Il bacio di Klimt è un nuovo documentario Nexo Digital, dedicato al celeberrimo, splendido quadro, famoso in tutto il mondo.
Ci sono artisti conosciuti in tutto il mondo, anche se non sono stati studiati a scuola, anche senza sapere nulla delle loro vite o senza avere cercato il significato della loro opera su qualche enciclopedia.
Ci sono quadri e sculture note anche a persone ignoranti, perché sono entrati a fare parte del cosiddetto immaginario collettivo, perché visti nei film, nelle pubblicità, citati e nominati.
Il dipinto Il bacio di Gustav Klimt è uno di queste opere. Klimt è stato il massimo (e più noto) rappresentante della Secessione, movimento artistico a cavallo fra fine 1800 e inizi del ‘900, che si proponeva il distacco dall’Accademia delle Belle Arti austriaca, noto anche come Art Nouveau o modernismo, per creare un’arte corrispondente alle esigenze del nuovo tempo.
La sua fama è legata soprattutto al cosiddetto “periodo d’oro” in cui ha dipinto le sue figure su tele preparate con una sottilissima foglia d’oro naturale.

Un dipinto che attrae milioni di visitatori.
Klimt(1862/1918), che realizzava le sue opere con uno stile e una tecnica raffinatissimi, era corteggiato dall’alta borghesia viennese che gli commissionava ritratti, che spesso avevano come soggetto donne di grande fascino ed eleganza.
Uno dei più famosi è il Ritratto di Adele Bloch-Bauer, rubato dai nazisti insieme a tutti gli averi della famiglia, i cui membri furono deportati.
L’opera nei decenni successivi fu rivendicata dalla nipote di Adele, scampata all’Olocausto, che riuscì infine a tornare in possesso del dipinto solo dopo una lunga battaglia legale con il governo austriaco, come raccontato nel film Woman in Gold, con Helen Mirren.

Ritratto di Adele Bloch-Bauer.
Un caso simile sta per verificarsi nuovamente. Infatti è stata ritrovata una sua opera considerata dispersa, “Ritratto della Signorina Lieser”, dipinto del 1917, commissionato dall’importante famiglia ebrea omonima, che aveva due figlie, Henrietta e Justus.
Il quadro, esposto per l’ultima volta nel 1925 e poi scomparso, appartiene a un cittadino austriaco che lo aveva acquistato nel 1960, ignorando, pare, il suo valore, che oggi si aggira fra i 30 e i 50 milioni di euro.
Probabilmente, visto che Henrietta era stata deportata, per morire in un campo di concentramento, anche questo quadro era stato rubato dai nazisti. Prima di essere venduto sarà esposto in diverse nazioni.

Il quadro scoperto di recente.
Tutti i quadri di Klimt hanno raggiunto quotazioni altissime, valutati milioni di dollari: il suo “Dama col ventaglio”, venduto per oltre 108 milioni di dollari dalla casa d’aste Sotheby’s la scorsa estate, ha raggiunto la somma più alta mai battuta a un’asta in Europa per un quadro.
Fra i suoi lavori il più noto e riprodotto, non solo come poster ma anche in oggettistica spesso di cattivo gusto, diventando un’icona pop, è proprio Il bacio, che risale al 1908.
Per arrivare alle sue conclusioni, attraverso le solite interviste con direttori e curatori di musei, artisti e appassionati vari, il documentario non riesce però ad approfondire realmente nessuno dei vari aspetti che di solito vengono trattati nei prodotti di questo genere, anche se si dilunga su tutti con poca sostanza, ma senza incuriosire o appassionare, a causa anche di una voce narrante monocorde e soporifera.

Uno dei suoi quadri raffigurante la Giuditta.
Se da un lato offre un quadro veloce del momento storico/sociale e racconta con tocchi ugualmente veloci la storia personale di Klimt, per quanto riguarda la famiglia e le sue fonti di ispirazione, spiega poco del suo stile, della sua tecnica, della sua anima insomma.
Inoltre conclude con un paio di affermazioni che lasciano davvero perplessi, come il dubbio sulla “consensualità” del bacio stesso, come se la donna lo stesse subendo, imperdonabile concessione alle odierne riletture politicamente corrette di film e opere d’arte del passato e sarebbe ora di finirla.
L’altro argomento risibile è se Klimt, con la sua passione per l’oro, sia da giudicare kitsch. Che detto da esperti d’arte (che pure poi lo negano) lascia sconfortati, polemica che lasceremmo volentieri a semplici addetti alla moda, andando a interrogarsi al massimo se Versace o Dolce e Gabbana siano davvero chic.

Il documentario Il bacio di Klimt sarà nelle sale il 30 e 31 gennaio, distribuito da Nexo Digital (qui alcuni degli ultimi prodotti distribuiti, Abba The Movie, Godzilla Minus One, Ziggy Stardust, Coldplay Music of the Spheres). Restiamo in attesa dei prossimi due capitoli della Grande arte ai cinema, che saranno Uomini e dei: le meraviglie del museo egizio, e Hopper: una storia d’amore americana.
Scheda tecnica:
Regia: Aly Ray
Distribuzione: Nexo Digital
Genere: documentario