Sugli schermi cinematografici, le suore sono state spesso spose del Demonio invece che di Cristo, in una rivolta ancora più drastica alle “regole del patriarcato”.
In un mondo nel quale per secoli le regole d’ingaggio sono state scritte dagli uomini, non poteva che essere sospetta una figura femminile che si sottraeva al richiamo della carne, rifiutando il sesso con gli umani, in vista di un amore sublime nei confronti di dio.
Rinuncia che la chiesa cattolica esige pure dai propri rappresentanti maschili, creando però meno scetticismo nel resto dell’umanità, perché si sa la donna resta sempre Eva la femmina tentatrice, la meretrice di Babilonia.
Santa e martire, nei secoli la vestale, la suora, è stata rispettata, mitizzata, detestata, violata, perseguitata. Che fosse la sventurata che risponde di manzoniana memoria, la missionaria eroica, l’infermiera in prima linea, l’insegnante o la vigilante severa, pronta a ogni sacrificio per cristiana abnegazione e con lo stesso cristiano slancio disposta a infliggere ogni sopruso, è stata una santa, una spietata aguzzina ma anche un demone vero e proprio nei film di un filone horror che l’ha vista spesso al centro delle sue trame.
Anche in altri genere di cinema ci sono state suore o sante protagoniste, sottoposte a orribili sevizie, crudelissime mutilazioni dopo essere state (come dubitarne) abusate in molti modi, in una connotazione sado-maso che a suo tempo deve avere fatto da inconscio richiamo per diversi spettatori.
The Nun II
Sugli schermi, la stessa sorte è stata riservata alle streghe, altra categoria di donne che nella storia ha subito abusi atroci da parte dell’altra metà del cielo. E questo fa da collegamento fra le due figure, donne abusate in cerca di vendetta, demoniaca o meno.
Il genere è stato molto frequentato nelle cattolicissime Spagna e Italia, spesso anche nella variante morbosa/boccaccesca (il filone Fenech/Bouchet/Banfi), talvolta anche in versione semplicemente thriller.
Un titolo italiano, esilarante nel suo ingolosire i più bassi istinti del pubblico degli anni ’70, è Confessioni proibite di una monaca adolescente, film tedesco ambientato in Portogallo, ma anche La novizia indemoniata (USA 1973) non scherza. Morbosa anche se qualitativamente a un livello superiore, era stata anche la mitica Florinda Bolkan con la sua Flavia la monaca musulmana del 1974, anche se nessuno sarà all’altezza del film I Diavoli di Ken Russell, “scandaloso” per definizione nell’anno di grazia 1971.
The Convent
Citiamo anche Suor Omicidi del 1979 che vedeva addirittura la gloriosa Anita Ekberg come protagonista e Machete, in cui Lindsay Lohan era una suora armata di un fucile d’assalto. Tutti questi prodotti hanno formato un genere a parte, che ha meritato una sua definizione, Nunsploitation.
Ne parliamo perché si è concluso il breve ciclo dei film The Nun, costola/spin off della serie di film The Conjuring. Nel secondo dei due film, The Nun II, (il primo è del 2018), da poco uscito nelle sale, abbiamo avuto modo di comprendere il motivo del coinvolgimento della suorina esorcista Tessa Farmiga.
E il perché dell’accanimento del demone Valak, incarnato nell’inquietante suora (Bonnie Aarons), che abbiamo conosciuto in The Conjuring – Il caso Enfield, uno dei film sulla famiglia Warren, con Vera Farmiga e Patrick Wilson, attore affezionato al genere horror, visto infatti pochi mesi fa in nuovo capitolo della serie Insidious.
The Nun, il film del 2007
The Nun II è un film derivativo, che rimesta i soliti elementi di genere con una cura formale innegabile, una fotografia buia che aumenta i pretesti per gli immancabili jump scare sostenuti dalle musiche del veterano Marco Beltrami, mentre si rivela il disegno malefico che qui ha a che vedere con il recupera di una macabra reliquia che darebbe al demone immenso potere.
