Napoleon, diretto da Ridley Scott, ci mostra un Imperatore piccolo piccolo, di cui non si percepisce la statura storica.
Esiste al mondo qualcuno che ignori chi sia stato Napoleone? Se anche ci fosse, non ne avrà la minima idea, dopo aver visto il film di Ridley Scott.
L’86enne regista, dalle indubitabili capacità professionali, ci consegna un ritratto non solo discutibile, ma quello che è peggio assai poco appassionante, incapace di restituirci la figura di un personaggio storico di spessore indubbio, vista la pessima tendenza a rileggere le vite dei Grandi guardandole dal buco della serratura (dal basso quindi e in piccolo).
Incontriamo Napoleone nel 1789, mentre si sta ghigliottinando Maria Antonietta, poi lo seguiamo attraverso una serie poco omogenea di veloci spezzoni a raccontare la sua scalata al potere grazie alle sue doti di combattente, di stratega, lanciato verso un futuro di inimmaginabile gloria.
Il film dura ben 158 minuti ma è in arrivo su Apple + un Director’s Cut di 4 ore, forse lì lo scorrere del tempo sarà meglio scandito. Nel mentre conosce la femme fatale Giuseppina di Beauharnais, vedova di un nobile ghigliottinato, divenuta una “party girl” ante litteram per necessità di sopravvivenza.
Il grande condottiero.
Se ne innamora, lei pare di no, forse mira ad accasarsi, sembra subire le sue avances sessuali con professionale indifferenza, lo tradisce infatti ma lui l’ama e se la tiene. Addirittura abbandona le manovre militari in Egitto per correre da lei e riconquistarla. Puro feuilleton quindi?
Almeno su quel versante sì e questo è imperdonabile, vista anche l’intenzione di creare un contesto storico fedele, con la messa in scena di un gran numero di personaggi collaterali, tutti realmente esistiti.
Nulla però spiega la reale espansione di Napoleone e l’influsso negli anni del suo potere sul suo paese e sul resto dell’Europa, i suoi rapporti con gli altezzosi Imperatori delle altre nazioni, rendendo così confuse le alleanze e i voltafaccia con Austria e Russia, nel gioco dei tradimenti e delle alleanze e dei cambi di casacca.
L’amante appassionato.
Joaquin Phoenix si incupisce e si incassa fra le spalle, mono-espressivo e ingrugnito per la maggior parte del tempo, forse per lasciare intuire rovelli interiori. Vanessa Kirby è mal scelta, per la sua bellezza troppo moderna e comunque generalmente anche lei poco espressiva, non in grado di comunicare le sue vere emozioni, enigmatica e scostante e nulla più. Era molto più a suo agio nel suo personaggio nei due ultimi Mission Impossible.
Molte facce note fra i comprimari, fra cui Tahar Rahim, Rupert Everett (che fa Wellington). Come si diceva per Scorsese e il suo Killers of the Flower Moon, nessuno mette in dubbio la capacità professionale di Ridley Scott, nessuno dubita che non sappia dirigere più che alla perfezione un film.
Ma la scelta di certi momenti quasi impropriamente “modernizzati” del rapporto fra i due, a inframmezzare fastidiosamente ben altre più interessanti situazioni, lascia pesantemente perplessi e infastidisce al punto da riverberarsi negativamente su quanto poi di buono viene messo in scena, soprattutto nelle scene d’azione: l’assalto al forte di Tolone, le battaglie di Austerlitz, Borodino e la carneficina finale di Waterloo.
Le scene di battaglia sono la cosa migliore del film.
Anche il fotogramma finale sembra farsi gioco del personaggio, del quale nei titoli di coda si ricorda essere stato responsabile della morte di almeno 3 milioni di soldati. E quindi? Quanti ne avranno fatti morire Giulio Cesare o Alessandro il Grande?
E questo può importare ai fini del giudizio storico? Deve essere su questo numero che si misura la statura storica di un personaggio come Napoleone? Lascia quindi perplessi anche la scrittura di David Scarpa, non molto attivo come sceneggiatore, colpevole anche del discutibile Tutti i soldi del mondo, sul rapimento Getty.
Napoleon, distribuito da Eagle Pictures, nella quantità di film e serie tv dedicati a questo enorme personaggio non solo non si guadagna una posizione in prima fila, ma non riesce nemmeno ad essere un buon vecchio colossal di altri tempi, anche se le scene di massa delle battaglie sono spettacolari (eppure ben poco emozionanti). Il film infatti è privo per di più di ogni capacità di coinvolgere o commuovere (pensiamo a quante sconvolgenti ricostruzioni di grandi scene di battaglia abbiamo visto nella storia del cinema).
Non riesce a dire nulla di nuovo sul piano del mero biopic storico e imperdonabilmente fa di un personaggio, in negativo o positivo che si voglia ma sicuramente extra large, un poveraccio qualunque.
Che imbrocca un paio di mosse politiche (narrativamente in modo non molto chiaro, se uno non si è un po’ preparato), che lo portano a un potere di cui sembra farebbe volentieri a meno (storicamente non risulta), per aver più tempo per stare dietro a quella sciagurata della moglie, traditrice, bugiarda e pure sterile, da cui fa mille ambasce dovrà divorziare.
Le ragioni del suo amore, della sua passione sono assai poco indagate (a parte qualche parentesi giocosa che stride con il contesto), ma in fondo poco importerebbe perché per ben altro alla Storia ha importato di Napoleone Bonaparte.
Scheda tecnica:
Regia: Ridley Scott
Cast: Joaquin Phoenix, Vanessa Kirby, Tahar Rahim, Ben Miles, Ludivine Sagnier,
Distribuzione: Eagle Pictures
Genere: biografico, storico