Il talento si eredita? Parliamo dei figli d’arte in campo cinematografico, dopo alcune generazioni oggi definiti “nepo-baby”.
Con il talento si nasce? Si viene al mondo con una capacità artistica, oppure ci si applica, si copia, si studia, si impara? O invece è qualcosa che si trova già alla nascita nel DNA, qualcosa che può essere tramandato per via ereditaria?
La mitica Famiglia Fonda, Peter, Henry e Jane.
O anche, non è forse vero che crescendo in certi ambienti anche involontariamente, quasi per osmosi, si acquisiscono capacità artistiche per altri raggiungibili con lavoro e fatica? Visto che qui parliamo di film e serie tv e quindi di attori, abbiamo pensato ai tanti “figli d’arte”, sia delle generazioni passate, sia di quelle più recenti.
Alcuni di loro sono stati capaci di emulare o addirittura superare i modelli famigliari, mentre altri sono solo pallide copie, che occupano posizioni di rilievo solamente perché favoriti dai loro cognomi e non grazie alle loro doti.
Essere figli di attori famosi ha certamente aiutato gli esordi di molti, ma quanti si sono poi dimostrati all’altezza, capaci di conquistarsi un posto di rilievo tale da far dimenticare il familismo? Un tempo si chiamavano “figli d’arte”, adesso che siamo alle successive generazioni, sono i “nepo-baby”.
Keith e David Carradine, figli di John, noto caratterista comparso nel mitico Ombre rosse.
Risalendo ai primi anni del secolo scorso, troviamo i Barrymore, quattro generazioni di attori, dal capostipite Maurice (1849/1905), attore teatrale, scendendo per vari figli tutti noti e stimati (Lionel, John, Ethel, visi notissimi se siete amanti del vecchio cinema in bianco e nero) per arrivare a Drew, la piccina di ET diventata dopo parecchie traversie attrice, produttrice e conduttrice televisiva.
Anche John Carradine (Ombre rosse) ha dato il via a una dinastia blasonata, tre figli maschi: David-Kung Fu, Robert, forse il più noto oggi è Keith-I’m Easy”-Carradine, riuniti nel film I cavalieri dalle lunghe ombre.
Ma la più celebre è senza dubbio quella dei Fonda, il patriarca Peter, ma non possiamo lamentarci dei film che ci ha offerto Jane e del ruolo avuto nel nostro immaginario da Peter, da Easy Rider in poi.
Kirk e Michael Douglas, non c’è altro da dire.
Ricchissima di talenti è stata la Famiglia inglese Redgrave, con Vanessa, figlia, sorella di attori e madre di due attrici, avute con il celebre regista Tony Richardson, Joely e la compianta Natasha.
Il caso più eclatante di uomo dello spettacolo a 360 gradi, attore amatissimo ma anche produttore, è Michael Douglas, figlio di Kirk, che fa parte della Storia del cinema con la maiuscola, il cui figlio Cameron ha perso la sua potenziale carriera dopo una manciata di film per problemi di droga.
Anche i Bridges, Lloyd, il padre, famoso interprete di tanti film di genere, ha avuto due figli che lo hanno superato, non solo Beau, attore stimato e amato, ma a sovrastare tutti è arrivato il grande Jeff. Anche Robert Downey aggiunge quel Jr al suo cognome perché il padre è stato un poliedrico artista, attore, regista e sceneggiatore molto noto.
Jon Voight e la figlia Angelina Jolie, un’erede che ha quasi superato il padre.
E la dolce Gwyneth, al suo fianco come amata segretaria e poi consorte in Iron Man, ha due genitori, padre regista e madre attrice (Blythe Danner, di cui ha superato la fama). L’ottimo Josh Brolin, dopo l’esordio in Goonies, ha dimostrato che si può diventare bravi attori anche con carriere diverse da quelle dei padri, nel suo caso il simpatico James (per cui Josh si ritrova come matrigna Barbra Streisand).
Se i genitori di Sean e Chris Penn erano due attori poco noti, non altrettanto si può dire della dinastia svedese degli Skarsgård, il noto padre Stellan, dalla fluviale carriera, ha generato l’apprezzato Alexander e quel Bill che ha conquistato fama come pagliaccio di It, adesso protagonista del remake di The Crow. Ma anche due altri fratelli, Gustaf e Valter, hanno intrapreso la stessa carriera, anche se noti solo in patria.