Indubbiamente ben rese le apparizioni della terrificante suora, con quel suo fondersi e riapparire dalle ombre. Nel cinema horror non sono mancate le figure di religiosi posseduti dai demoni o lucidamente mirati a compiere azioni che assicurino la vittoria del Male.
Ma la suora, la donna che dovrebbe essere la dolce figura femminile che accudisce e perdona, che in silenzio serve e ubbidisce, quando non si ritira dal mondo in clausura, se posseduta al servizio di Satana, ha indubbiamente maggiore appeal.
Crucifixtion
Andando a ritroso possiamo cominciare citando i film italiani Un altro inferno, horror del 1981, un B Movie (anche Z) molto trash e La monaca del peccato, nobilmente tratto da un romanzo di Denis Diderot, storia di prevaricazioni, soprusi e sesso (più denuncia e morbosità che horror).
Arriva poi Demonia (1990) del nostro Lucio Fulci, effetti speciali da budget risicato ma regia d’autore, per mettere in scena un convento abbandonato abitato da entità demoniache. Dark Waters del 1993 si svolge fra suore e catacombe, abitate da entità malvagie e come dubitarne.
Proseguiamo con Desecration del 1999, made in USA, dove la vendetta di una suora porterà il protagonista all’Inferno. In The Convent (USA, 2000) una ragazza compie una delle solite stragi all’americana, solo che fa irruzione in un convento e le vittime sono tutte suore. Il luogo diventa richiamo per satanisti ed entità malefiche (quasi demenziale).
Gli occhi del diavolo
Nel nuovo millennio arriva una Nun spagnola (2007) dalla factory di Brian Yuzna e Julio Fernández, dove lo spirito di una suora fanatica cerca di vendetta. Nel 2010 abbiamo il trash morboso di Nude Nuns with Big Guns (altro titolo made in USA). In Flesh for Inferno (USA, 2015) troviamo suore murate vive da un prete degenere, i cui spiriti cercheranno vendetta anni più tardi.
Livello più nobile per Sangue del mio sangue del 2015, di Marco Bellocchio, un film difficilmente classificabile, con echi manzoniani. Nel 2017 arriva The Crucifixion di Xavier Gens (regista di Frontiers, Hitman), ispirato all’esorcismo di una suora posseduta, avvenuto in Romania. Una suora rischia di finire al rogo e pure in seguito le cose non andranno benissimo per lei, nel film inglese Il convento del 2018.
Nello stesso anno un film filippino, Eerie, imita gli horror coreani/giapponesi. E sempre nel 2018 esce il primo dei due The Nun, con i personaggi creati da James Wan e Gary Dauberman.
Nude Nuns with Big Guns
Nel 2021 si fa guardare Agnes, film indie americano che nel cui cast figura il simpatico Sean Gunn, che abbiamo rivisto di recente in Guardiani della Galassia 3. Ricordiamo anche l’americano Gli occhi del diavolo (2022), ennesima storia di esorcismi e possessioni con interessante accenno al sessismo nelle gerarchie cattoliche.
Ma ci sono molti film in cui la malvagità delle suore viene dalla loro vera natura di esseri umani fallibili, senza scomodare demoni o altre entità malvagie, come non pensare a Magdalene, l’agghiacciante film di denuncia diretto da Peter Mullan. Per fortuna possiamo concludere la veloce carrellata anche con un personaggio positivo, la suora ottimista di Sister Act.
In un momento storico in cui la chiesa cattolica è spesso sotto accusa per i troppi e mai denunciati abusi inflitti nei secoli contro chi nei suoi emissari cercava conforto e sostegno trovando invece ben altro, quella della suora resta nella realtà una figura poco indagata, necessaria ma poco considerata, mano d’opera indispensabile a bassissimo costo senza la minima possibilità di “fare carriera”.
Tessa Garmiga perseguitata dal demone Valak.
Nella chiesa cattolica il #metoo non è ancora arrivato, come stupirsi quindi se ogni tanto un lavoratore sottostimato decide passare alla concorrenza cambiando datore di lavoro?