dei intanto ridono.

Scheda tecnica:

Regia: John Crowley

Cast: Florence Pugh, Andrew Garfield, Adam James, Douglas Hodge

Distribuzione: Lucky Red

Genere: commedia, drammatico

Pubblicato da Giuliana Molteni

Vado al cinema dalla metà degli anni ’50 e non ho mai smesso. Poi sono arrivate le serie tv.