Con Rebel Moon Zack Snyder reclama il suo Universo stile Star Wars, augurandosi che la Forza sia con lui.
Tutti hanno diritto di sognare, di crearsi mondi di fantasia, regni dove vivere avventure impossibili. Perché deve poterlo fare solo George Lucas? pare si sia chiesto anni fa Zack Snyder.
Che infatti, passando attraverso varie esperienze creative, con film come 300, Watchmen, Sucker Punch, L’uomo d’acciaio, Dawn of Justice, Justice League e Army of the Dead, è arrivato oggi a 57 anni a dare inizio a un suo personale Universo. L’ispirazione è tratta palesemente da tutto quanto può aver letto e visto e giocato, da libri, film, manga, videogame raccolti lungo il suo percorso umano.
Dopo l’esperimento di Army of the Dead, l’operazione ha trovato il sostegno di Netflix (che distribuirà il film in streaming dal 22 dicembre) e si dichiarano in arrivo non solo un secondo film ma anche un terzo e poi un fumetto-prequel, un corto in animazione e ovviamente un videogico, con la possibilità non tanto remota di incrociare questo universo con quello di Army of the Dead.
In Rebel Moon incontriamo Kora, una fuggitiva trovata anni addietro fra i rottami di un’astronave sulla superficie dell’arcaico pianeta agricolo Veldt e “adottata” dalla pacifica comunità di contadini.

Sofia Boutella, un personaggio-figurina
In ogni universo ci devono infatti essere sempre i guerrieri, ma visto che anche loro devono mangiare, pure i contadini sono necessari. E lo sono così tanto da attirare l’attenzione dei soliti malvagi emissari governativi, che arrivano sull’inerme Veldt per razziare il loro raccolto.
Il Potere centrale infatti, il Mondo Madre, dopo vari problemi interni, si sta riprendendo i territori più periferici che avevano osato cercare di sganciarsi e vivere una pacifica vita indipendente.
La brutale occupazione rivela la vera natura di Kora, che non è una contadina ma una letale guerriera, che ben sa come con quei soggetti non si possa ragionare. Parte così alla ricerca di altri compagni d’avventura, che la possano affiancare in una lotta per la libertà.

Pensare che qualcuno la riteneva un’umile contadina…
Questo primo film ci svela alcuni antefatti e si occupa della raccolta dei personaggi che costituiranno il cuore della futura narrazione e va detto che Snyder, che scrive storia e sceneggiatura (questa insieme a Shay Hatten e Kurt Johnstad) oltre che dirigere e curare la fotografia, riesce a creare un gruppetto di personaggi capaci di suscitare interesse, anche grazie a buone scelte di cast.
Sofia Boutella, spesso nel mirino della critica per le sue non eccelse doti recitative, qui deve essere una figura carismatica, capace di attrarre a sé non solo i personaggi collaterali, ma anche lo spettatore. E fra fisicità e costumi, fra muscoli e inquadrature studiate, lo scopo è raggiunto, l’espressività non è richiesta, le battute sono poche.
I vari altri personaggi che compaiono al suo fianco sono affidati ad alcuni attori noti e altri meno, ben scelti però. Gunnar, il leale anche se ingenuo agricoltore, che ama segretamente Kora e dovrà imparare le nuove regole di ingaggio, è interpretato da Michiel Huisman, visto di recente nella bella serie tv Echo 3.

Staz Nair è il nobile e atletico Tarak.
Charlie Hunnam è il carismatico pilota mercenario Kai, con echi di Han Solo. Tarak, di nobile lignaggio ma finito asservito a un brutale delinquente è affidato a Staz Nair, di origine russo/indiana, vera sorpresa che si impone all’attenzione per la sua indiscutibile prestanza fisica.
Un fisicatissimo Djimon Hounsou (59 anni assai ben portati) è il Generale Titus, nobile guerriero anche lui caduto in disgrazia. Poi abbiamo l’invincibile spadaccina Nemesis, armata anche di spade simil-laser (Doona Bae, vista in Cloud Atlas, Sense8, Mr. Vendetta), Bloodaxe (Ray Fisher, il “Cyborg” di Justice League) è l’eroico fratello di Devra, la Principessa dei ribelli, e Corey Stoll, il capo del villaggio dei contadini.
Per l’Ammiraglio Noble di ferocia e look para-nazista, metta le sua spigolosa faccia Ed Skrein. La voce narrante e quella di un robot che avrà più spazio nel prossimo capitolo, è di Anthony Hopkins.

Kora e alcuni dei suoi seguaci.
Il film è girato nello stile consueto di questo regista, che ha un’estetica riconoscibile nelle sue enfasi retoriche, con effetti speciali da grande schermo ma non eccelsi. Bella la colonna sonora di Tom Holkenborg, già con Snyder per Army e Justice.
Personalmente avremmo rinunciato (o almeno migliorato come resa tecnica) il nero grifone che Tarak deve domare, scena che ricorda troppo Il calice di fuoco di Harry Potter.
Del resto ogni appassionato del genere troverà molti titoli che riconoscerà citati nella narrazione, è inutile perdersi in elenchi, ma non è detto che ciò costituisca un elemento del tutto negativo, se l’insieme è amalgamato con mestiere.

Rebel Moon Parte 1, 135 minuti di durata non faticosi, sconta il fatto di essere un capitolo introduttivo (e per questo abbonda in flashback), che deve mettere in scena poco alla volta tutto il gruppo di personaggi, introducendo uno scenario generale che avrà il suo sviluppo in seguito.
A questo proposito ci sembra sbagliato rimandare l’uscita della seconda parte, La sfregiatrice, all’aprile 2024, troppo in là, chissà in base a quali ragionamenti. L’attesa non sarà quindi spasmodica, ma per quanto abbiamo visto finora torneremo a frequentare i personaggi per assistere alla loro evoluzione e allo sviluppo di questa storia, non originale, ma godibile.
Scheda tecnica:
Regia: Zack Snyder
Cast: Sofia Boutella, Charlie Hunnam, Djimon Hounsou, Michiel Huisman, Ed Skrein, Anthony Hopkins (voce), Corey Stoll, Jena Malone, Cary Elwes, Cleopatra Coleman, Fra Fee, E. Duffy
Distribuzione: Netflix
Genere: azione, avventura, fantastico, drammatico