The Accountant 2 ci fa ritrovare il contabile d’azione interpretato da Ben Affleck, ben affiancato da un ottimo Jon Bernthal.
Nel 2016 era uscito il film The Accountant, scritto da Bill Dubuque e diretta da Gavin O’Connor, che aveva introdotto una figura di eroe d’azione anomala, The Accountant appunto, il contabile. Attività sedentaria, un po’ da topo da biblioteca o da archivio, che nessuno collegherebbe con doti di combattente da Corpi speciali dell’Esercito, stile Jason Bourne.
Perché Christian, il protagonista, afflitto dalla Sindrome di Asperger, come oggi si usa narrare frequentemente, era sì una mente matematica sopraffina, capace di calcoli matematici che neanche un computer quantistico, ma nel contempo era in grado di ideare tattiche diaboliche per eludere controlli legali di ogni tipo.
Per questo motivo era diventato il più gettonato di ogni ben nota organizzazione malavitosa, dai narcos alla Yakuza, clienti però scomodi perché sempre assi diffidenti nei confronti del prossimo.
Motivo per cui Christian si era dotato di una residenza mobile e ben nascosta, in cui conservare tutti i suoi segreti e i mezzi per filarsela al volo al primo segnale di pericolo. Avevamo anche appreso i motivi che lo avevano reso l’incredibile macchina da guerra che era diventato, mentalmente e fisicamente.

Ben Affleck/Jon Bernthal, una “strana coppia” che funziona.
Abbandonato fin da piccino dalla madre, insieme a un attento e affezionato fratellino, era stato forgiato con una specie di educazione siberiana dal padre, Colonnello dell’Esercito, che aveva deciso di dargli le armi per difendersi da un mondo da cui sarebbe sempre stato considerato un freak, una volta rimasto da solo.
Nel primo film avevamo visto però che nella corazza fatta da educazione e “diversa abilità”, che lo aveva isolato dal mondo, qualche spiraglio si poteva socchiudere. Soprattutto in chiusura, il film gli aveva fatto incrociare l’altro protagonista, un caratteriale sicario a capo di un’agenzia addetta all’eliminazione a pagamento di soggetti divenuti scomodi, con la “sorpresa” finale di scoprire che si trattava del fratello Brax, cresciuto anche lui a modo suo disturbatissimo, affidato a un logorroico Jon Bernthal.
Che a differenza di Christian, era molto legato al fratello maggiore e desideroso di stabilire con lui quel legame che la vita aveva spezzato. Questo secondo capitolo li fa ritrovare, perché Christian, alla ricerca del colpevole della morte di un amico nella precedente narrazione, incappa in un traffico di esseri umani, gestito dai soliti narcos sadici, al servizio però di un americano.

Brothers in action.
Gente di tale calibro che Chris è costretto a rifarsi vivo con Brax, che intanto è andato anche lui avanti nella sua redditizia attività. Dirige nuovamente Gavin O’Connor (Pride and Glory, Warrior, Jane Got a Gun, Tornare a vincere, già con Affleck), sempre interessato a storie di sofferti legami famigliari.
Senza andare troppo per il sottile, nel complesso, nelle sue iperboli tipiche dei film con un protagonista dalle esagerate skills, qui addirittura due, The Accountant 2 riesce a intrattenere discretamente.
Ben Affleck risponde alle note critiche sulla sua mono-espressività con un ruolo che gli calza a pennello (e torna a mugugnare una filastrocca, quella di Solomon Grundy, il che autorizza a voli pindarici in direzione DC Comics). Su di lui però pesano alquanto i circa dieci anni di distanza dal primo capitolo.

La “solita” faccia da schiaffi di Jon Bernthal, una garanzia in certi ruoli.
Torna con maggiore agilità e humor Jon Bernthal, attore mai tanto considerato ma che nell’action ha dato molte soddisfazioni (appena visto ma quasi di sfuggita in Operazione vendetta). Dal primo film ricompaiono J.K. Simmons e l’agente Medina, che nel frattempo ha fatto carriera (l’attrice Cynthia Addai-Robinson).
A pesare sul giudizio in senso negativo è la presenza di una fantomatica donna-killer (interpretata da Danielle Pineda), personaggio dalla tale improbabile genesi da lasciare perplessi e la cui esistenza si può giustificare solo in vista di un eventuale sequel.
Che sarebbe giustificato dal desiderio di usare ancore la bizzarra “strana coppia” di fratelli, così diversi da risultare perfettamente complementari, ai quali i due attori aderiscono perfettamente.

Veloce comparsata del sempre gradito J.K. Simmons.
Ancora sopra le righe lo sviluppo di quella “università” di geni “neuro divergenti” che da remoto aiutano il protagonista, specie di X-Men diversamente dotati. Non si può dire che l’alternanza fra le scene d’azione e i siparietti da commedia fra i due sia perfettamente riuscita, anzi a tratti le cose si fanno davvero stiracchiate, facendo arrivare inutilmente il film ai suoi eccessivi 124 minuti di durata.
The Accountant 2 (distribuzione di Casa Warner, sempre fedele al fianco di Affleck), come il primo film, vuole essere molte cose, un thriller con tanta azione, ma anche un dramma psicologico e una commedia action con sentimenti, e l’altalena fra dramma e sentimento, fra ironia e noir, fra azione e commedia non riesce a trovare sempre il giusto equilibrio.

Eppure in qualche modo, forse per la lunga frequentazione con i due attori (non solo Affleck ma ormai anche Bernthal vantano un buon numero di aficionados), la coppia si segue con simpatia e la vaga promessa di un possibile sequel viene accolta tutto sommato con spirito positivo, magari confidando in una sceneggiatura migliore.
Scheda tecnica:
Regia: Gavin O’Connor
Cast: Ben Affleck, Jon Bernthal, Cynthia Addai-Robinson, J.K. Simmons, Daniella Pineda
Distribuzione: Warner Bros
Genere: azione, thriller