Il gatto con gli stivali 2 – L’ultimo desiderio : Recensione

Ritorna il simpatico gatto con la voce di Antonio Banderas anche in italiano.

Correva l’anno 2011 quando avevamo fatto la conoscenza con il Gatto con gli stivali, il randagio indipendente per eccellenza, l’eroe smargiasso di tante avventure, il fanfarone compulsivo, romantico e sbruffone, cui un’infanzia disgraziata aveva instillato il bisogno di fama, di approvazione, con la sua capacità di fare gli occhioni supplicanti per far sciogliere il cuore a chi lo incontrasse e dovesse essere indotto a fare quello che al gatto conveniva. Del resto Puss in Boots è sempre stato costretto a dimostrare la sua tempra, perché deriso e sbeffeggiato per la minuscola statura. Eppure era riuscito diventare una leggenda che guarda il mondo dai manifesti dei Most Wanted.

Il personaggio è stato creato cinque secoli fa da Gian Francesco Straparola, ripreso da vari autori e portato al successo da Perrault e dai Grimm, per diventare il fuorilegge senza paura al quale ci siamo affezionati nella serie di film sull’orco verde Shrek, assurto da comprimario della saga a protagonista di una storia tutta sua. Il primo film aveva riscosso molto successo, anche se privo di quella “scorrettezza politica” e delle divertenti citazioni che hanno fatto la fortuna del simpatico orco puzzone. Oggi lo ritroviamo eroe delle folle, un’avventura dopo l’altra per proteggere i deboli dai tanti pericoli, ma soprattutto per accumulare successo e popolarità. Ma in tanta affannosa ricerca di eccessi, non si è accorto di avere esaurito le sue proverbiali 9 vite. Se ne ritrova ormai solo una ed è tallonato da un inquietante Triste Mietitore, nelle vesti di un lugubre lupaccio (particolare che non può non ricordare Il settimo sigillo di Bergman).

Florence Pugh  Olivia Colman, Ray Winstone
Il gatto con gli stivali 2 – L’ultimo desiderio
Riccioli d’oro e i suoi tre orsacchiotti.

Traumatizzato, fugge e trova riparo in un rifugio per gatti abbandonati, dove si abbrutisce come il pinguino Mambo nel film Happy Feet. Mentre si lascia scivolare nella depressione, gli si appiccica un orrido chihuahua massacrato dalla vita, che si nasconde nel rifugio travestito da gatto, uno sventurato che è però l’unico a essere felice di ogni minima cosa che il destino fa accadere. Quando il Gatto si ributta nell’avventura, ritrova la sua amata Kitty Zampe di velluto e tutti e tre insieme partono alla ricerca di un’antica stella caduta nella Foresta oscura, che potrebbe ridare a chi la trova quello che ha perduto nella vita. A tallonarlo però non è solo il lugubre lupo, ma anche un terzetto di feroci orsi bruni agli ordini di Riccioli d’oro e il mostruoso obeso Big Jack Horner, appassionato di torte. Mentre nel capitolo precedente era affiancato da un altro celebre personaggio della letteratura per l’infanzia come Humpty Dumpty.

Molto piacevole il disegno originale, non la solita CG foto realistica, arricchito invece di elementi che lo rendono più simile alle illustrazioni delle vecchie favole, con un’animazione che volutamente richiama quella classica in 2D. Qualche citazione di Sergio Leone (che non mancava nemmeno nel primo film) e pure delle musiche di Morricone, che aleggiano nella colonna sonora originale di Heitor Pereira. Unico neo, l’insana scelta del doppiaggio di dare agli orsi e a Riccioli d’oro un accento che nelle intenzioni dovrebbe essere abruzzese ma si risolve per i profani in una specie di illogico napoletano, scelta pare derivata dagli accenti scozzesi delle voci originali di Florence Pugh e Olivia Colman che è Mamma Orsa, mentre Ray Winstone è il maschio del gruppo.

Antonio Banderas
Chi se non Antonio Banderas, che si doppia anche in italiano, per questo eroe?

Il gatto con gli stivali 2 è un riuscitissimo sequel, un’avventura divertente, con un suo monito finale fatto passare senza pesantezza, anche se un po’ più drammatico di quanto il personaggio potesse far pensare: dobbiamo decidere cosa davvero conti nella vita e mirarci in quella direzione, senza disperderci là dove giovinezza, ardore, frivolezza, immaturità ci porterebbero.

Perché la vita è una e una sola e si deve capirlo in tempo. Ci troviamo quindi davanti ad un secondo capitolo meno “infantile” del precedente, che alla giocosità aggiunge la possibilità di qualche riflessione più profonda, che lo spettatore adulto farebbe bene a filtrare in modo che raggiunga un effetto positivo per il piccino accompagnato.

Scheda tecnica

Regia: Joel Crawford, Januel Mercado

Cast (voci): Antonio Banderas, Salma Hayek, Florence Pugh, Olivia Colman, Ray Winstone

Distribuzione: Universal

Genere: animazione, commedia

Pubblicato da Giuliana Molteni

Vado al cinema dalla metà degli anni ’50 e non ho mai smesso. Poi sono arrivate le serie tv.