Lo strangolatore di Boston – Recensione

Su Disney + con il film Lo strangolatore di Boston, ritorna una storia di cronaca nera già portata su grande schermo negli anni ’70.

Boston 1963: una giovane reporter, Loretta McLaughlin, relegata alle cronache mondane del quotidiano Record American, scopre un filo conduttore in tre uccisioni efferate di donne sole.

Dopo estenuanti trattative riesce a convincere il suo direttore ad affidarle il caso, in mezzo a ostilità e scetticismo del resto della redazione. Erano anni in cui per le donne certi mestieri erano fuori dalla portata, anche se eravamo sull’orlo dell’esplosione della contestazione a livello mondiale, del rivoluzionamento di ruoli sul quale ci troviamo a discutere ancora oggi.

Pur dimostrando subito intuito e capacità, Loretta viene ostacolata, ignorata, disprezzata da colleghi e poliziotti con i quali è indispensabile trovare un aggancio. Le morti intanto proseguono, la Polizia è costretta ad ammettere la propria impotenza.

Una cronista più esperta, Jean Cole, viene affiancata a Loretta e fortunatamente si rivela un’alleata preziosa, capace di muoversi in modo più disinvolto in un mondo ferocemente maschilista. Affrontando rischi e problemi sempre maggiori, in una società composta da tanti “uomini che odiano le donne”, le due giornaliste continuano la loro indagine, che si rivelerà decisiva.

Keira Knightley Carrie  Coon Lo strangolatore di Boston
Keira Knightley e Carrie Coon alle prese con la grafomania della popolazione terrorizzata.

Il film racconta una sua versione di fatti realmente accaduti e rielabora un soggetto già portato su grande schermo nel 1968 da Richard Fleischer, con un intenso Tony Curtis nei panni del killer ed Henry Fonda in quelli del poliziotto che lo incastrerà.

L’approccio narrativo era però del tutto diverso, così come anche la conclusione del caso, visto con il senno di oggi. Era del tutto assente ogni figura femminile, così come molto blanda era la presenza dei media nell’indagine.

Questa versione, scritta e diretta da Matt Ruskin (Il coraggio di lottare), mette al centro della narrazione la stampa e le due coraggiose reporter, viste da poliziotti e autorità come elementi di disturbo alle indagini.

Lo strangolatore di Boston Chris Cooper
Chris Cooper è il solito direttore severo ma umano.

Ma sarebbe ingiusto leggerlo come un remake disneyano, stile girl power per intenderci. Perché, pur scegliendo il punto di vista di una giornalista, il film è anche un atto di accusa nei confronti della Polizia che annaspava, indagando senza la dovuta efficienza.

La storia è stata portata su grande schermo anche nel 2008, con un film diretto da Michael Feifer, focalizzato sulla figura inquietante del presunto responsabile, Albert DeSalvo, accusato di aver ucciso 13 donne che vivevano da sole, fra i 19 e gli 85 anni, un caso di difficilissima soluzione per i mezzi investigativi di allora.

Girato con un gusto estetico che rimanda a Zodiac di David Fincher, Lo strangolatore di Boston è visibile su Disney + dal 17 marzo.

Albert DeSalvo Lo strangolatore di Boston
Il vero Albert DeSalvo, il presunto killer.

Come tanti altri appassionanti film sul giornalismo d’inchiesta, anche questo si diverte nel mettere in scena i vertici di un mestiere in cui alcuni hanno dato il meglio, per onestà, per amore della verità, per ambizione anche, mentre altri hanno dato il loro peggio, per sciatteria, per disonestà, per corruzione.

I giornalisti nei film americani, specie se ambientati in un passato anche recente, sono spesso figure idealizzate, uomini e donne che in nome della ricerca della verità si espongono, rischiano oltre ogni ragionevole regola di comportamento. Eppure la storia insegna che in diversi casi hanno davvero fatto la differenza.

Senza riuscire ad appassionate come altri illustri precedenti, Il strangolatore di Boston è un film medio, che si avvale di un buon cast. Keira Knightley è la protagonista, donna che si vuole occupare di casi di sostanza e non solo di frivolezze, zavorrata però da un marito inizialmente solidale, poi quasi obbligatoriamente ostile.

Lo strangolatore di Boston Keira Knightley

Una donna paga sempre più di un uomo la sua carriera, perché le viene ogni volta rinfacciato di non accettare il suo ruolo “naturale” di madre. Carrie Coon con la consueta freddezza interpreta la giornalista che ha già capito tutto, mentre la sua giovane collega di strada deve ancora farne.

Chris Cooper è il solito burbero direttore, che deve mettere insieme verità e affari, Alessandro Nivola fa il poliziotto disilluso, che finirà a fare il consulente per il film degli anni ’70. Colonna sonora che a tratti cita in modo quasi plateale Hans Zimmer.

Anche se a distanza di 57 anni la soluzione del caso non è certa, così come l’esclusiva colpevolezza di DeSalvo, dall’angosciosa storia emerge il quadro di una diffusa violenza spesso impunita nei confronti delle donne, per mano di partner e non solo di assalitori maniaci.

Carrie Coon Lo strangolatore di Boston
Carrie Coon, la giornalista investigativa più esperta.

La sconfortante conclusione che “gli uomini ammazzano le donne”, frase pronunciata nel film che si svolge negli anni ’60, a quanto si vede ancora oggi è tristemente valida.

Oggi che si fa sempre un gran parlare delle violazioni dei diritti di tante e varie minoranze, è bene ricordare che nella storia la maggioranza che ne ha subite di più è quella delle donne.

Scheda tecnica

Regia: Matt Ruskin

Cast: Keira Knightley, Carrie Coon, Chris Cooper

Distribuzione: Disney  +

Genere: poliziesco, thriller, drammatico

Pubblicato da Giuliana Molteni

Vado al cinema dalla metà degli anni ’50 e non ho mai smesso. Poi sono arrivate le serie tv.