The Monkey – Recensione

The Monkey, tratto da un racconto di Stephen King, è un horror molto splatter, “divertente” ma anche malinconico, nello spirito dell’autore.

Tutto capita per caso, niente capita per caso, in fondo non fa nessuna differenza. Quindi è il caso che porta il Male nelle vite di un gruppetto di personaggi, che il film The Monkey ci farà conoscere alla spicciolata.

Dopo un prologo che ci mostra immediatamente la caratteristica principale del demoniaco giocattolino a molla, torniamo indietro nel tempo e vediamo come fosse entrato a far parte delle vite della Famiglia Shelburn.

Famiglia infelice, perché il padre ha abbandonato la moglie e i suoi due figli gemelli, Hal e Bill, simili d’aspetto ma dal carattere ben diverso. Bill, portato alla prepotenza, alla prevaricazione, reagisce così alle ferite che la vita gli sta infliggendo. Hal subisce, succube e rassegnato, conscio di trovarsi in una situazione al momento senza scampo.

Le cose per loro peggioreranno enormemente quando scoveranno in uno sgabuzzino la malefica scimmia, portata in casa dal padre da uno dei suoi viaggi. Quando ritroviamo Hal è un uomo adulto, traumatizzato da una serie di eventi che lo hanno perseguitato e reso ben edotto della maledizione che si è abbattuta su di lui e sul fratello, che ha espulso dalla sua vita.

Theo James

Theo James è lo sfortunato protagonista della storia.

Ad Hal è rimasto solo un affetto, Petey, il figlio che l’ex moglie e l’attuale compagno vogliono sottrargli. Quando si ripresenterà il vecchio problema, il suo unico pensiero sarà salvare l’ignaro ragazzo da tutto quello che era successo a lui.

Il film è tratto molto liberamente dal racconto La scimmia, scritto da Stephen King nel 1969, pubblicato nella raccolta Scheletri (1985), già portato su grande schermo nel 1984 da Kenneth J. Berton con il titolo Il dono del diavolo. In origine la scimmietta suonava due cimbali, in questa versione invece percuote un tamburello con due rosse bacchette.

Ma l’espressione è assai inquietante, come spesso accade con i giocattoli per bambini impiegati nell’horror. Si riconosce la matrice letteraria originale nella sintetica ed efficace messa in scena del mondo degli orrori scolastico che Hal deve affrontare (pochi come King hanno saputo descrivere la cattiveria pura dei ragazzini nei confronti dei loro simili) e nella bizzarria dei personaggi adulti che si affiancano ai protagonisti.

Tatiana Maslany

L’ultimo ricordo di una persona cara.

Scrive e dirige con ottimo ritmo Osgood Perkins, dopo il successo di Longlegs, che si diletta anche di disseminare la narrazione di citazioni e omaggi, mentre rielabora e arricchisce il testo di significati più apocalittici e universali con il lunare passaggio del Cavaliere Pallido, in un mondo in cui si spande irrefrenabile la devastazione.

Ottima anche la selezione di canzoni. Theo James interpreta Hal e Bill da adulto, ottimo Christian Convery nella versione adolescenziale, ragazzino che sta crescendo bene dai tempi della bella serie tv Sweet Tooth. Colin O’Brien (Wonka) è il figlio Petey, divertente il cameo di Elijah Wood nel ruolo dell’aspirante papà bis di Petey e Perkins si concede una comparsata nel ruolo dello zio dei protagonisti.

Nel breve incipit si riconosce Adam Scott (Severance). Ma la sorpresa è che The Monkey, distribuito da Notorious Pictures, si rivela anche un film molto spassoso, perché sadicamente mette in fila una serie di decessi alla Final Destination (perché tutto è caso e niente è caso), in un esilarante crescendo splatter, che strappa davvero la risata più volte.

The Monkey è un riuscito mix, quasi una contaminazione fra generi, in cui un tema surreale messo in scena con humor nerissimo si intreccia alla malinconica impotenza del protagonista (che è quella di King stesso) nei confronti dell’ineluttabilità di certi meccanismi, umani e sovrumani.

Resta infatti nel personaggio di Hal una rassegnata tristezza, una vana determinazione a proteggere il proprio unico affetto a qualunque costo, che si manifesta nonostante la surreale serie di efferati ammazzamenti.

La “scimmia” se proprio si vuole togliersela dalle spalle, va però conservata con cura, evitando che finisca in mani sbagliate, che a qualcuno venga in mente di girare la maledetta chiavetta (di premere il maledetto pulsante). Non che sia decisivo, perché prima o poi qualcuno lo farà. Perché “tutti muoiono, è la vita”.

Scheda tecnica:

Regia: Oz Perkins

Cast: Theo James, Christian Convery, Elijah Wood

Distribuzione: Eagle Pictures

Genere: horror

Pubblicato da Giuliana Molteni

Vado al cinema dalla metà degli anni ’50 e non ho mai smesso. Poi sono arrivate le serie tv.