Longlegs – Recensione

Longlegs è un horror dalle atmosfere inquietanti, arricchito dalla partecipazione di un eccezionale Nicolas Cage.

Il Male esiste, ma come si forma, dove si annida, perché si scatena? Non a tutte queste domande darà risposta l’inquietante Longlegs, ultimo “fenomeno” horror americano, diretto da Oz Perkins, figlio di noto papà, uno che di horror se ne intendeva.

Anche se in fondo non si tratta di una storia granché originale, il film si segnala per la presenza di Nicolas Cage (che anche partecipa alla produzione), un quasi-cameo, visto l’esiguo minutaggio complessivo della partecipazione, che è la cosa più bella e più autenticamente disturbante di tutto il film.

Che per il resto rimane dentro i binari di genere, binari già variamente percorsi. Siamo negli anni ’90, in un gelido e desolato Oregon, Lee Harker è una giovane agente dell’FBI, con l’imbarazzante fama di sensitiva.

Alle spalle un difficile rapporto con la madre, una fanatica religiosa da cui si è allontanata. Nella zona da 30 anni avvengono sanguinosi delitti, vere stragi di intere famiglie, eseguiti sempre dal padre di famiglia, ma “firmati” da un misterioso assassino che si firma Longlegs sui criptici messaggi che lascia dietro di sé.

Maika Monroe

Piccole allieve di Clarice Sterling crescono.

Tutto ha avuto inizio molti anni prima, come apprendiamo in un prologo in cui compaiono una ragazzina e, a velocità subliminale, il mostruoso criminale. Lee intuisce di essere legata agli eventi più di quanto sia possibile immaginare, ma cerca di nascondere le sue sensazioni ai capi, temendo di non risultare credibile, vista la sua fama.

Intanto però le stragi proseguono, come può l’assassino arrivare così facilmente alle sue vittime, come riesce a condizionarle, qual è il suo vero potere? Longlegs, in Italia distribuito da Medusa, pesca in tutto il miglior catalogo horror degli ultimi decenni, sia come trama che come messa in scena e porta a casa il suo risultato, anche senza provocare eccessivi batticuori.

Almeno negli spettatori più maturi, perché, come dicevamo per il film MaXXXine, sembra che le nuove generazioni siano più impressionabili e pronte a gridare al capolavoro anche in presenza di prodotti che sono solo intelligentemente derivativi.

Nicolas Cage

Un semplice pazzo, un mostro assassino? Nicolas Cage, what else…

La protagonista è Maika Monroe (Watcher, It Follows), affiancata da Blair Underwood, il suo capo, e Alice Witt, la madre. Perkins, al suo quarto film, immerge i suoi personaggi nella luce fredda di una fotografia quasi seppiata, con dialoghi ridotti all’osso e zero colonna sonora.

Lo stacco avviene quando irrompe in scena, anche se brevemente, Cage, una maschera inquietante quanto o più di Pennywise, con una recitazione gustosamente sopra le righe (raccomandiamo il doppiaggio originale). E si prova un brivido, unico momento, come dicevamo, in cui il film riesce a trasmettere allo spettatore un poco di quell’orrore promesso.

Il mostro non ha storia, non ha motivazioni, alibi, esiste e basta, portatore di questo famoso “male” di cui tanto si parla, su cui si discute invano, mentre semplicemente fa parte della nostra natura e, in qualche circostanza, dilaga e si diffonde, contagiando chi ne venga in contatto, insinuandosi là dove trova spazio. Come per i vampiri, qualcuno deve sempre invitarlo a entrare.

Scheda tecnica:

Regia: Oz Perkins

Cast: Maika Monroe, Nicolas Cage, Alice Witt, Blair Underwood

Distribuzione: Medusa/ Be Water

Genere: horror

Pubblicato da Giuliana Molteni

Vado al cinema dalla metà degli anni ’50 e non ho mai smesso. Poi sono arrivate le serie tv.