Un piedipiatti a Beverly Hills: Axel F – Recensione

Con Un piedipiatti a Beverly Hills: Axel F Eddie Murphy torna nei panni del personaggio che gli ha dato la fama.

The Heat Is On, fa caldo oggi, 3 luglio 2024, giorno in cui esce su Netflix Un piedipiatti a Beverly Hills: Alex F, così come cantava Glenn Frey nella canzone sui titoli di testa del film che aveva lanciato il personaggio e confermato l’enorme potenziale di Eddie Murphy, dopo l’esplosivo esordio in 48 ore e Una poltrona per due.

Lo avevamo conosciuto nel lontanissimo 1984, quando una stanza al Wilshire costava 235 dollari, nel primo di tre film che erano un inno alla Polizia dai metodi spicci, con punte (per oggi) di altissima scorrettezza politica.

Perché troppe regole favoriscono i delinquenti specie se ricchi e potenti, uomini d’affari riveriti e rispettati, che invece si rivelavano al centro di spietate trame per portare a termine i loro piani criminosi.

Quei tre film avevano confermato la validità della formula di un genere che avrebbe dato infinite soddisfazioni, la commedia d’azione con tante sparatorie, scazzottate, crash e cadaveri.

Eddie Murphy

Axel Foley sempre in contrasto con i colleghi.

Nel primo film, regia di Martin Brest, Axel se l’era vista con dei rispettabili mercanti d’arte, in realtà trafficanti di droga (segnaliamo il cameo di un Damon Wayans alla sua prima apparizione su grande schermo). Nel secondo i cattivi erano spietati rapinatori e compariva una spettacolare Brigitte Nielsen (definita “The Big Bitch”) e a dirigere c’era Tony Scott con una sparatoria finale con tanto di colombe alla John Woo (cameo di un giovanissimo Chris Rock e di Hugh Hefner).

Nel terzo film, diretto da John Landis, i cattivi erano dei falsari che si nascondevano dietro la Security di un parco di divertimenti stile Disneyland (cameo di George Lucas) e per la prima volta Axel provava un interesse sentimentale. Tutto sommato l’attrattiva location californiana in fondo era stata poco sfruttata (hanno insegnato le serie tv successive come usare meglio i panorami delle città).

Alex Foley era un giovane e irruento detective di Detroit che per varie circostanze finiva sempre a risolvere casi nella dorata Beverly Hills dei “felici pochi”. Nella serie di film gli erano stati affiancati alcuni riusciti personaggi ricorrenti, due soprattutto, la coppia di poliziotti originariamente rispettosi di legge e ordine, che avevano subito l’influsso dell’anarcoide personaggio che arrivava dalla dura ex città dell’automobile.

Eddie Murphy

Il Cop strafottente as usual.

Erano Billy Rosewood, il giovane detective tanto perbenino che nascondeva un temperamento da Rambo (Judge Reinhold, oggi anni 67) e il collega John Taggart (John Ashton, oggi 76 anni). E The Heat Is On risuona anche all’inizio di Un piedipiatti a Beverly Hills: Axel F, il nuovo film dedicato a questo personaggio creato da Daniel Petrie Jr, oggi diretto dall’esordiente Mike Molloy, nel quale Murphy si cala nuovamente dopo ben 40 anni dal primo film (il secondo è del 1987 e il terzo del 1994).

Foley è a Detroit (e dove sennò) e sta facendo il suo solito giro per strade in cui la situazione non sembra tanto migliorata rispetto al passato. Il caso in cui si imbatte lo riporta a Beverly Hills (e dove sennò), dove incontra gli amici di un tempo, doverosamente invecchiati. Ritrova però anche la figlia, allontanata troppi anni prima per tenerla al sicuro e poi mai più recuperata.

Lei, divenuta un’agguerrita avvocatessa, è ostile e sprezzante. Il caso da risolvere riguarda traffici di droga gestiti anche grazie alla corruzione di alcuni elementi della Polizia, naturalmente ben ammanicati e quindi intoccabili. La new entry è costituita da un più giovane poliziotto, interpretato da Joseph Gordon-Levitt, un po’ opaco, e compare brevemente Luis Guzmán, eccessivo con divertimento.

Kevin Bacon

Kevin Bacon, un collega troppo diverso da Axel.

Nella colonna sonora scritta da Lorne Balfe echeggiano spesso le note del celeberrimo tema musicale elettronico di Harold Faltermeyer. Ritroviamo i vecchi personaggi inevitabilmente più “vissuti”, segnati o cambiati dal tempo, ma anche e soprattutto cambiati come carattere, inevitabile mutazione che però lascia dubbiosi.

