Spider-Man: Across the Spider Verse – Recensione

Spider-Man: Across the Spider Verse è uno splendido secondo capitolo, dopo la smagliante variazione sul tema del 2018.

Se è vero che noi siamo immensi e conteniamo universi, forse sono infiniti anche gli universi che contengono infinite copie di noi, simili eppure diverse.

Là accadono cose in cui nessuno deve interferire (Doctor Strange docet e non dimentichiamo la Time Variance Authority, agenzia responsabile della salvaguardia della Sacra Linea Temporale presente nella serie tv Loki).

Da quando la narrativa, scritta o per immagini, si è impossessata di questo tema, abbiamo avuto tanti soggetti interessanti, quando l’argomento è stato trattato intelligentemente.

Uno degli esempi postivi, in cui l’intelligenza si è sposata con l’intrattenimento ad altissimo livello, era stato nel 2018 il film Spider-Man – Un nuovo Universo (Inside the Spider Verse), vera e grandissima sorpresa, per una serie di motivi diversi, che si confermano in questo secondo film.

Shameik Moore
Un momento-tipo nella giornata di Spider-Man.

Avevamo fatto la conoscenza del giovanissimo Miles Morales (personaggio scritto nel 2011 dal mitico Brian Bendis e da Sara Pichelli), che era stato morso da un ragno mentre stava dipingendo un murale insieme all’amato zio Aaron, personaggio che torna indirettamente nel nuovo film.

Nel corso della sua lotta per sventare il folle piano di Kingpin, Miles aveva però commesso un errore, causando un varco che ha lasciato aperto un passaggio fra universi diversi. Il che provoca l’ingresso in scena del “cattivo” The Spot, che ha motivi personali di risentimento nei confronti di Spider-Man.

Ignaro di tutto, alle prese con problemi affettivi e di relazione da risolvere, Miles sarà trascinato nell’azione dall’amata Gwen/Spider-Woman, ragazza ben lontana dal solito trito “girl power”.

Shameik Moore  Hailee Steinfeld
Una romantica parentesi sentimentale (trovate l’anomalia).

Si ritroverà questa volta lui nei mondi paralleli, dove incontrerà una quantità di altri esseri-ragno impensabile. Tutti simili ma non uguali. E Miles scoprirà che non sempre i buoni fanno cose buone, in vista di un fine giudicato buono. Il seguito alla prossima puntata, il film Beyond the Spider-Verse, atteso per il 2024.

Se del capitolo precedente si avesse un ricordo annebbiato, forse è meglio provvedere con un ripasso prima di andare a vedere questo sequel, che comunque contiene un veloce recap iniziale.

Nel primo film già Miles si trovava ad interagire con un folto gruppo di altri “colleghi”, alcuni davvero ben caratterizzati, ma in questo nuovo episodio la situazione arriverà a livelli di affollamento inimmaginabili. Nella schiera di nuovi personaggi, ce ne saranno alcuni davvero originali e ben scritti (e ben disegnati), personalmente abbiamo adorato Spider-Punk. E ci sarà qualche amato ritorno.

Jake Johnson
Non può mancare Peter Parker, the one and only.

Come sempre, nei prodotti della geniale coppia Christopher Miller/Phil Lord (insieme i due hanno realizzato film come Piovono polpette, 21 e 22 Jump Street, The LEGO Movie e di recente hanno prodotto anche il ludico Cocainorso), la narrazione fila velocissima, le battute sono secche e fulminanti, l’azione è elegantemente vertiginosa ma mai confusa.

I tre registi sono più che altro validissimi tecnici al servizio di due veterani quali sono gli autori della storia. Anche in questo secondo capitolo si è verificata la rara magia di una storia ben scritta, animata con stile geniale, montata e diretta con estrema bravura, ricca d’azione e di humor.

Spider-Man: Across the Spider-Verse e il suo predecessore sono film che portano l’animazione a un livello finora mai raggiunto, così raffinata che si impone anche all’occhio meno specializzato per un 2D di tale plastica corposità da sembrare tridimensionale. Accurata anche la resa visiva del disegno su carta, di cui simula gli effetti ottici.

Shameik Moore Hailee Steinfeld
Una delle tante deliziose citazioni del film.

Ogni sequenza è talmente ricca di dettagli da meritare non solo più di una visione, ma anche dei “fermo immagine”, quando se ne potrà godere in una visione domestica. Il film è apprezzabilissimo anche da profani non addicted di fumetti, della serie dei film e dei cartoni animati, certo i rimandi sono tanti e certe strizzate d’occhio i fan più accaniti le apprezzeranno di più.

L’incredibile resa estetica, quanto a soluzioni grafiche sempre diverse e originali, non mette mai la trama in secondo piano, creando un equilibrio ideale, dove anche un paio di spiegazioni e un toccante momento madre-figlio non fanno calare l’attenzione.

Spider-Man: Across the Spider-Verse, prodotto Sony distribuito in Italia da Eagle Pictures, racconta una storia valida, appassionante, piena di sorprese e colpi di scena, rappresentata al meglio della sua estetica su grande schermo, con un cast di voci eccelse per il doppiaggio (parliamo di quello originale, in Italia ci sono scelte discutibili nella resa di alcuni accenti).

Il tutto sul filo di una splendida colonna sonora, scritta da Daniel Pemberton, con accompagnamento di una serie di canzoni degne di attenzione. Il film dura 144 minuti che non si avvertono, nel vertiginoso avvitarsi della narrazione che lascia appesi a un gancio al quale ci ritroverà fra due anni, talmente ricco di idee, concetti, interrogativi, riflessioni (e scene “WOW”), da bastare per un altro film.

Marcando così la differenza fra gli infiniti stanchi sequel fatti solo per raschiare un barile e quello che invece è il bellissimo seguito di una storia che era già bella. Basta avere le idee.

Scheda tecnica

Regia: Joaquim Dos Santos, Kemp Powers, Justin K. Thompson

Cast (voci): Shameik Moore, Hailee Steinfeld, Daniel Kaluuya, Oscar Isaac, Issa Rae, Jason Schwartzman, Jake Johnson

Distribuzione: Eagle Pictures

Genere: azione, avventura, animazione

Pubblicato da Giuliana Molteni

Vado al cinema dalla metà degli anni ’50 e non ho mai smesso. Poi sono arrivate le serie tv.