Mission: Impossible -The Final Reckoning

Mission: Impossible – The Final Reckoning, conclusione della saga, ci ricorda che le nostre vite sono il risultato delle scelte che facciamo.

Due anni fa abbiamo lasciato Ethan Hunt sulle tracce del Nemico Supremo, un’Intelligenza Artificiale chiamata “Entità”, dotata di tali poteri da rendere padrone del mondo chi fosse riuscito a possederla. Ammesso che fosse capace di governarla però. Ammesso che “lei” volesse essere governata.

Da quando Dead Reckonig è uscito, l’argomento IA è esploso dappertutto e oggi meriterebbe ben più attenzione che come perno di una narrazione iperbolica e divertente come quella della serie di film Mission: Impossible, che però possono anche far riflettere su questa evoluzione e sulle eventuali derive.

Se mai esistesse un’arma, un qualunque marchingegno, un virus (reale o informatico), una IA, il cui possesso assicurasse a chi lo detiene il potere assoluto sul resto del mondo, se ci fosse una “macchina” capace di forgiare la storia dell’umanità a proprio piacimento, come fosse lei stessa un Destino che si scrive da sé, saremmo tranquilli, anche se questo detentore fosse diciamo, dalla nostra parte?

Potremmo fidarci che un giorno non cominci a comportarsi diversamente e a usarle la “macchina” per i propri fini che non sono più i nostri? No non potremmo, a meno che lui non sia Ethan Hunt.

Haley Atwell tom cruise simon pegg

Ethan e i suoi amori e i suoi amici.

Quindi in questo cupio dissolvi storico (etico, morale) in cui viviamo, a chi affidare la custodia di una “entità” di tale potenza, ben controllata come il genio nella sua lampada, se non a lui e alla sua nuova Famiglia?

Si tratta di una gran bella famiglia allargata ed Ethan/Tom suscita, almeno nei fan della prima ora, quelli che si emozionano al risuonare delle prime note della celeberrima sigla di Lalo Schifrin, la stessa simpatia, lo stesso amore di sempre.

Ben deciso a portare a termine la Missione iniziata nel film precedente, Ethan si renderà conto che tutta la sua vita è stata strutturata per portarlo adesso là dove deve essere e per questo motivo la sceneggiatura ripercorre velocemente gli “episodi precedenti”, mostrando in velocità tanti personaggi (e gli attori) di tutti i film, come fosse stata un’unica, lunga trama.

Tom Cruise Simon Pegg , Pom Klementieff Greg Tarzan Davis Haley Atwell

Una nuova crew per un eroe che è sempre lui.

Come in effetti è la vita di tutti, figurarsi quella di Ethan Hunt e non che quella di Tom Cruise sia da meno. Quindi Hunt e la sua squadra, qualche personaggio del passato remoto, qualcuno di quello più recente, si devono gettare nella solita frenetica caccia all’ultimo minuto per portare a termine il complesso piano che permetterà di evitare la catastrofe mondiale.

Ce la faranno, dove, come, con chi, contro chi? Visto come si era conclusa la saga di Bond James Bond, il fan trepida. Come dicevamo, trent’anni sono passati dal primo film e adeguandosi al mood collettivo, anche Ethan non gioca più con la pura azione, con il divertimento del gesto iperbolico teso a suscitare un wow dalla platea.

Anche lui è invecchiato, si è immalinconito, ha visto morire gente a lui cara, amici, amanti, per salvare milioni di altri ma sconosciuti, senza mai riuscire a vedere la fine del cupo tunnel di morte in cui sembra avventata senza rimedio l’umanità, come un treno impazzito.

Tom Cruise

Un dettaglio importante dal passato, fateci caso.

Da quando nasciamo, mentre cresciamo e le cose della vita cominciano a farci prendere direzioni diverse da quanto avevamo programmato, c’è però un disegno, perché “tutto ha portato a questo”. Oppure non c’è, ce lo scriviamo volta per volta, perché “niente è scritto”, come già ci diceva Lawrewnce d’Arabia.

Ora nessuno avrebbe detto che Tom Cruise ragazzo carino non particolarmente atletico, senza famiglie importanti alle spalle, solo con tanta forza di volontà (e, chissà, gli appoggi di Scientology che però a un certo punto hanno rischiato di diventare zavorre) sarebbe divenuto quello che è.

E non pensiamo solo all’attore rispettato come interprete ma proprio come bandiera di un modo di fare cinema in prima persona, in una lotta alla Don Chisciotte contro i mulini a vento della tecnologia che, scalando anche lei vette inimmaginabili, rischia oggi di “uccidere” quello che per Cruise è il vero cinema.

Tom Cruise

L’ennesimo folle stunt, che ormai quasi non fa notizia. Quasi.

Non parliamo solo di effetti speciali, di CG, ma anche del modo di fruire i film, dello streaming, motivo per cui costantemente Cruise invita ad andare a vedere i film “sui grandi schermi delle vostre meravigliose sale cinematografiche”, come aveva insistito ai tempi di Maverick.

