Il film Piggy, presentato al Sundance nel 2022, ci fa chiedere se anche la pietà non vada meritata.
Viviamo in tempi di anche eccessiva correttezza politica, in cui perfino un semplice commento sull’abbigliamento, su un taglio di capelli, può essere considerato body shaming.
Quindi incuriosisce il coraggio della regista Carlota Pereda nel mettere in scena impietosamente il corpo della protagonista del suo primo film Piggy, tratto da un corto del 2018, che qui amplia in direzione thriller/horror e non solo psicologicamente parlando.
Perché Laura Galán (che nella realtà è quasi trentenne e un po’ si nota) è davvero una giovane donna molto sovrappeso, che in tutto il film, scoprendo coraggiosamente il suo corpo imperfetto, sarà per questo derisa e perseguitata da coetanei che si ritengono migliori di lei solo perché appesantiti da meno chili.
Perché per il resto sono stupidi, superficiali e incivili e inutilmente crudeli. La ragazza è figlia del macellaio del paese, come se la carne morta che lui vende le si fosse in parte attaccata addosso.
Passa apatica la torrida estate seduta alla cassa del loro negozietto, chiusa nelle grosse cuffie in cui ascolta musica, a fare i compiti e guardare la vita che si svolge fuori, i gruppetti degli altri ragazzi che vivono come lei non osa, non può.
Del resto è pesantemente bullizzata da molti, in special modo da due ragazze, dalle quali non riesce a staccarsi una terza, che un tempo doveva essere stata sua amica. Le efferate cattiverie delle due si amplificano sui social, coinvolgono tutta la sua famigliola.
Dove ugualmente Sara (soprannominata “Cerdita”, maialino) non è capita, in modo particolare dalla madre, una donnetta odiosa e insensibile. Se Sara fosse la Carrie di De Palma, avrebbe fatto esplodere tutto da tempo. Ma a sorpresa, nella vicenda si inserisce un elemento esterno, un giovane killer di passaggio, che potrebbe rivelarsi una specie di vendicatore dei torti.
Ha così inizio un’escalation di violenza, che mette in agitazione il paesino, dove anche tutti gli altri adulti si segnalano per la loro insensibilità e inettitudine. Sara ha visto, sa cose, ma non parla. Perché? Per quanto tacerà?
Dopo la prima parte, Piggy, distribuito da I Wonder Pictures, cambia completamente direzione, virando verso l’horror splatter più classico, suscitando una certa curiosità nello spettatore, mentre aspetta di vedere quali saranno le scelte finali della sventurata ragazza.
La protagonista mostra con enorme coraggio il suo copro seminudo in diverse sequenze, riuscendo a comunicare il suo disagio, l’umiliazione, la disperazione, senza mai mostrare rabbia. Lei è una vittima predestinata perché in fondo si considera causa dei suoi mali e anche di tutta la situazione che ne deriva, incapace di ribellarsi alla famiglia, alla società.
Perché, al di là dei facili proclami politicamente corretti, specie per le donne se sei brutta, grassa o vecchia, è colpa tua e dovresti solo nasconderti da un mondo in cui tutti credono di essere migliori di te solo perché sono belli, magri e giovani.
Alla fine, da chi apprezza e chi stigmatizza, le donne sono sempre e solo considerate “pezzi di carne”. Per “vendicarsi” di un mondo così ipocrita e cattivo, quanto dovrebbero essere spietate le vittime?
Scheda tecnica:
Regia: Carlota Pereda
Cast: Laura Galán, Irene Ferreiro, Claudia Salas, Richard Holmes, Carmen Machi
Distribuzione: I Wonder Pictures
Genere: horror, drammatico