La serie tv The Veil, con Elisabeth Moss ci porta nel mondo del terrorismo internazionale, tema sempre attuale.
In un campo per rifugiati in Siria, una donna, di nome Adilah, viene riconosciuta da altre profughe come appartenente all’Isis (là chiamato Daesh). Viene salvata a stento dal linciaggio e rinchiusa in una tenda in isolamento.
Per recuperarla, arriva un’agente britannica, Imogen, professionista camaleontica, spesso infiltrata, donna d’azione insofferente al controllo e dai metodi non convenzionali. Arruolata anche per motivi sentimentali dai DGSE, i Servizi segreti francesi, con metodi spicci riesce a portare via Adilah dal campo.
La donna ammette alcune responsabilità ma anche una forma di pentimento e sembra avere come unico pensiero il ricongiungimento con la figlioletta, che aveva lasciato a Parigi con una tutrice. Intanto l’importanza della faccenda mette in moto l’onnipresente CIA, nella persona di Max, che plana sulla capitale francese saturo di diffidenza e arroganza.
Del resto i francesi non stanno mostrando un quadro chiaro, tutti sanno qualcosa che l’altro non sa, nessuno ha voglia di collaborare con l’altro (viene in mente la ben più tragica serie tv The Looming Tower).

Una spia e una terrorista, due donne, come andrà a finire?
Inoltre il capo della missione francese ha un rapporto particolare con la donna inglese, mentre è nettamente ostile al borioso ma non stupido amerikano della CIA, che vorrebbe rilevare tutta l’operazione. Intanto le due donne, passando per Istanbul, riescono a schivare diversi pericoli e arrivano a Parigi e poi Londra.
Nell’affollarsi delle sigle che indicano i vari servizi di intelligence francesi, inglesi e americani, che tutti vogliono entrare nell’indagine per anche giustificati e comprensibili motivi, entra come la punta di un trapano la lineare azione dei terroristi, con i loro piani che fanno leva sul fanatismo suicida, contro cui la lotta è difficilissima.
Anche perché oggi sembra abbastanza facile mettere insieme un’agile bomba nucleare, frammentando la preparazione dell’attentato in tante piccole fasi che passano inosservate e invece fanno tutte parte del grande disegno.

Elisabeth Moss, spia anarcoide.
Che consiste nel far arrivare un ordigno nucleare di piccole dimensioni ma ugualmente devastante, sulla costa orientale degli USA, a bordo di una nave. Nel dubbio se Adilah sia davvero una terrorista o no, e se lo sia, se sia permeabile a qualche strategia per indurla a collaborare, Imogen si batte ferocemente per tenerla sotto il suo controllo, convinta che riuscirà a far parlare la donna, là dove nessuna tortura riuscirebbe.
Il mondo ha conosciuto Elisabeth Moss nel lontano 2007 con la gloriosa serie tv Mad Man. Poi ci sono stati anni di film minori e di altre serie tv, in cui la si rivedeva sempre volentieri. La gloria è arrivata con Handmaid’s Tale, serie di quelle che restano nella storia, che l’ha rilanciata nel ruolo dell’eroina.
E così la ritroviamo in The Veil, ormai definitivamente badass, circondata da un buon cast di facce note come Josh Charles (The Good Wife, Mother’s Instinct, Memory, We Own This City). Yumna Marwan era nel cast del bel film Inshallah a Boy. Dali Benssalah, che era anche in No Time to Die, lo abbiamo visto nel film Athena e Vita nella banlieue 2.

Josh Charles, il mai dimenticato Will di The Good Wife, qui è un agente CIA.
James Purefoy, che però compare poco, è un veterano. A rendere interessante l’ennesima narrazione su spie e terroristi, su sicurezza e attentati, genere sempre ansiogeno, era la presenza come autore/sceneggiatore di Steven Knight.
A lui dobbiamo serie tv come Taboo e Piky Blinders e film come La promessa dell’assassino, Millennium, Locke, ma anche tanti altri prodotti minori, in una resa qualitativa altalenante che rende la sua presenza non più una garanzia di qualità come un tempo.
La serie è composta da 6 episodi (tutti in streaming su Disnety +) e purtroppo verso la metà ai comportamenti dei personaggi, in un contesto di altissima professionalità come dovrebbe essere a quei livelli, viene imposta una svolta melò, assolutamente inaccettabile (almeno così ci auguriamo sia nella realtà), con azioni che portano sì avanti la narrazione ma risultano improbabili.

La parte conclusiva poi è un tripudio di assurdità. Che già in precedenza, l’impiego di un’agente dell’MI6 quasi personale da parte di servizi segreti di un’altra nazione, lasciava perplessi.
Quindi se si accetta The Veil come una serie tv commerciale e senza pretese, con un po’ di suspense in qualche passaggio (ma poca, perché in fondo è tutto già scritto), lo spettatore avrà di che passare qualche ora piacevole. Ma se si cercasse una narrazione più aderente alla realtà, pur dovendo ricorrere a qualche elemento di fiction più convenzionale per vivacizzare una narrazione che non vuole farsi documentario, si resterà delusi.
Certo anche spie e terroristi hanno un cuore e meno male perché è proprio solo su quello che si può far leva in certe circostanze, ma qui tutti i personaggi sembrano averne un po’ troppo.
Scheda tecnica:
Ideata da Steven Knight
Cast: Elisabeth Moss, Yumna Marwan, Dali Benssalah, Josh Charles, James Purefoy, Thibault de Montalembert, Alec Secareanu
Distribuzione: Disney +
Genere: azione, spionaggio