Mani nude è un originale film italiano, una nerissima storia di violenza e impossibile riscatto.
Il giovane Davide, ragazzo dall’aspetto borghese e tranquillo, viene rapito da una misteriosa banda che organizza incontri di lotta estrema, che si devono concludere con la morte di uno dei due combattenti.
Dopo una sommaria selezione che lascia intendere di che vera pasta sia fatto il ragazzo, viene affidato a un “tutore”, che lo deve formare, con metodi ovviamente di spietata durezza. Entra a far parte di un gruppo di altri sequestrati come lui, nella stiva di un’enorme nave in disuso, ancorata chissà dove.
Gli altri sono lì per ripagare debiti, per restituire favori finiti male, il motivo del suo sequestro Davide non riesce a capirlo. Ma per sopravvivere deve dare fondo a ogni sua risorsa, nella speranza di riuscire a tornare a casa.
Dopo alcuni incontri di violenza inaudita, riesce a stabilire una connessione con il suo carnefice, uomo dalla faccia pietrificata da una vita di cui si intuisce la devastante durezza. Ogni rapporto umano in un luogo disumano può però rivelarsi foriero di disastri.

Un combattimento come i gladiatori, all’ultimo sangue.
Dopo una prima parte tutta girata nell’antro della nave, fra efferatezze di ogni genere, il film piega bruscamente in un’altra direzione e diversa sarà l’ora successiva (la durata complessiva è di 124 minuti).
Non ne diciamo altro per non fare spoiler, perché Mani nude è un film originale, diversissimo da ciò che di solito ci propone il cinema italiano, e merita di poter sorprendere. Suggestive le location, dal ventre arrugginito della terribile “nave scuola”, ai luoghi dei combattimenti mortali, dove si accalca la folla urlante e vogliosa di emozioni estreme.
Che possono essere fatiscenti strutture abbandonate o eleganti teatri per una sera sottratti ad arti più nobili o anche l’elegante salone nella villa di una ricca alto-borghese, bisognosa di emozioni proibite.

Alessandro Gassman è il durissimo “allenatore” della spietata organizzazione.
Si fanno notare anche la fotografia di Sandro Chessa e la colonna sonora di Dario Faini, più noto con lo pseudonimo di Dardust. Ottimo Francesco Gheghi, attore in ascesa dopo la sua promettente prestazione nel tragico Familia (ne avevamo parlato qui), affiancato da Alessandro Gassman, irrigidito nel suo personaggio pietrificato dal dolore.
Il Grande Vecchio malvagio, a capo di tutto, è Renato Carpentieri. Tratto liberamente dal romanzo scritto nel 2008 da Paola Barbato, Mani nude (distribuito da Medusa) è scritto (insieme a Davide Lisino) e diretto da Mauro Mancini, dopo Non odiare, già con Alessandro Gassman.
Il film si rivela un interessante incrocio fra generi, uno spietato anime giapponese, un violentissimo fotoromanzo, una variazione sul tema Danny the Dog (non a caso scritto da Besson) o uno degli ultimi crudeli prodotti coreani.

Francesco Gheghi si conferma come valido interprete, dopo il film Familia.
Se dall’inizio lascia trapelare una chiave di lettura di quanto sta avvenendo, poi il film poi travolge con la descrizione di un universo cupissimo e molto pittoresco, ben descritto anche per le ambientazioni scelte, prima e dopo.
Un dopo dove tutto si interrompe e muta tono, si stabilizza in una grigia routine, virando nella direzione di un impossibile riscatto, impossibile perché nessuno dei due protagonisti sembra disposto a concederselo.

Per chiudersi su un finale nerissimo, in fondo l’unico plausibile, che però se fossimo in un episodio di una serie tv, farebbe precipitare lo spettatore a cliccare su quello seguente, per vedere come va a finire davvero. Per cui se ne esce discutendo o ripensandoci, il che è sempre segnale di un film che ha saputo trovare un suo spazio.
Scheda tecnica:
Regia: Mauro Mancini
Cast: Alessandro Gassman, Francesco Gheghi, Renato Carpentieri, Fotinì Peluso
Distribuzione: Medusa
Genere: drammatico, azione, thriller