In Itaca – Il ritorno Ulisse finalmente torna alla sua terra, ai suoi affetti, anche se nulla sarà come prima.
Chi non conosce Ulisse, noto anche come Odisseo, protagonista dello splendido poema di Omero, la cui datazione si pone fra il sesto e l’ottavo secolo avanti Cristo?
Molti film ci hanno raccontato la sua avventura, sia come partecipante all’assedio e alla presa di Troia, grazie alla sua famosa invenzione del cavallo di legno, che aveva permesso agli Achei di entrare nella città vanamente assediata da dieci anni.
Ulisse è un personaggio passato alla storia come astuto, riflessivo, anche subdolo e capace di ingannare perfino gli dei, eroe sempre in cerca di un oltre che lo portasse verso mete lontane, a dispetto del destino avverso.
Pur avendo intrapreso il viaggio di ritorno, fra varie avventure aveva ritardato di altri dieci anni l’approdo nel suo regno a Itaca (vent’anni quindi in tutto di assenza). Là nel frattempo si erano insediati i Proci, i parassitari pretendenti al trono, che volevano forzare la moglie Penelope a prendere uno di loro come marito.

Il primo incontro, in incognito.
Nel frattempo era divenuto un giovane uomo il figlio Telemaco, che non aveva di lui nessun ricordo ma solo pensieri ostili. Il film Itaca – Il ritorno, diretto da Uberto Pasolini (noto come produttore di Full Monty e poi regista di Machan, Still Life, Nowhere Special) e da lui scritto insieme a John Collee e Ewdard Bond, non ci ripropone le note avventure (Ciclopi, maghe, ninfe, sirene), ma si apre sul suo corpo nudo, abbandonato sulla riva della sua isola.
Dove era stato depositato dai Feaci, ma in questa narrazione non se ne parla, come di nulla dell’avventuroso passato antecedente. Là viene soccorso da Eumeo, il guardiano dei maiali. Poi la narrazione si adegua al poema, con la sua presa di coscienza della situazione, il contatto e lo svelamento prima con la nutrice, poi con il figlio e infine con Penelope, mentre gli ignari Proci fanno di tutto per rendersi detestabili e degni della crudele morte che Ulisse imporrà loro.
Intanto Penelope si interroga sulla follia omicida degli uomini e tesse e disfa la sua proverbiale tela. Cosa ci dice di nuovo questa versione di una leggenda bellissima e stra-nota? Niente di particolare purtroppo, pur provenendo da un autore che ha saputo darci altre belle storie, capaci di toccare il cuore.

La vendetta, l’ultima strage, forse.
Si insiste sul discorso dell’inutilità della violenza, della follia delle guerre, su cui medita tristemente perfino Ulisse stesso, che non riesce a ribattere con efficacia alle accuse della moglie, mentre subisce il disprezzo del figlio che lo giudica con la durezza della sua inesperienza.
Ma questo non basta a rendere attrattiva una nuova trasposizione che incuriosiva molto, visti infatti i tanti trattamenti precedenti (dal film del 1954 con Kirk Douglas al famoso sceneggiato Odissea, fiore all’occhiello della tv italiana nel 1969, alla versione di Končalovskij con Armand Assante e Isabella Rossellini, per chiudere con il polpettone fuori tempo massimo Troy).
Quanto agli interpreti, non possiamo che aspettarci il meglio da Ralph Fiennes, sempre seminudo, un corpo maturo ma ancora atletico, massacrato dal tempo e dalle avventure, eppure di grande virilità, regale anche nello sguardo dominatore, pur abbattuto dal senso di colpa per le sue scelte, che tanti lutti hanno causato. Lo abbiamo da poco visto ben più vestito in Conclave.

L’imbronciato e lamentoso Telemaco di Charlie Plummer.
Juliette Binoche, regale pure lei, determinata e disperata, personaggio forte sulla carta, non comunica troppe emozioni. Ricordiamo i due attori già insieme nello struggente Il paziente inglese e in Cime tempestose. Si salva la nutrice affidata ad Angela Molina e cerca di dare qualche sfumatura al suo personaggio Marwan Kenzari, che è Antinoo, il più insistente dei Proci.
Ma ai nostri occhi sono ingiustificabili due scelte del cast, l’attore Charlie Plummer per Telemaco e uno dei Proci, il gallese Tom Rhys Harries, faccia e taglio di capelli da modello, davvero incongruo. Il nostro Claudio Santamaria interpreta dignitosamente Eumeo il buon guardiano, recitando in inglese nell’originale.

Certo Itaca – Il ritorno, distribuito da 01 Distribution, è un film rigoroso che non concede nulla all’estetica da peplum tipica del cinema anglosassone, quando racconta storia antica e mitologia, ma questo non ne fa un prodotto capace di destare un vero interesse, nonostante i nobili temi su cui invita a riflettere.
Scheda tecnica:
Regia: Uberto Pasolini
Cast: Ralph Fiennes, Juliette Binoche, Charlie Plummer, Claudio Santamaria, Marwan Kenzari, Tom Rhys Harries
Distribuzione: 01 Distribution
Genere: drammatico, storico