Inside Out 2 – Recensione

Con Inside Out 2 partecipiamo alla seconda fase della costruzione della personalità della piccola Riley ormai pre-adolescente.

Ma cosa ti passa per la testa! E perché hai cambiato umore così di colpo? Come mai eri allegro e adesso sei triste? E perché ti sei arrabbiato tanto? Perché hai agito così invece che cosà?

Quante volte abbiamo fatto (ci siamo fatti) queste domande. Abbiamo risposto pensando alle nostre chimiche interne, all’ereditarietà, al solito DNA, all’educazione, al vissuto in generale. Ci siamo curati con pillole varie o siamo andati a sfogarci da un professionista.

Nel 2015 quei meravigliosi geni della Pixar, Pete Docter e Ronaldo Del Carmen anche alla regia, ci avevano raccontato finalmente come in effetti stessero le cose. Nella nostra testa c’è una console che da piccini è abitata solo da un mini-noi positivo e ben disposto, Gioia, pieno di interessi e curiosità, sorridente e propositivo.

Ma subito dopo la nascita, ci troviamo a fianco un altro manovratore, Tristezza, e poi via via arrivano Paura, Rabbia, Disgusto, che a turno prendono i comandi, spesso litigando fra loro, indirizzando i nostri sentimenti, i nostri gusti in una direzione o nell’altra.

Amy Poehler Philys Smith Tony Hale Liza Lapira Lewis Black

Gioia, Tristezza, Disgusto, Paura, Rabbia, i primi, basici sentimenti.

Attraverso questo processo, le nostre esperienze quotidiane diventano ricordi, alcuni basilari, altri più superficiali, che nella notte vengono accuratamente archiviati, a contribuire alla costruzione della nostra personalità.

Può sembrare macchinoso a raccontarlo così, ma la rappresentazione grafica rende tutto esilarante e toccante e soprattutto tanto vero. Avevamo fatto la conoscenza della piccola Riley, che con papà e mamma si era trasferita a San Francisco dal Missouri e non era stato un passaggio facile.

Ma dopo le dolorose avventure del primo film, Gioia aveva con sollievo costato che tutto era tornato a posto. Cos’altro poteva succedere? La pubertà. E questo tormentoso passaggio arriva con tutto il suo devastante disordine nel secondo capitolo, Inside Out 2, in cui ritroviamo la ragazzina ormai 13enne, in preda a umori diversi, a sensazioni nuove.

maya hawke

Ansia, la protagonista dei nostri giorni.

Che corrispondono all’invasione della sala dei comandi da parte di un gruppetto di nuovi personaggi. Arrivano Invidia, Imbarazzo, Ennui (noia e spleen) e soprattutto Ansia, che si pone subito in opposizione con Gioia. Si arriverà di nuovo a un passo dalla distruzione e di nuovo sarà solo la stakanovista Gioia, con il supporto fondamentale di Tristezza, a risolvere la situazione.

Lei, capace di capire che nessuno dei “caratteri” deve prendere il predominio, che il nucleo basico di una personalità sana come quella di Riley non va sostituito da uno nuovo, ma va integrato, perché ogni stato d’animo produce azioni che hanno conseguenze e vanno amalgamante alle altre, accettate ma governate, sbagliando e andando avanti a vivere insieme agli errori commessi.

Insieme ai nuovi sentimenti, raffigurati e personalizzati in modo spiritoso come sempre, segnaliamo la tenerissima new entry di Nostalgia e dell’eroe da videogame Lance Slashblade.

Paul Walter Hauser Maya Hawke Adéle Exarchopoulos Ayo Edebiri

Imbarazzo, Ansia, Invidia, Noia, i nuovi “caratteri”.

Nel cast originale i soliti nomi noti, Amy Poehler torna per la sua Gioia (in italiano Stella Musy), così come tornano alcuni ma non tutti gli altri doppiatori. Fra i nuovi personaggi, Maya Hawke è Ansia, appena vista in La stanza degli omicidi (in italiano è Pilar Fogliati), Ayo Edebiri fa Invidia, Paul Walter Hauser è giustamente il goffo Imbarazzo e Adéle Exharcopoulos mette il suo accento francese a Ennui.

Noi abbiamo Deva Cassel, che l’accento francese ce l’ha anche lei per davvero, in quanto figlia di Vincent Cassel e Monica Bellucci. La sceneggiatura del film è di Meg LeFauve, già al lavoro per il primo capitolo e Il viaggio di Arlo, Dave Holstein (Weeds, The Brink, 68 Whiskey) e lo stesso regista Kelsey Mann, ed è scritta in collaborazione con medici esperti della materia.

E per questo Inside Out 1 e 2, film Pixar distribuiti da Disney, sono un prodotto interessante, utile perfino, al di là della sua capacità di intrattenere, di far ridere o commuovere (o anche insieme). Sono film dedicati ai ragazzini (cui vanno però ben spiegati) ma anche agli adulti, che non abbiano dimenticato il loro “fanciullino” interiore.

Perché tanto da certi dubbi, dalle ansie e dagli alti e bassi che ci colpiscono a partire dalla “console di comando” che tutti abbiamo dentro di noi, non ci si libera mai nemmeno a 90 anni.

Sarà infatti una perenne lotta interiore per fare sì che la vita sia davvero così bella come potrebbe essere, senza lasciarsi mai sopraffare dai sentimenti negativi, aiutando Gioia a fare il suo lavoro, perché altrimenti da sola non ce la può fare. E nemmeno noi.

Scheda tecnica:

Regia: Kelsey Mann

Cast (voci): Amy Poehler, Philys Smith, Lewis Black, Tony Hale, Maya Hawke, Adéle Exarchopoulos, Ayo Edebiri, Deva Cassel, Paul Walter Hauser

Distribuzione: Walt Disney Company Italia

Genere: animazione, commedia, drammatico

Pubblicato da Giuliana Molteni

Vado al cinema dalla metà degli anni ’50 e non ho mai smesso. Poi sono arrivate le serie tv.