Prometteva bene Jaden Smith, figlio di Will e Jada Pinkett, ma al momento la sua carriera sembra in stand by, forse troppo poliedrico e dispersivo per mirare la sua carriera in una direzione precisa. Martin Sheen ha avito due figli capaci, che hanno avuto carriere ben diverse, Emilio Estevez e Charlie Sheen, uomo dalle molte dipendenze.
La numerosa Famiglia Skarsgård, di successo internazionale.
Quanto alle figlie della mitica Meryl Streep, Mamie, Grace e Louise, che di cognome fanno Gummer, sono state davvero coraggiose nell’intraprendere una carriera che ha visto rifulgere la madre attraverso tanti decenni, in modo davvero irraggiungibile. Dakota Johnson deve ancora applicarsi, pur figlia di due professionisti notissimi come Don Johnson e Melanie Griffith.
La figlia di Ron Howard, Bryce Dallas Howard, non ha dovuto temere troppi confronti con il padre Ron, che ha fatto l’attore fra gli anni ’60 e ’70, per poi dedicarsi completamente alla regia. Certo di consigli utili ne avrà ricevuti tanti. La bella coppia Goldie Hawn/Kurt Russell ha generato un figlio, Wayatt Russell, promettente e meritevole delle occasioni che gli sono state finora date, ma evidentemente l’ambiente era nel suo complesso assai positivo, perché anche la figlia di Goldie, figliastra di Kurt, ha saputo ben costruire una sua onorevole carriera.
Ci sono anche casi diversi, pur sempre in ambito artistico, Zoe Kravitz attrice e adesso anche regista del film Blink Twice, figlia di un notissimo e ingombrante padre rocker, ma anche di Lisa Bonet, a sua volta attrice anche se non memorabile. Anjelica Huston figlia del grandissimo regista, che ha anche talvolta recitato ed era certo un personaggio ingombrante, ha saputo trovare la sua strada.
Meryl Streep e le figlie Gummer.
Charlotte Gainsbourgh come attrice sta avendo una splendida carriera, senza soccombere ai suoi due eccessivi genitori, Jane Birkin, modella e attrice, e Serge, attore, cantautore e regista “maledetto”. Chiara Mastroianni, da figlia di due mostri sacri come Catherine Deneuve e Marcello Mastroianni, è diventata un’attrice apprezzata ma ci sembra che abbia dimostrato il suo valore soprattutto come regista del bel film Marcello mio, in cui ripercorre con tono surreale i suoi rapporti con la strana coppia che sono stati i suoi genitori.
Restando in Francia, Jean Pierre Cassel è stato un meraviglioso attore in tanti film francesi (e italiani) ma è stato un personaggio ben diverso dal figlio Vincent, anche mediaticamente più esposto. Jamie Lee Curtis ha avuto un’onorevolissima carriera, diventando poi un culto per gli amanti dell’horror, lei figlia di due star assolute della commedia come Tony Curtis e Janet Leigh.
Mentre Carrie Fisher, figlia dell’attrice Debbie Reynolds e del cantante Eddie Fisher, è passata all’eternità grazie a Leia e Star Wars, più che per le sue capacità recitative. Aspettiamo di vedere cosa farà la filiforme Lily-Rose Depp, figlia di cotanto padre e dell’attrice Vanessa Paradis, dopo il discusso The Idol (visibile su Sky) e che carriera avrà Lily Collins, letteralmente esplosa con la serie tv Netflix Emily in Paris, la citiamo anche se il padre, l’amato batterista Phil, non è propriamente un attore (è comparso in soli cinque film e qualche serie tv, fra cui pure la storica Miami Vice).
Jean-Pierre e Vincent Cassel, due attori molto diversi.
Clint Eastwood ha coinvolto nell’ambiente molti dei suoi figli, Kyle è diventato un valido musicista, mentre come attore Scott Eastwood non è nemmeno lontanamente paragonabile al padre. Si avvia a una buona carriera Michael Gandolfini, che non fa dell’avvenenza il suo forte, a differenza dei figli di due “bellissimi”, ma soprattutto stimati attori come Jeremy Irons e Pierce Brosnan.
Max Irons si muove fra cinema e serie tv, mentre un paio di figli di Pierce per ora si limitano a fare i modelli. Anche i figli di altri celeberrimi (per il presente Jude Law, per il passato Alain Delon) brillano più per avvenenza che per doti artistiche e l’avvenenza spesso è indiscussa ma non paragonabile al vero fascino dei genitori.
