The Order è un poliziesco/western dei nostri tempi ambientato fra gli appartenenti della Nazione Ariana del nord/Ovest degli States, con un ottimo Jude Law.
Siamo nel 1983, l’agente veterano dell’FBI Terry Husk (Jude Law), uno che ha nel curriculum operazioni contro KKK e Cosa Nostra, viene mandato negli Stati del Nord-Ovest (Washington, Oregon, Idaho) a indagare su una serie di reati di apparente delinquenza comune, che potrebbero essere collegati da un filo ben diverso.
E infatti la situazione che Terry trova sul territorio è presto chiara. Nella zona agiscono liberamente gruppi di suprematisti bianchi, appartenenti alla Nazione Ariana, sfruttando anche l’inazione colpevole delle locali forze dell’ordine, che parteggiano o comunque non intervengono per paura, per quieto vivere.
Perché la zona è infiltrata pesantemente dalla Nazione Ariana, i seguaci del reverendo Richard Butler, il cui “gregge” si sta però frantumando in gruppi autonomi e avidi, che rapinano e battono moneta falsa per conto loro. Butler infatti predica pazienza, persegue la via costituzionale (fra 10 anni avremo rappresentanti al Governo, dice, e infatti).
I giovani invece hanno fretta e, sotto la guida del più acculturato Bob Mathews, sono diventati il braccio violento e ingestibile del movimento. The Order, l’ordine cui fa riferimento il titolo del film è il nome del gruppo criminale e non quello che vogliono ristabilire le odiate forze governative o quello che ha in mente il Reverendo.

Jude Law, Tye Sheridan e Jurnee Smollett.
Terry, che è quel tipo di agente che ha immolato al suo lavoro anche il matrimonio, reduce da un intervento a cuore aperto, si avventa come un mastino su una preda che gli è particolarmente odiosa. Al suo fianco si schierano un giovane agente locale, che ha sempre subito l’inerzia dei suoi capi con fastidio (Tye Sheridan, appena visto in Città d’asfalto) e Joanne, veterana dell’FBI anche lei (Jurnee Smollett, notata in Lovecraft Country).
Si fanno notare come sempre le musiche dl fratello del regista, Jed Kurzel, che accompagnano la narrazione fino a un finale che rimanda volutamente a un altro famosissimo film dove l’esercizio della violenza portava al suo totale rifiuto. E anche quella era una storia di gente comune usata e massacrata dal Sistema, anche se in contesto diverso.
Ma se il film avesse proseguito lungo i binari della caccia al cattivo, The Order, distribuito da oggi su Prime Video, non sarebbe stato l’interessante film che è e non poteva essere diversamente visto che è diretto da Justin Kurzel (Macbeth, The Kelly Gang), scritto da Zach Baylin (che si riscatta dopo il flop di The Crow) a partire dal libro di Kevin Flynn e Gary Gerhardt, The Silent Brotherhood.

Il re della ribellione e una delle sue “regine”.
E così noi entreremo anche nel campo avversario, dove oltre ai soliti assassini nati che nascondono la loro indole criminale sotto un’ideologia che fa comodo, incontriamo il leader, il puro folle Mathews (ottimamente affidato a Nicholas Hoult, quest’anno assai presente sugli schermi, segnaliamo anche Giurato N.2 e Nosferatu), che nella sua “purezza” ideologica sfida il vecchio Butler, deciso a fare di sé un martire pur di non arrendersi.
Il film, che è tratto da fatti realmente accaduti, mette in fila quattro episodi, che si sono verificati fra 1983 e ’84, fra cui un paio di rapine per auto-finanziamento e l’omicidio di Alan Berg, un conduttore radiofonico ebreo (fatto che aveva ispirato Oliver Stone per il suo Talk Radio).
Quanto alla figura di Mathews, è stata già trattata nei film Betrayed – Tradita e in Brotherhood of Murder. Si citano anche gli attentati ai cinema porno e altre rapine nell’Idaho, stato particolarmente eversivo, dove si era insediato Butler nel 1973.

