Il caso Belle Steiner – Recensione

Il caso Belle Steiner è un thriller psicologico, tratto da un noto romanzo di Georges Simenon, ben interpretato e coinvolgente, ma con una conclusione insoddisfacente.

Pierre (Guillaume Canet) è un professore di matematica in un liceo di provincia, uno studioso che sembra vivere in mezzo ai suoi numeri, che però non lo hanno portato a nessuna carriera prestigiosa. Vive senza slanci ma anche senza strappi.

La sceneggiatura ce lo mostra atono e indifferente, sembra il solito matematico semi-autistico oppure semplicemente un uomo di mezz’età in depressione, protetto e inutilmente assolto da Cléo, una moglie troppo paziente (Charlotte Gainsbourg). Pivi di figli, stanno ospitando Belle, figlia adolescente di una loro amica.

Una notte piovosa, in cui Pierre è da solo a casa nel suo studiolo a fumare, ascoltare musica e tracciare vaghi segni sulla sua lavagna da “matematico”, al piano di sopra viene strangolata Belle. Lui era da solo in casa, non risponde in modo soddisfacente alla Polizia, sembra il colpevole perfetto.

Non c’è nessuna prova fisica, ma la presunta frustrazione di un uomo di mezza età, dalla vita poco soddisfacente, sembra un movente perfetto. La Polizia incalza, incredula della sua passività, la scuola lo mette in aspettativa, i media assediano la casa, gli amici si allontanano oppure litigano con lui, dimostrando così di non conoscerlo affatto.

Guillaume Canet

Una vita da insegnante, da studioso, una vita da niente.

Un colpevole bravo a recitare può sembrare innocente ma anche un innocente incapace di fingere un dolore che non prova, di mettere in scena un lutto che non sente, rischia di passare per colpevole. Ma un colpevole che resta impassibile, non fornisce dettagli, non versa una lacrima, sembra sciocco, perché così attirerà irrimediabilmente i sospetti su di sé.

Conta sempre la recita, insomma, l’immagine di noi che proiettiamo. Possibile però che Pierre sia stato frainteso per tutta la vita? Dato che la ragazza era disinvolta e provocante, viene data per scontata una reciproca attrazione, che Pierre nega fermamente, senza essere creduto da nessuno, perché tutti nutrono sentimenti peggiori dei suoi.

Siamo la società dello spettacolo, dei reality, dei social, tutto è esibito, gridato, esposto, possibile che Pierre non si arrabbi, non neghi con energia, non si indigni, non reagisca insomma, non si preoccupi per se stesso? E possibile che sotto sotto non desiderasse una ragazzina che dimostrava interesse nei suoi confronti?

Charlotte Gainsbourg

Charlotte Gainsbourg, interprete sempre credibile nella sua naturalezza.

Come sempre validi Canet e Gainsbourg, così come l’ambientazione della solita piccola provincia protetta, confortevole perché priva di scossoni, che però nasconde frustrazioni, fallimenti, delusioni, fraintendimenti, recite.

Il soggetto di Il caso Belle Steiner (distribuito da Europictures) è tratto dal libro di Georges Simenon, che era ambientato negli Stati Uniti degli anni ’60, ed è diretto da Benoît Jacquot (Tre cuori, Gli amori di Suzanna Andler), che scrive la sceneggiatura insieme a Julien Boivent.

Il romanzo era già stato trasposto su grande schermo nel 1961 e poi su quello televisivo nel 2009. La violenza dell’attacco da parte della comunità è meno forte che in altri film come il drammatico Il sospetto o il surreale Dream Scenario.

Qualcosa succede però, perché Pierre, mentre subisce tanta pressione, forse per la prima volta vede se stesso con gli occhi degli altri e allora (forse) tanto vale diventare quello che tutti pensano che sia.

Peccato che il film, pur nella sua brevità (100 minuti scarsi) sia troppo monocorde e l’evoluzione del personaggio mal costruita. Sulla storia, che è un thriller psicologico cui non interessa la ricerca del vero colpevole, cala in modo affrettato un finale troppo ambiguo, che lascia però insoddisfatti, suscettibile di almeno un paio di letture. E non sapremo se fosse intenzione della sceneggiatura o semplice errore di costruzione.

Scheda tecnica:

Regia: Benoît Jacquot

Cast: Guillaume Canet, Charlotte Gainsbourg

Distribuzione: Europictures

Genere: drammatico

Pubblicato da Giuliana Molteni

Vado al cinema dalla metà degli anni ’50 e non ho mai smesso. Poi sono arrivate le serie tv.