The Song Remains the Same – Recensione

Torna The Song Remains the Same, il famoso documentario con i Led Zeppelin, tre serate sold out al Madison Square Garden che hanno fatto storia.

Va fatta una premessa: anche oggi siamo repressi, su tanti versanti, da tanti fattori. Ma repressi nel modo in cui si era negli anni ’60, un essere umano di oggi non se lo può nemmeno immaginare.

I Beatles, con la loro immagine perbene e l’ordinato caschetto (se visti oggi, per quei tempi erano comunque pericolosi “capelloni”) avevano sconvolto l’opinione pubblica più tradizionalista, che aveva ricevuto il colpo di grazia con i ben più brutti sporchi e cattivi Rolling Stones, ma avevano in cambio fatto sognare (e cantare e ballare e suonare) i più giovani.

La carica “eversiva” dei Led Zeppelin però, che si sono formati nel 1968, era inimmaginabile. Perché tutto era “di più”, era più rock (hard) la musica, era più provocatorio il frontman (più di Jagger), era più sfacciata e forte la carica sessuale manifesta e per i tempi, scandalosa.

Come a dare ragione ai benpensanti, i quattro componenti della band, Robet Plant, Jimmy Page, John Bonham, John Paul Jones, ci hanno dato dentro in ogni modo nei 12 anni della loro gloria, con alcol, droghe, donne, hotel devastati, presunti messaggi satanisti, pessimi rapporti con i media.

Jimmy Page Robert Plant

Perché l’hard rock è anche tanti capelli.

E anche alcune sciagure personali che hanno fatto sì che il gruppo si sciogliesse nel 1980, dopo la morte del batterista Bonham.

9 album per passare alla storia, 300 milioni di dischi venduti, definiti il più importante gruppo hard rock della storia, si fondavano sulla capacità tecnica di Page e il carisma da frontman di Plant, un chitarrista e una voce come pochi nel panorama del rock.

Arriva adesso sui grandi schermi e con grande audio il loro documentario rimasterizzato The Song Remains the Same, composto da sequenze ricavate dal loro trionfale concerto del 1973 al Madison Square Garden di NY, tre serate sold out nel loro momento di massimo fulgore, insieme a qualche filmato del backstage e ai discussi (e discutibili) video appositamente realizzati, in cui i musicisti interpretano personaggi di fantasia.

Jimmy Page Robert Plant

Non erano i “toxic twins” ma poco ci mancava….

John Bonham compare come un gangster con la passione per i motori, Page incontra se stesso ridotto come un vecchio stregone mentre sta scalando un dirupo, John Paul Jones si impegna in attività insolite.

Plant il “dio dorato”è un guerriero vichingo che galoppa nelle brughiere con le mitiche chiome al vento e ovviamente conquista una pulzella. Brandelli di storielle slegate, che allungano inutilmente la durata del documentario.

Ma tutto si perdona ascoltando le parti musicali, in cui il gruppo mostra una potenza e una coesione micidiale, con lunghe digressioni che diluiscono brani celeberrimi, come nell’allungata versione di Dazed and Confused con improvvisazioni libere di Page.

Jimmy Page

Jimmy Page, un chitarrista dall’indiscutibile carisma.

Whola Lotta Love, canzone simbolo del binomio sesso e rock’n roll che si condensava in Plant e nel magnetico riff di chitarra, viene diluita in un lungo finale. Nel concerto e sui titoli di coda, la storica, splendida Stairway to Heaven (ma ci sarà mai un paradiso in cui una Signora potrà avere tutto ciò che desidera?).

A intervallare, ci sono immagini dello skyline della città che non dorme mai, incredibilmente misero quanto a costruzioni se rapportato a oggi ma incredibilmente più ricco quanto a fermenti creativi.

Difficile trovare foto di scena a fuoco, a meno che non siano “posate”, perché sul palco era un turbine di capelli negli aloni delle luci, mentre Plant e Page giocavano con la chitarra e la voce, la voce e il Theremin, e si muovevano sul palco con quella sintonia che non tante coppie cantante/chitarrista hanno trovato nella storia.

La carica che emanava da questo gruppo è stata presa a modello da tanti, negli anni successivi, ma si sa che certi originali è impossibile replicarli, frutto irripetibile di anni in cui tutto funzionava diversamente e per le copie, per i mediocri non c’era mercato.

In sala il 25, 26 e 27 marzo grazie a Nexo Digital, che nei mesi scorsi ha distribuito altri prodotti musicali come Abba the Movie e Ziggy Stardust.

Scheda tecnica:

Regia: Joe Massot, Peter Clifton

Cast: Jimmy Page, Robert Plant, John Bonham, John Paul Johnes, Peter Grant

Distribuzione: Nexo Digital e Warner Musica Italy

Genere: musicale, documentario

Pubblicato da Giuliana Molteni

Vado al cinema dalla metà degli anni ’50 e non ho mai smesso. Poi sono arrivate le serie tv.