Operazione vendetta è una spy story complottista vecchio stile, nonostante il contesto tecnologico, costruita su un modello ormai sorpassato per i tempi che corrono.
Dai tempi del Vecchio Testamento la vendetta è stato un argomento molto dibattuto, se ne deve occupare Dio (“La vendetta è mia”) o l’uomo, con il diritto a chiedere una giusta compensazione per il danno subito, espandendosi anche sul gruppo di persone vicine al colpevole?
La legge del taglione o del contrappasso, che risale al codice di Hammurabi, raccolta di leggi babilonesi risalente al 18esimo secolo avanti Cristo (occhio per occhio, dente per dente) era stata ripresa poi dal diritto romano primitivo (753 – 451 a.C.).
Il tema è sempre stato assai gradito al pubblico, che ormai, costretto a civilizzarsi, per avere soddisfazione deve passare solo dai tribunali (perché diversamente va in galera), e ha fatto la fortuna di infiniti libri, film e serie tv.
I “revenge movie” comprendono titoli passati alla storia, da Alexandre Dumas con il suo Conte di Montecristo in poi, come i capolavori di Tarantino Kill Bill e Bastardi senza gloria (e aggiungiamo Sin City del suo amico Rodriguez), e i thriller “pulp” di Park Chan-wook Old Boy, Mr. e Lady Vendetta.

Il protagonista con l’amore della sua vita (Rami Malek e Rachel Brosnahan).
Come non ripensare agli “storici” Cane di paglia e Giustiziere della notte, e, aggiungendo alla rinfusa qualche altro titolo famoso, il barbarico Conan, il melodrammone Revenge, il noir Payback, il gotico Il corvo, l’eroico Gladiator, lo stoico Revenant, il recente Silent Night, la saga di John Wick e quella dei film Taken.
E infiniti western e, perché no, il nostro Un borghese piccolo piccolo. Facile quindi per i titolisti della distribuzione italiana (Disney) chiamare Operazione vendetta un film che in originale si chiamava più sobriamente The Amateur, cioè il dilettante, tratto dal romanzo del 2011 di Robert Littell.
La storia era già stata trasposta su grande schermo con il titolo Computer per un omicidio, nel 1981, anni in cui il peso della tecnologia rispetto a oggi era risibile. Siamo a Langley, ai giorni nostri. Charles è un mite e pacifico analista di sistemi crittografici, che lavora tutto il giorno seduto davanti a uno schermo, in un bunker cinque piani sottoterra.

Rami Malek vs Holt McCallany, un mite analista vs un Gran Capo minaccioso.
L’unica cosa bella della sua vita, a parte l’hobby di assemblare apparecchi complessi a partire dalle parti più minuscole, è l’amatissima moglie. Quando questa resta uccisa durante un attacco terroristico a Londra, Charles, che conosce molti segreti e nutre molti sospetti sui suoi superiori (e come non farlo, visto che il suo capo è il sempre poco rassicurante Holt McCallany), riesce a costringerli a sottoporlo a un programma accelerato per farlo diventare un agente sul campo esterno.
A insegnargli i rudimenti della vita di un agente operativo sarà Laurence Fishburne. Come dice la saggezza popolare, fra il dire e il fare… Ma le capacità tecnologiche di Charles sono tali da fargli compensare le carenze più materiali. Fra il braccio e la mente, per Charles avrà più peso la seconda e lungo una serie di spostamenti fra varie nazioni in Europa, Nord Africa e Russia, risalirà la “catena di comando” che ha provocato la sua tragedia.
Intanto anche a Langley però, il capo supremo (una donna) si sta rendendo conto che qualcuno non la sta raccontando giusta. Il protagonista, che doveva essere un uomo dall’aspetto per bene e non fisicato, è stato affidato a Rami Malek, che dopo l’esplosione con Bohemian Rapsody abbiamo apprezzato in No Time to Die, Amsterdam e Oppenheimer.

Il protagonista a fianco di un altro personaggio femminile importante.
Laurence Fishburne ci concede una prestazione di routine, così come McCallany. Altre facce note nel resto del cast come Caitriona Balfe (Outlander), Rachel Brosnahan (La fantastica Signora Maisel), Adrian Martinez (Scissione), Julianne Nicholson (Paradise), Michael Stuhlbarg (il terrorista di mestiere). Sprecato Jon Bernthal, personaggio che compare e scompare senza scopo.
Operazione vendetta è un film stranamente fuori tempo massimo, quasi un fantasy. Se un tempo accettavamo a scatola chiusa un’azione che procede a colpi di prodigi tecnologici, di hackeraggi fulminei, di inganni informatici, di intercettazioni immediate, di riconoscimenti facciali in tempi infinitesimali (nel film si dice che solo a Londra siano attive 947.000 telecamere di sorveglianza), oggi siamo un po’ più scettici, in quanto più informati.
E quindi è più difficile assumere quell’atteggiamento da “non capisco ma mi adeguo” che fa accettare passivamente e senza ragionare i vari sviluppi narrativi (cosa invece così stimolante nei thriller). E soprattutto c’è l’aspetto ideologico che ormai fa acqua.

Laurence Fishburne al suo minimo sindacale.
Con tutte queste obiezioni, Operazione vendetta è un film diretto professionalmente da James Hawes (molte serie tv di qualità e il film One Life) quanto alle scene d’azione, ma perde per strada qualche pezzo, alcuni personaggio e altri dettagli, che vengono evidenziati ma poi non risolti. Ma è proprio la mancata sospensione dell’incredulità, che non riesce a scaturire, a fare la differenza, in senso negativo.
Dei film politici più seri, anche se erano dei thriller complottisti senza lieto fine (pensiamo a titoli entrati nella storia del cinema come I tre giorni del condor o Perché un assassinio) accettavamo l’assunto che il Sistema americano fosse il più virtuoso, perché comprendeva le proprie inevitabili deviazioni, ma funzionava così bene da contenerne anche gli antidoti.
Possiamo ancora oggi credere alla sostanziale bontà del meccanismo, a consolarci fiduciosi che dopo alcune ingiustizie i buoni vincano sui cattivi e uscire dalla sala contenti? A guardarci in giro no, ma aspettiamo speranzosi di venire smentiti.

Nel frattempo, se vogliamo vedere un fantasy, cerchiamo altri film. Se però vogliamo vedere un thriller di spionaggio alla Bourne, esigiamo un po’ di plausibilità in più. Oppure un finale tragico e beffardo, che sembrerebbe più consono al momento storico.
Scheda tecnica:
Regia: James Hawes
Cast: Rami Malek, Caitriona Balfe, Rachel Brosnahan, Adrian Martinez, Holt McCallany, Julianne Nicholson, Laurence Fishburne, Jon Bernthal
Distribuzione: The Walt Disney Company Italia
Genere: azione, thriller