Perfino il mitico Arnold ha un figlio, Patrick, fisiognomicamente molto diverso, che si sta facendo strada, ma solo il tempo ci dirà. Il simpatico figlio del mitico Tom Hanks, Colin, ha una sua carriera di medio livello, impossibile pensare di poter arrivare al livello del padre, cosa che ci auguravamo non facesse la bellissima Nastassja Kinski, visto il personaggio che era Kalus.
Tom e Colin Hanks, qui un modello paterno irraggiungibile.
Angelina Jolie, che apposta non ha scelto il cognome del padre, Jon Voight, ha anche superato il genitore, non si dice quanto a bravura (lì il giudizio è soggettivo), ma come personaggio, diventata regista, produttrice, ambasciatrice Unicef, personaggio pubblico a 360 gradi.
Ci è apparso finora poco incisivo John David Washington, figlio di Denzel, nonostante le prestigiose occasioni che gli sono state offerte con facilità. Così come ha ancora da impegnarsi Maya Hawke, figlia di Ethan e Uma Thurman. Kiefer Sutherland ha avuto un’onorevole carriera ma nemmeno lontanamente paragonabile al padre, l’amato Donald.
Jack Quaid, portato alla notorietà dalla serie tv The Boys, è simpatico e sa fare il suo mestiere, ma non sarà mai travolgente come Dennis, attore la cui carriera era stata messa a rischio dai suoi eccessi, o amato come la mamma Meg Ryan, nei primi anni di carriera.
Kiefer e Donald Sutherland, impossibile emulare un padre così.
Lewis, il figlio del noto Bill Pullman, ha avuto particine qua e là, facendosi notare però nella bella serie tv Lezioni di chimica. Isabella Rossellini, di bellezza anche superiore alla notissima mamma Ingrid Bergman, è stata un’attrice media, forse non ha avuto le occasioni della mamma che ha lavorato con registi eccelsi in film divenuti storia.
Tatum O’Neal, figlia del famosissimo Ryan, ha ricevuto addirittura un Oscar a 10 anni per Paper Moon, ma forse è più famosa come ex moglie di John McEnroe, mentre Margaret Qualley, figlia di Andy McDowell, sta effettuando oculate scelte che le hanno già permesso alcune prestazioni stimabili.
In Italia ci sono meno casi (siamo “meno” anche numericamente), a parte quelli storici di Adriano Giannini e Alessandro Gassman, e delle tribù De Sica e Tognazzi. Violante Placido avrà avuto le sue occasioni grazie al padre Michele, ma ne avrà anche subito il peso. Giovanna Mezzogiorno ha invece trovato la sua strada, al di là dell’essere figlia del troppo presto dimenticato padre Vittorio.
Jeremy e Max Irons, quando l’avvenenza non basta.
Pietro Castellitto, figlio di Sergio, sta costruendo una sua interessante carriera non solo come attore ma anche come regista (il film I predatori ed Enea). È in arrivo la figlia di Margherita Buy, Caterina De Angelis, e pure Leo Gassman, terza generazione.
Anche per i figli d’arte non è detto che tutto sia facile, arduo sempre uscire dal cono d’ombra di un genitore famoso, di un attore premio Oscar, e ci sarebbe anche il discorso dello spirito dei tempi, della qualità dei film stessi, dei registi capaci di metterli in evidenza, di farli brillare, imparando in corso d’opera, se alla base c’è della sostanza.
Ce ne sono tanti come nell’epoca dei loro padri? E come lavoravano virtuosamente i direttori di casting (categoria di professionisti basilare e invece assai trascurata)? Insomma c’è anche una serie di problemi correlati che può nuocere a un rampollo di celebre genitore e impedirgli o almeno rallentarlo nel raggiungimento dei livelli del modello famigliare.
Dakota Johnson, figlia di Don e Melanie Griffith.
Adesso ci sono anche le serie tv, ad esempio, che se da un lato possono far esplodere un personaggio, poi possono diventare un limite, un ostacolo. C’è comunque una lezione da ricavare da questi casi che abbiamo raccontato?
Che un nome famoso non basta, però può agevolare l’ingresso in un ambiente alle cui porte si affollano frotte di aspiranti divi. A volte però può costituire un tale carico da schiacciare chi lo porti, per sempre sconfitto nell’arduo confronto, quanto a bravura, fascino, bellezza.
Resta poi l’annosa questione dell’ammonimento “stay hungry”, per cui molti divi hanno fatto una dura gavetta prima di imbroccare il ruolo che ha permesso di brillare e di conquistare fama eterna. Se tutto ti è servito su un piatto d’argento, sarai meno affamato e avrai meno grinta. Insomma moralisticamente parlando, una scalata a mani nude è più formativa di un passaggio in funivia.