Volevamo vedere Axel alle prese con la solita figlia trascurata e rancorosa (e poco simpatica), ben sapendo che ora della fine ci sarà un riavvicinamento, mentre entrambi riconosceranno le rispettive ragioni per gli errori commessi? Volevamo invece il monodimensionale Axel di 40/30 anni fa, un totale fuori di testa, un carro armato contro i delinquenti, un sarcastico provocatore di situazioni al limite dell’autolesionismo?

Era quella la speranza, anche se in fondo era chiaro che un uomo di 63 anni non avrebbe potuto comportarsi come quando ne aveva 20/30. Questo è il limite delle operazioni che riportano in scena dopo tanti, troppi anni, personaggi che avevano avuto così successo da entrare nell’immaginario collettivo per i loro eccessi.

Eddie Murphy joseph gordon-levitt

Eddie Murphy e la new entry Joseph Gordon-Levitt.

Inoltre si è cercato di dare maggiore spessore a tutti i personaggi in generale, il poliziotto “rivale” di Axel è addirittura uno sfolgorante Kevin Bacon, che nobilita qualunque cosa tocchi. Nei film precedenti erano invece figurine convenzionali, messe lì solo per scatenare la follia distruttiva del “cop”.

Che qui solo nel finale provoca sfracelli stradali all’altezza della sua fama, che è anche quella del produttore Jerry Bruckheimer, al quale dobbiamo saghe come questa e Arma letale, Bad Boys, Top Gun, Pirati dei Caraibi e film come Flashdance, Armageddon, Pearl Harbor e infiniti altri, dai tempi lontani in cui era in coppia con il compianto socio Don Simpson.

Un piedipiatti a Beverly Hills: Axel F ha una trama che ricalca infinite altre, senza troppo preoccuparsene, perché il senso dell’operazione è la nostalgia, consiste nel rimettere insieme il gruppo di allegri e incoscienti compagni d’avventura di tanti anni fa (tornano infatti anche l’affezionato collega interpretato da Paul Reiser e l’eccentrico “artista” Serge di Bronson Pinchot).

Bronson Pinchot

Sempre surreale e simpatico il Serge dell’attore Bronson Pinchot.

Il problema, al di là dell’affetto che si può provare nei confronti di questo franchise, sta proprio nel passaggio degli anni, nell’invecchiamento degli attori e dei loro personaggi. I due amici Reinhold e Ashton sono invecchiati da stringere il cuore.

Murphy, classe 1961, esteriormente sta meglio di tutti, dopo una lunga carriera in cui ha sostanzialmente vissuto di rendita, ricca di film mediocri o proprio imbarazzanti, in cui era spesso costretto a ripetere le gag che gli avevano dato il successo, fra cui la famosa risata. Una carriera costruita su una faccia tosta epica, con una capacità istrionica di improvvisare, sempre provocatorio e strafottente.

Il suo Axel, in cui Murphy aveva messo tutto il suo stile dirompente, è entrato nella storia in Adidas, jeans e felpa, solo nel secondo film era passato all’iconico “Varsity Jacket”, il giubbotto da baseball in panno e pelle che qui torna a indossare.

Eddie Murphy Judge Reinhold John Ashton

Il famoso terzetto di protagonisti, 40 impietosi anni dopo.

Ma non è sufficiente, sotto il giubbotto poco, il suo personaggio sembra avere perso ritmo, aggressività e freschezza (non parliamo di performance atletiche qui giustamente evitate). Senza che la perdita di queste qualità sia compensata da qualche nuova caratteristica di sostanza.

Quanto al doppiaggio aggiungiamo che negli anni ’80 e ’90 trovare un film in sala in originale era impossibile, per cui il pubblico si era affezionato allo storico doppiatore Tonino Accolla, purtroppo deceduto nel 2013. Oggi non c’è più motivo di ascoltare la versione doppiata, meglio godersi la recitazione originale, grazie allo streaming su Netflix, dove si possono rivedere tutti i film in una piccola maratona.

Se già avevamo manifestato qualche perplessità sul rilancio di Bad Boys, a quasi 30 anni dall’esordio, abbiamo provato lo stesso sentimento all’annuncio dell’uscita di un nuovo capitolo di Beverly Hill’s Cop, dopo ben 40 anni, progetto più volte annunciato e rimandato. Troppi anni sono però passati da quel primo travolgente “caldo” del 1984 e questo ci fa temere fortemente la sempre annunciata ripresa di Arma letale.

Scheda tecnica:

Regia: Mark Molloy

Cast: Eddie Murphy, Kevin Bacon, Joseph Gordon-Levitt, Judge Reinhold, John Ashton, Paul Reiser, Bronson Pinchot, Taylour Paige, Luis Guzmán

Distribuzione: Netflix

Genere: azione, thriller

Pubblicato da Giuliana Molteni

Vado al cinema dalla metà degli anni ’50 e non ho mai smesso. Poi sono arrivate le serie tv.