FBI e Polizia locale stranamente alleate.
Tutta un’organizzazione che nel corso degli anni ha preso forza, portando al devastante attentato a Oklahoma City nel 1995 (da recuperare il tragico film Arlington Road con Jeff Bridges) e a una catena di fatti di sangue mai davvero repressi o puniti, che sono culminati nell’assalto a Capitol Hill nel 2021.
Nel film si nomina, si mostra e si leggono paragrafi del libro The Turner Diaries di William Luther Pierce III aka Andrew Macdonald, divenuto Bibbia dei terroristi interni come QAnon e Proud Boys, fonte di ispirazione anche per gli episodi del “ Nail Bombings” di Londra, dove nel 1999 sono state fatte esplodere bombe arricchite da chiodi contro neri, lgbt e bengalesi.
The Order si può guardare come un vero western dei nostri giorni e chi fosse scettico dovrebbe andare a leggere semplicemente su Wikipedia dello Stallo dei Bundy, famiglia di allevatori del Nevada sullo stampo dei personaggi di Taylor Sheridan, il cui capofamiglia deve avere ispirato il personaggio che nella quinta stagione della serie tv Fargo era stato interpretato da Jon Hamm.

Nicholas Hoult è Mathews, il “puro folle”.
Anche in Homeland (sesta stagione) quel mondo era messo in scena, mentre veniva sfruttato dal personaggio di O’Keefe, affidato all’attore Jake Weber, modellato su Steve Bannon. Secondo studi di settore, negli USA sono presenti un migliaio di gruppi d’odio, fra fanatici religiosi, razzisti, neo nazisti antisemiti, omofobi e suprematisti, senza contare il “solito” Ku Klux Klan (pensiamo a come questa gente può aver preso l’anche eccessiva deriva woke dei democratici).
Un tempo si tifava per i fuorilegge che si opponevano a uno Stato prepotente ma assente, buono solo a esigere e a non restituire nulla in cambio, solo doveri e nessun diritto. In fondo potrebbe sembrare che questi soggetti siano i loro discendenti.
Ma cosa ha incrinato la solidarietà che erano riusciti a suscitare, cosa li ha resi diversi dai disperati e anche simpatici banditi di tanta letteratura cinematografica, quando speravamo invano che sfuggissero agli sceriffi mercenari o ai feroci agenti assassini dell’Agenzia Pinkerton?

Alla fine è sempre Far West.
Qui con un finale volutamente ambiguo, Kurzel mostra una sorta di rispetto per la follia di Mathews, megalomane e criminale ma coerente e l’atteggiamento dell’agente FBI ne è riflesso.
A cambiare è stato lo spirito dei tempi, l’aumento delle regole civili che però ha corrisposto all’innalzamento dei toni, le stragi terroristiche, le bombe, gli assassinii, la componente razzista, la contaminazione con il nazismo, il complottismo, la follia che contempla la stesura di un atto di guerra contro gli interi Stati Uniti da parte di un gruppuscolo di scontenti anarcoidi.
Se è vero che le categorie destra e sinistra, fascista e comunista hanno fatto il loro tempo anche da noi, in America sono inapplicabili da tempo, ma in questo caso e, ribadiamo, nei ben più edulcorati prodotti di Sheridan, si legge un’analisi della deriva che parte del popolo americano ha preso, tutta scritta però nelle sue origini, la Frontiera, una distorsione di base che mai potrà essere modificata.

Che questo sia un bene o un male, da europei non possiamo dirlo. Vedremo solo come finirà il mondo, sotto l’influenza di un governo che pensa di essere in parte solidale con questi soggetti. Senza forse rendersi conto che un giorno saranno proprio loro a mordere la mano che li ha nutriti (protetti, graziati) quando la ritenessero diventata troppo molle per i loro gusti duri e puri.
Scheda tecnica:
Regia: Justin Kurzel
Cast: Jude Law, Nicholas Hoult, Tye Sheridan, Morgan Holmstrom, Jurnee Smollett
Distribuzione: Prime Video
Genere: drammatico, thriller