Le occasioni dell’amore – Recensione

Le occasioni dell’amore è una romantica commedia francese, una storia d’amor perduto, diretta da Stéphane Brizé, che scegli un registro narrativo di estrema sobrietà.

Siamo in un’autunnale Bretagna, sulla costa ventosa della penisola di Quiberon, battuta dalle onde impetuose dell’Atlantico del Nord.

Qui si rifugia Mathieu, famoso attore in crisi artistica, in un hotel dove si effettuano cure termali, frequentato da una clientela anziana e poco mondana. Una scelta che però aumenta la sua depressione e l’incapacità di decidere cosa fare della sua carriera.

Qualcuno però lo riconosce, il paese è piccolo, la voce si diffonde e arriva all’orecchio di Alice, suo amore di gioventù là residente, ormai felicemente sposata e madre, che però non resiste e lo cerca.

Mathieu si lascia trovare, per curiosità, per rompere una routine poco appassionante, per distrarsi, per tornare ai tempi passati, per rimpianto? Chissà, tanti anni sono passati, ci sono cose vecchie da chiarire, ci sono cose nuove da raccontare, c’è la passione reciproca mai svanita.

Guillaume Canet Alba Rohrwacher

Ritrovarsi come se 15 anni non fossero passati.

Ma che possibilità ci sono che questo tardivo incontro porti qualcosa di positivo nelle vite di entrambi? E, inoltre, chi ne potrebbe pagare le conseguenze più gravi? E comunque, ne sarà valsa la pena?

L’incontro provocato da lei, ben accettato da lui, potrebbe significare il ricordo affettuoso di una storia d’amore prima che la vita vera irrompesse, il ritorno di una passione fisica che è rimasta intatta, il ritrovarsi felici proprio perché si tratta di una parentesi passeggera, perché troppo lontane si sono fatte le rispettive strade.

Ma non si può mai dire cosa succede a rimescolare le chimiche. Il film è un duetto di eccezionale delicatezza fra due personaggi di cui in fondo poco ci sarà detto e niente spiegato, affidati a due attori perfetti.

Guillaume Canet Alba Rohrwacher

Un momento di euforia fuori contesto.

Che sono Guillaume Canet (La belle époque, Il gioco delle coppie, Acide) e Alba Rohrwacher (Il sol dell’avvenire, Finalmente l’alba, Maria), che nell’originale recita in francese. Belle le musiche di Vincent Delerm, anch’esse di delicata semplicità, che iniziano dopo quasi mezz’ora, quando per la prima volta i due sono insieme.

Suggestiva la fotografia, che riprende un panorama dai colori pallidi, come sbiaditi dal pulviscolo del mare che batte incessante. Dirige Stéphane Brizé, regista di film di sostanza, la famosa trilogia con Vincent Lindon, La legge di mercato, In guerra e Un altro mondo.

Meglio sarebbe stato se il distributore I Wonder avesse lasciato il titolo originale Hors saison, Fuori stagione, quel momento di stasi malinconica che aleggia sulla località, sulla vita di lui, su quella di lei. Il passato non ha lasciato soddisfazione, anche se in fondo “è andato tutto bene”, il presente per lui è incerto, per lei poco appassionante, è lecito provare a chiedersi come potrebbe andare un diverso futuro?

Chi si aspettasse occhi lucidi sarà deluso, perché Brizé racconta la storia con una controllata freddezza, schivando tutti i momenti che potrebbero provocare l’occhio lucido, in nome di una estrema razionalità, quella che fa sì che si accettino le conseguenze delle proprie scelte, quando si sa che sono irreversibili, che siano del passato o del presente.

Senza scene madri, senza straziarsi l’anima come con altri film in qualche modo alla lontana apparentabili (del filone “gli orizzonti perduti non ritornano mai”), L’amante, L’età dell’innocenza, I ponti di Madison County e le tante storie di amori impossibili che ci hanno fatto soffrire nel buio delle sale dei cinema, laddove avessimo un cuore da spezzare ancora.

Scheda tecnica:

Regia: Stéphane Brizé

Cast: Guillaume Canet, Alba Rohrwacher, Marie Drucker,

Distribuzione: I Wonder Pictures

Genere: commedia, drammatico

Pubblicato da Giuliana Molteni

Vado al cinema dalla metà degli anni ’50 e non ho mai smesso. Poi sono arrivate le serie tv.