In viaggio con mio figlio tratta l’argomento autismo attraverso un gruppo di personaggi meno convenzionali del solito.
Lo scorso 2 aprile è stata celebrata la Giornata mondiale per la consapevolezza sull’autismo. Sarà per questo che nell’ultimo mese abbiamo visto ben tre film su questa sindrome (e anche il protagonista di The Accountant 2 ne è affetto), definita anche Sindrome di Asperger (ma numerose sono le varianti), che abbiamo conosciuto grazie a Dustin Hoffman e Tom Cruise nel 1988 con il film Rain Man, a meno di avere un parente o amico con gli stessi problemi.
Problemi chissà per quanto tempo mal diagnosticati, mentre oggi sotto questa definizione si comprendono una quantità di casistiche forse anche eccessive. Arriva adesso il film In viaggio con mio figlio, in originale semplicemente Ezra, diretto da Tony Goldwyn, faccia nota anche come attore, che infatti qui si ritaglia un piccolo ruolo.
Il film, pur mettendo in scena Ezra, un ragazzino undicenne autistico e la sua “famiglia interrotta”, gravata dai problemi conseguenti alla gestione delle sue particolarità, amplia lo sguardo sugli altri membri della famiglia, che vivono di vita propria e non solo in funzione del bambino.
Che, come spesso accade almeno nei film, è uno che comunica a modo suo, brillante, anche troppo esuberante, dotato di una memoria prodigiosa, che naturalmente non sopporta di essere toccato, oltre ad avere molte altre manie, riti, fissazioni, che rendono la convivenza con lui molto difficile.

Tutte le famiglie sono infelici in modo diverso. E anche felici.
Non per suo padre Max però (Bobby Cannavale), separato da una moglie che non ha mai smesso di amare (Rose Byrne). L’uomo, un caratteriale comedian di non gran successo, rifiuta di considerare suo figlio “malato” e “diverso” a differenza della moglie e ovviamente del Sistema (scuola, assistenti sociali).
Lui stesso però è uno senza filtri, difficile da gestire, e questi suoi problemi sembrano derivare da un pessimo rapporto con il padre Stan (Robert De Niro), portiere di un condominio di lusso, dal quale si è sempre sentito respinto e al quale imputa l’abbandono da parte della madre. Dopo l’ennesimo problema scolastico, Ezra viene preso in carico dal Sistema, quasi scippato alla Famiglia, controllo che la moglie subisce ma Max rifiuta totalmente.
Una nota polemica a parte: come vediamo in tanti film e serie tv, guai a incappare nel pur traballante sistema di assistenza americano, che si accanisce con intransigenza su situazioni a volte meno gravi, mentre altri bambini sono abbandonati alla manovalanza criminale nelle zone più disagiate, altri si ritrovano per strada con le famiglie sfrattate dalle banche, impoverite dalla crisi economica o sono rimasti con un solo genitore incapace di accudirli, nella totale assenza di sostegno scolastico o sanitario.

Per una madre un figlio è sempre speciale.
Max allora prende la decisione estrema, ruba la splendida Cadillac cabrio d’epoca del padre e fugge con il figlio. Scatta l’Allerta Amber e si attivano le Autorità. La madre e il padre partono a loro volta all’inseguimento dei due, verso quella California che i due fuggiaschi stanno cercando di raggiungere, per la promessa di un’audizione da Jimmy Kimmel.
In viaggio con mio figlio (titolo poco attrattivo) mette in scena un piccolo nucleo famigliare, anzi piccolissimo, già appesantito da problemi generazionali (i figli pagano sempre le colpe dei padri, mogli, mariti e figli si scaricano i problemi gli uni sugli altri). I tre adulti sono stati per di più “benedetti” da un ultimo anello problematico, ingestibile senza adeguato supporto, specie se a loro volta gli anelli precedenti hanno delle lesioni.
Il tema quindi, pur abusato, è leggermente diverso dalla solita storiella edificante stile Il bambino di cristallo. Ezra (distribuito da BIM) è un film con una sua dignità, mai melenso o strappalacrime, che si avvantaggia di ottimi dialoghi (scritti da Tony Spiridakis) e soprattutto dal fatto che a recitarli abbiamo un cast davvero di serie A.

Un sempre grande Robert De Niro, con la sua nota espressione disgustata.
Bobby Cannavale si conferma uno di quegli attori che da anni merita ben maggiore visibilità (visto di recente in Maxxine). Robert De Niro riconduce la sua consueta espressione disgustata al suo personaggio, in questo caso rendendolo convincente. Lo abbiamo apprezzato anche nei ben due ruoli del recente The Alto Knights.
Rose Byrne è l’ex moglie, civilmente esasperata e provata. Apparizioni veloci di Vera Farmiga e Whoopi Goldberg. Il piccolo William A. Fitzgerald recita con tutta la spontaneità della sua situazione. Oggi sotto il “cappello” dell’autismo vengono fatte rientrare tante, anche troppe patologie che possono riguardare un bambino fin dalla nascita e l’argomento ha preso più peso nel corso dei decenni.
Di conseguenza la fiction se ne occupa maggiormente. Oltre ai due film più recenti, Il bambino di cristallo e La vita da grandi, i titoli “storici” sono quelli dei celeberrimi Rain Man, Forrest Gump, Buon Compleanno Mr. Grape, Mi chiamo Sam, Un amore speciale, Temple Grandin, Crazy in Love, Adam, Il mio nome è Khan, Molto forte, incredibilmente vicino.

Anche le serie tv Boston Legal e Parenthood. Fra i prodotti italiani ricordiamo Tutto il mio folle amore, Pulce non c’è, Quanto basta, e appunto La vita da grandi, sugli schermi in questi giorni. Certo il film In viaggio con mio figlio ci lascia con un finale illuminato da una luce di speranza, un equo compromesso fra famiglie e società è possibile e anche una piccola vittoria su alcune delle note idiosincrasie da cui sono afflitti alcuni autistici come Ezra.
Che qui ottimisticamente sembrano attenuabili da un mix di affetto, costanza, incoscienza e caso. Un po’ di consolazione per lo spettatore e per chi, eventualmente, avesse un caso simile in famiglia. Resta che, come dicevamo per Il bambino di cristallo, i genitori non dovrebbero mai essere lasciati soli, caricati di responsabilità insostenibili, senza un vero aiuto. Ma nemmeno minacciati di essere espulsi dalla vita del figlio, se ritenuti inadatti, magari con frettolosa severità. Come sempre il giusto equilibrio non gusterebbe, fra un eccesso e l’altro.
Scheda tecnica:
Regia: Tony Goldwyn
Cast: Robert De Niro, Bobby Cannavale, Rose Byrne, Vera Farmiga, Rainn Wilson, Whoopi Goldberg, William A. Fitzgerald, Tony Goldwyn
Distribuzione: BIM
Genere: commedia, drammatico