Kraven, villain della saga Spider-Man, ha meritato un intero film ha lui dedicato, interpretato da un fisicato Aaron Taylor-Johnson.
Sesto film dello Spider-Man Universe rimasto di proprietà Sony, Kraven introduce un personaggio cinematograficamente nuovo, dopo Venom, Morbius e Madame Web.
E purtroppo il risultato è dello stesso livello, deludente. Se Tom Hardy di Venom poteva aver messo sulla bilancia l’amore dei suoi numerosi ammiratori e Jared Leto con il suo Morbius aveva contato anche lui sui numerosi fan sul palco e sullo schermo, per Dakota Johnson di Madame Web si era forse pensato di fare leva sul suo fascino e sul ricordo delle 50 sfumature, forse contando su un pubblico adolescenziale (perché il livello raggiunto dal film era a malapena quello).
Per Kraven si sarà pensato la stessa cosa, avendo affidato il ruolo ad Aaron Taylor-Johnson, attore attraente e dagli addominali ben esibiti nei poster e nelle foto di scena. Addominali che, lo diciamo alquanto sconsolati dall’andazzo della storia, potevano costituire motivo di frivolo interesse e invece sadicamente vengono mostrati solo per pochi minuti nel finale.
Questo per dire che poco altro resta del film, e non per colpa di Johnson. Come viene rielaborata la storia scritta dai “soliti” Stan Lee e Steve Ditko nel lontano 1964? Il film ci presenta Sergei da adolescente, vessato insieme al fratello minore Dima dal padre degenere, un feroce oligarca russo, di devastante prepotenza.
Aaron e i suoi addominali, perché non sono solo le donne a essere “oggettivizzate”.
Sergei durante un safari in cui lo ha trascinato il padre, per ammazzare animali a scopo educativo, rischia di morire e viene salvato grazie a un siero misterioso che gli somministra Calypso, ragazza del posto dotata di nonna “magica”.
Questa pozione gli dona un compendio di qualità che appartengono a tutte le razze animali, rendendolo una specie di particolare super-eroe. Lo ritroviamo adulto, divenuto un cacciatore di “cattivi”, attività che gli procura non poche ostilità da parte di gentaglia poco raccomandabile.
Fra cui Rhino, un villain affidato con scelta incongrua ad Alessandro Nivola, che gli prepara un trappolone per condurlo là dove pensa di poterlo ammazzare (assai poco carismatico, fuori parte pure lui, Christopher Abbott che è un letale killer detto lo Straniero).
Padri e figli, siamo sempre là.
Ma ben altra sarà la sorpresa che attenderà Sergei/Kraven alla fine del suo percorso. Perché l’albero lascia cadere un frutto che in qualche modo gli somiglia. Solita storia, si dirà, con poche variazioni e tanto di già visto.
Per di più la narrazione procede a strappi, senza fluidità, la CG in alcune scene sarebbe da migliorare, anche per quanto riguarda gli animali (ce ne sono molti nel film), i legami fra i personaggi sono dichiarati ma non pervenuti, per totale mancanza di intensità drammatica e/o tensione, alcune scene iperboliche sono di quasi esilarante esagerazione (e dire che ne abbiamo visto, cose…).
Dirige J. C. Chandor, dopo film di ben altro livello come Margin Call e 1981: Indagine a New York, e non ci sembra che questo sia il genere che lo farà brillare. Altro punto dolente del film, il doppiaggio italiano, a parte Crowe e a tratti Johnson, il resto del cast si esprime enunciando le battute scolasticamente, con scarsa partecipazione, senza il ritmo che sarebbe stato necessario.
Alessandro Nivola, il malvagio Rhino, sprecato un un ruolo che non gli è congeniale.
Ma il ritmo è anche e soprattutto un grosso problema della sceneggiatura. Quindi, se decidete di andare in sala a vederlo, mai come in questo caso cercate la versione in originale con sub. Aaron Taylor-Johnson sfodera fascino e a tratti ironia ma non basta a reggere il film, che si spegne vistosamente nelle scene in cui compare Nivola.
Il fratello Dima è Fred Hechinger, appena visto nei panni di uno dei due imperatori debosciati di Gladiator II, deve essere stato scelto in vista dell’evoluzione che avrà il suo personaggio, altrimenti non si giustificherebbe. Russell Crowe mette la sua stazza intimidente al servizio di un personaggio scontato.
Ariana DeBose è incolore, pur nel suo look da avvocato di successo prima, di una specie di Diana cacciatrice poi. Taylor-Johnson ha già partecipato all’Universo Marvel come Quicksilver in Winter Soldier e Age of Ultron, mentre Crowe era un grottesco Zeus in Thor Love and Thunder.
Kraven – Il cacciatore (distribuito da Eagle Pictures) dovrebbe servire da introduzione a un trattamento successivo (nel finale si capisce in che direzione si muoveranno gli sceneggiatori), in cui il Cacciatore dovrebbe diventare acerrimo nemico di Spider-Man (non ci sono però scene post-credits).
Ci chiediamo però come e perché mai dovrebbe avvenire questo passaggio, in quanto in questo film Kraven è un simpatico ammazza-cattivi pure difensore degli animali ed ecologista, appena un filo megalomane. Restiamo invece privi di curiosità sul futuro degli altri personaggi. Tutto ciò nonostante la (breve) visione conclusiva degli addominali di cui già parlavamo. E questo è un grave segnale. Ridicolo il divieto ai minori di anni 14.
Scheda tecnica:
Regia: J. C. Chandor
Cast: Aaron Taylor-Johnson, Ariana DeBose, Alessandro Nivola, Fred Hechinger, Christopher Abbott, Russell Crowe
Distribuzione: Eagle Pictures
Genere: azione, avventura, fantasy