Nel film Mother’s Instinct si fronteggiano due donne in un thriller psicologico teso e avvincente fino alla fine.
Anche le lussuose ville, lungo i verdi viali degli eleganti sobborghi del New Jersey, possono nascondere mostri.
Siamo negli USA del Sogno americano dei primi anni ’60, due splendide ville in stile vittoriano si ergono fianco a fianco circondate da curati giardini. Ci abitano due famiglie benestanti, entrambe composte da marito, moglie e un figlioletto.
Sono tutti grandi amici, fanno allegre festicciole insieme e i ragazzini sono migliori amici. Serpeggia qualche indizio di un disagio, passato e presente, ma è messo sotto il tappeto, perché non sciupi la perfezione formale dell’insieme, un quadro perfetto della felicità come deve essere, come è stato inculcato sia.
Le due donne, Celine (Anne Hathaway) e Alice (Jessica Chastain), casalinghe con tacco alto fin dalla prima colazione, sempre accuratamente addobbare, laccate, smaltate, truccate, sono due “mogli perfette” e due grandi amiche.
Quanta letteratura e cinema sulle “Desperate Housewives”.
I mariti vanno al lavoro al mattino e tornano alla sera, innamorati delle rispettive consorti, fieri dell’accurata messa in scena della loro vita. Un mondo alla Mad Men. Finché un evento tragico incrina tutta la perfezione, fa scoppiare la fragile bolla in cui le due coppie erano rinchiuse.
Subentrano sospetti e diffidenza, cessa ogni parvenza di civile convivenza. Mother’s Instinct, distribuito da Vertice360, racconta una storia di follia sotterranea, dove lo spettatore viene in continuazione depistato, perché avvengono fatti che fanno dubitare a turno dell’una e dell’altra protagonista, fino al raggelante finale.
Che si godrà maggiormente chi non avesse visto il film francese originale, di cui questo è fedele remake, Doppio sospetto, del 2018, diretto dal belga Olivier Masset-Depasse, a sua volta tratto dal romanzo di Barbara Abel, Oltre la siepe.
Quando il modello era Jackie Bouvier Kennedy.
Qui a dirigere troviamo Benoît Delhomme, ex direttore di fotografia (e si nota nell’estrema cura formale del tutto), passato alla regia. La sceneggiatura è scritta dalla stessa Abel insieme a Sarah Conradt.
Le due figura maschili a fianco delle protagoniste, scialbe ma in possesso delle leve del potere, sono affidate a Josh Charles (The Good Fight, The Loudest Voice, Memory) e il norvegese Anders Danielsen Lie (Sick of Myself, La persona peggiore del mondo). Si fa notare il giovanissimo esordiente Eamon Patrick O’Connell.
Molto più carismatiche le due interpreti di questa versione, perché si tratta di due dive famose, come Anne Hathaway e Jessica Chastain, molto ben scelte, perfettamente addobbate esteriormente, specie Hathaway nel suo Jackie-style.
L’istino primario è la protezione della prole.
In tanta perfezione formale, sarà ancora più impressionante assistere al progressivo procedere verso il baratro, al quale il film riesce a portare uno spettatore incuriosito. Come già si diceva del film originale, siamo fra Douglas Sirk e Hitchcock, con una spruzzata di Revolutionary Road (che era tratto da un romanzo di Richard Yates).
Il tema del “nemico della porta accanto” è frequente in letteratura e nel cinema, un nemico che è o diventa tale per motivi diversi, gelosia, invidia, un amore tradito, un diverso credo politico, un desiderio di rivalsa, semplice follia criminale.
Ma funziona sempre, perché non c’è niente di più inquietante del rendersi conto che qualunque sentimento si può nascondere dietro una mano di intonaco esistenziale, pronto a sgretolarsi al primo colpo, lasciando uscire i mortali miasmi di anime malate.
Scheda tecnica:
Regia: Benoît Delhomme
Cast: Jessica Chastain, Anne Hathaway, Josh Charles, Anders Danielsen Lie, Eamon Patrick O’Connell
Distribuzione: Vertice360
Genere: drammatico, thriller