Anche la saga di Mission: Impossible, che dall’inizio nel 1996 ha lentamente scalato le vette delle classifiche, diventata un tutt’uno con il suo interprete, ha cambiato tono. Quindi impossibile non vedere il parallelismo (non sappiamo quanto programmato o scoperto e sfruttato in corso d’opera) fra personaggio e interprete.

Ethan Hunt è sempre stato “l’uomo giusto nel momento sbagliato”, quello che non ha mai ubbidito agli ordini ma li ha piegati e ricondotti alla sua morale rigorosa, da giovane uomo testardo e arrogante, incosciente e individualista che era, capace però di riflettere, di imparare.

Tom Cruise Simon Pegg

Ethan e Benji, un’amicizia a prova di bomba (anche atomica).

Col passare degli anni è diventato un uomo sempre più oppresso dal suo compito, inizialmente subìto, accettato con riserva e poi semplicemente scelto (prima che il messaggio, il mondo, si distrugga in 5, 4, 3..), perché era impossibile rinunciare a tentare di salvare l’umanità (“Noi viviamo nell’ombra, moriamo nell’ombra, per proteggere quelli che ci stanno a cuore, anche se non lo sapranno mai”).

E se l’evoluzione l’ha avuta il personaggio, chissà anche l’attore, l’uomo, in questi trent’anni di successi e crisi, come si è sviluppato. Certo si avverte a tratti come il sapore di una pietanza arricchita di troppe spezie, per renderla anche troppo succulenta (azione, colpo di scena, contro-colpo di scena, contro-contro-colpo di scena), ma sono film che si rivolgono a un pubblico di appassionati ed è comprensibile la volontà di offrire un menù d’addio il più ricco possibile.

Mentre è interessante, non superflua (e non crediamo programmata fin dagli esordi) la decisione di risalire indietro nel passato ricollegando situazioni e personaggi per costruire un unico arco narrativo. E poi c’è tanto Ethan, che riflette, organizza, crea piani, se li vede distruggere e immediatamente altri ne fa (I’ll figute it out…).

Vig Rhames

Vig Rhames, presenza storica.

Sempre senza arrendersi, ostinato, disperato, sofferente, mai vinto (e corre, corre più del solito con l’inimitabile stile di Cruise, parodiato in tanti meme in rete), circondato dai suoi “cari”, la sua Famiglia, che perde pezzi ma altri ne acquista.

Quasi troppo spoilerati i due stunt ”estremi”, la lunga sequenza nel sottomarino sotto i ghiacci della calotta polare e la lotta fra i due biplani che campeggiano nei poster. Nel cast tante facce note, attori ricorrenti nel corso della serie di film, Simon Pegg, Ving Rhames, Mark Gatiss, Angela Bassett, con la conferma di Haley Atwell dal capitolo precedente.

Sempre molto intigante la “cattiva” di Pom Klementieff (Mantis de I guardiani della Galassia), ritornano anche Shea Whingham, grande caratterista, e il perfido Gabriel di Esai Morales, l’uomo al servizio della “macchina”. Sempre lode al vero socio di Cruise, Cristopher McQuarrie, sceneggiatore che dal sesto capitolo Fallout non lo ha più lasciato (dopo averlo già diretto in Jack Reacher e scritto Edge of Tomorrow e Operazione Valchiria, senza mai dimenticare che si tratta dell’autore de I Soliti sospetti).

Tom Cruise

E sì, in scene così la foto viene un po’ mossa.

E così anche se Mission Impossible – Final Reckoning, distribuito da Eagle Pictures, è troppo lungo (169 minuti, nessuna scena nei titoli di coda) e a tratti rallentato da troppe “spieghe” tecniche, la conclusione, anomala per un “semplice” film d’azione, invia al suo pubblico un messaggio intensamente sentimentale.

Ma anche a sorpresa molto morale, un lungo momento di immagini toccanti, mentre una voce fuori campo pronuncia parole civili (quasi cristiane), che dovrebbero essere verità scontate e come ben sappiamo non lo sono affatto, e che qualcuno forse accuserà di ipocrita buonismo.

Visti i tempi che corrono, bersagliati da disinvolte ragioni di stato, stragi quotidiane, affarismo al potere, cinismo a palla, brutalità e “cattivismo” esibiti, quasi ci si commuove per l’intenzione.

E quindi ringraziamo Cruise e McQuarrie per la loro volontà di darci qualcosa di più del semplice divertimento da “wow” e, forse, farci riflettere che se ormai i messaggi virtuosi finisce per farceli un divo chiacchierato in un blockbuster commerciale, il problema di come si sta “comportando” l’umanità è diventato proprio virale.

Scheda tecnica:

Regia: Christopher McQuarrie

Cast: Tom Cruise, Vig, Rhames, Simon Pegg, Henry Czerny, Janet McTeer, Nick Offerman, Hannah Weddingham, Pom Klementieff, Angela Bassett, Shea Whigham, Holt McCallany, Esai Morales, Greg Tarzan Davis, Rolf Saxon

Distribuzione: Eagle Pictures

Genere: azione, avventura, spionaggio

Pubblicato da Giuliana Molteni

Vado al cinema dalla metà degli anni ’50 e non ho mai smesso. Poi sono arrivate le serie tv.