The Last Showgirl racconta il malinconico viale del tramonto di una ballerina di Las Vegas, occasione di rilancio per Pamela Anderson.
Shelley è una donna sulla cinquantina, ancora molto bella e così ben “tenuta” da essere tutt’ora la ballerina di prima fila di uno show di Las Vegas, che va avanti da trent’anni, uno spettacolo vecchio stile, un po’ come il Crazy Horse di Parigi, tette, lustrini e piume.
Shelley (Pamela Anderson) ha due colleghe cui è molto legata, Marianne (Brenda Song) e Jodie (Kiernan Shipka), sulla trentina la prima, molto più giovane la seconda. Si sentono misconosciute, esibiscono da un numero di anni diverso le loro grazie ma in modo “artistico”, si illudono e raccontano a se stesse vite diverse dalla realtà.
Ma lo show sta per chiudere, come annuncia il maturo direttore di scena (Dave Bautista), autenticamente dispiaciuto. Le più giovani troveranno un altro lavoro, certo, ma scendendo un po’ di livello, adattandosi ai gusti d’oggi, a una clientela che vuole qualcosa di più di una bella donna che balla su un palco lontano dalle sue avances.
Shelley è la veterana, che ha fatto da figura materna per due altre colleghe, senza riuscire a esserlo per la figlia vera che per lei ha solo accuse e risentimenti. Per la sua carriera (ma quale?) ha rinunciato alle incombenze famigliari, affossando così il suo matrimonio, ma anche ogni possibile legame stabile. Ne valeva la pena?

Le luci e le ombre della finta città di Las Vegas.
Grave arrivare ai 50 anni senza avere una risposta, quando il mondo sembra dirti senza esitazione che sei tu ad avere sbagliato tutto. Ad aumentare il carico di angoscia della donna c’è anche la situazione di Annette, una cara amica più anziana, già finita fuori dal palco per raggiunti limiti di età, che adesso con un ridicolo costume serve da bere ai giocatori di un casino.
Ma anche da lì verrà espulsa, perché considerata troppo vecchia anche per servire un whiskey agli uomini, anche ben più vecchi e brutti di lei. Perché siamo in un mondo che mastica, ingoia e sputa carne fresca in continuazione, a 40 anni sei da buttare e i segni del tempo che passa sono affronti che costano lavoro e sopravvivenza.
The Last Showgirl è un’amara storia di donne che servono solo ad abbellire un mondo di uomini, pezzi di bella carne per l’intrattenimento. Inutilmente infatti Shelley cercherà di riciclarsi in una diversa attività teatrale, non all’altezza perché in fondo mai lo era stata. Ma aveva giovinezza e bellezza a sorreggerla, per tanti anni.

Una grande interpretazione di Jamie Lee Curtis.
Pamela Anderson, che quel passaggio lo deve aver vissuto sulla propria pelle e che adesso gode di un tardivo rilancio, dopo le glorie di Baywatch, Play boy e Tommy Lee, interpreta il suo ruolo con encomiabile sobrietà e partecipazione. Splendida la prestazione di Jamie Lee Curtis, una che ha già sceso i suoi gradini, la faccia con un trucco da clown triste, il corpo appesantito dall’età esibito senza imbarazzo, come nei recenti film Borderlands, Halloween Kills.
Kiernan Shipka, che era la figlia infelice di Jon Hamm in Mad Men, poi ha trovato evidenza con le serie tv Le terrificanti avventure di Sabrina, Infiltrati alla Casa Bianca e i film Twisters, Longlegs e Uno Rosso. Dave Bautista il direttore di scena, omone dal buon cuore, conferma di saper recitare oltre che combattere (Blade Runner 2049, Bussano alla porta, Dune 2).
The Last Showman, distribuito da Be Water, è una tipica storia da cinema indie, per la trama e lo stile con cui viene messa in scena, in una Las Vegas ripresa in tutto il suo squallore diurno che solo con le prime luci della sera acquista il suo fascino.

Una valida prova da parte di Dave Bautista.
È l’America dei losers, senza garanzie, senza difese, cui non si perdona l’insuccesso (e neanche i perdenti stessi pensano di meritare indulgenza). Dirige con qualche vezzo stilistico Gia Coppola, al suo terzo lungometraggio dopo Palo Alto e Nessuno di speciale, da una sceneggiatura di Kate Gersten, a sua volta tratta da un pièce teatrale ispirata allo storico show di Las Vegas Jubilee! chiuso nel 2016.
Nella colonna sonora troviamo la canzone Beautiful That Way, cantata da Miley Cyrus. Questa è l’America MAGA, il grande inganno, quella aggressiva del successo, se non sei stato capace di metterti al riparo non c’è scampo quando arriva il declino, se perdi il lavoro, se perdi la famiglia. Per cui se sei vecchio, sei solo e non hai soldi, devi capire che uno su mille ce la fa e se quello non sei stato tu, nessuno ha tempo di stare a sentire inutili lamenti.

E allora “deal with it” e non aspettarti niente, tanto è solo colpa tua. Comoda mentalità che è sottointesa dal Sogno americano, la massima riuscita fregatura che gli USA sono riusciti a contrabbandare con successo al mondo intero.
Scheda tecnica:
Regia: Gia Coppola
Cast: Pamela Anderson, Jamie Lee Curtis, Dave Bautista, Brenda Song, Kiernan Shipka, Billie Lourd
Distribuzione: Be Water
Genere: commedia, drammatico