The Infernal Machine – Recensione

The Infernal Machine racconta di uno scrittore dal passato tormentato, alle prese con un misterioso stalker e i propri incubi.

Bruce Cogburn è uno scrittore da un solo bestseller, che da più di vent’anni si è ritirato in volontario esilio nella California del Sud, ai margini di un paesino che non a caso si chiama Alma perdidas.

L’uomo si è isolato là da 25 anni, dopo che il suo libro, The Infernal Machine, era stato accusato di avere ispirato una strage, 13 persone ammazzate e altre 30 ferite da un cecchino diciassettenne, che aveva detto di avere ubbidito al messaggio contenuto nel libro.

Un misterioso ammiratore inizia a scrivergli, esigendo consigli e aiuto per un romanzo che sta scrivendo, Bruce si infastidisce, si irrita, chiama il numero telefonico che il molestatore gli ha comunicato, dove trova sempre una segreteria telefonica sulla quale lascia messaggi logorroici e sempre più aggressivi.

L’occasione richiama i vecchi fantasmi dello scrittore, che inizia a essere tormentato da incubi (forse mai cessati) e ricomincia a bere, incrementando la sua paranoia. In questo stato confusionale entra in contatto con una giovane poliziotta, che inizia a fare qualche indagine per tranquillizzare l’esagitato Bruce. Ma niente o poco è come appare, come lo spettatore subodora.

Guy Pearce

Guy Pearce, un protagonista convincente.

Appare chiaro che nella cospirazione ha una parte il killer, ormai divenuto un adulto e in totale deriva mentale. Ma chi è il vero autore della persecuzione di Bruce e a cosa mira? La storia è scritta e diretta da Andrew Hunt, tratta dal podcast The Hilly Earth Society, distribuito su The Truth.

Protagonista è un ottimo Guy Pearce, distrutto fisicamente e spiritualmente, che spiace vedere sprecato per una storia in fondo deludente. Al suo fianco Alice Eve (Bombshell, Replicas, la serie tv Belgravia) e Alex Pettyfer che è un killer abbastanza inquietante. Lo ricordiamo nel primo film della serie Magic Mike, arrivata di recente al suo ultimo capitolo. Compare brevemente Jeremy Davies, abbonato da sempre a ruoli disturbati.

Alex Pettyfer

Alex Pettyfer, lontani i tempi di Stormbreaker.

Il film è ambientato in una California del sud per niente glamour, che nella desolazione dei suoi aridi panorami e dei miseri centri abitati riflette lo spirito del protagonista (in realtà è stato girato nella regione portoghese dell’Algarve).

Peccato che mentre l’indagine procede e il responsabile della macchinazione prende corpo e identità, di pari passo cali l’interesse perché la storia si avvia su binari scontati e prevedibili, inutilmente pervasa da qualche tocco surreale, che non lega con la nuova piega del racconto, in un eccessivo accumulo di indizi contrastanti.

Resta intrigante e ben congegnata nella prima parte, in cui si resta in bilico fra realtà e paranoia, fra normalità e follia. E non solo per quanto riguarda il misterioso persecutore, perché anche Bruce rientra nella categoria degli scrittori disturbati.

Argomento molto amato da letteratura e cinema, per indagare il rapporto che collega un autore alla sua opera, alla sua vita, alla sua ispirazione. Tutte cose che Bruce insegnava ai suoi allievi, senza riuscire a metterle in pratica nemmeno su se stesso.

E si avvertono echi inevitabili di Stephen King, che ha spesso trattato l’argomento, come in Secret Window, La metà oscura, Misery non deve morire, La storia di Lisey, e forse sono i troppi precedenti a impedire a The Infernal Machine di essere più originale e del tutto convincente. Il film è visibile in streaming su Sky e Now.

Scheda tecnica:

Regia: Andrew Hunt

Cast: Guy Pearce, Alice Eve, Alex Pettyfer, Jeremy Davies

Distribuzione: Sky

Genere: drammatico

Pubblicato da Giuliana Molteni

Vado al cinema dalla metà degli anni ’50 e non ho mai smesso. Poi sono arrivate le serie tv.