I tre Moschettieri: Milady – Recensione

I tre Moschettieri – Milady è il secondo capitolo della rilettura del grande classico di Alexandre Dumas per mano del regista Martin Bourboulon.

A marzo di quest’anno è uscito I tre Moschettieri: Milady, il primo dei due film tratti dal celeberrimo romanzo di Alexandre Dumas, pubblicato nel 1844, scritto con una formula assai indovinata, che consisteva nel metter in scena personaggi fittizi insieme ad altri realmente esistiti, in un contesto storico ricostruito fedelmente.

Arriva adesso nelle sale la seconda parte, I tre moschettieri – Milady, distribuito da Medusa e Notorious, dedicata alla “cattiva” suprema del romanzo, Milady, affidata a una Eva Green assai ben scelta, così come ben scelti si confermano tutti gli altri protagonisti, punto di forza di questa nuova narrazione.

Siamo nel 1627, ritroviamo gli amati eroi del primo capitolo, che viene velocemente riassunto in un “previously” da serie tv, che però a un profano forse non chiarisce del tutto le idee su quanto sta per vedere.

Perché il feuilleton per sua caratteristica è complesso e inoltre la situazione politica di quel momento storico era anch’essa aggrovigliata, fra tradimenti, congiure e cambi di casacca. Questo per dire che sarebbe meglio aver visto anche il primo film.


François Civil Eva Green

La perfida femme fatale e il giovane eroe impulsivo.

Il solito irruento e appassionato D’Artagnan sta cercando disperatamente la sua amata Constance, rapita perché testimone di un tradimento importante; Aramis, mentre medita di prendere i voti, sta gestendo imbarazzanti problemi famigliari, sempre tallonato dal fido Porthos, un simpatico e godereccio libertino.

Ricompare Re Luigi XIII con la bella moglie Anna, di origine austriaca, di cui Constance è stata fedele ancella. Athos, sempre fascinoso e infelice, cerca di conciliare il suo ruolo di soldato con quello di padre, vedovo (o almeno così lui crede) della sua fedifraga ma ancora amata moglie, di cui lo spettatore sa molto di più.

Infatti questo capitolo si intitola proprio Milady, che con il cognome De Winter definisce la bellissima e misteriosa donna che ha deciso di mettere le sue capacità criminali al servizio del potente Cardinale Richelieu.

vincent cassel

Vincent Cassel è un Athos devastato e depresso.

Sullo sfondo, motore però di tutto il dramma, la situazione politica, il conflitto fra cattolici e protestanti, che il Re non vuole far degenerare in guerra civile, mentre i congiurati, a lui ben più vicini di quanto immagini, mirano all’opposto e cercano in ogni modo di portare i suoi piani alla rovina.

Al cast del primo film, tutto riconfermato, si aggiunge il moschettiere nero, personaggio ispirato alla figura del realmente esistito Louis Anniaba, di nobile origine africana, che nel film ha come soprannome Hannibal.

Sempre bei costumi ed eleganti scenografie, e splendide location nelle campagne francesi e lungo la costa nord orientale, con le maree dalle lunghe escursioni (siamo all’assedio di La Rochelle).

eva green

Bellissima, malvagia, solitaria.

Per i suoi numerosi fan Eva Green dardeggia perfidi ma seduttivi sguardi obliqui, affascinante 43enne senza ritocchi, simile a come era al suo esordio in The Dreamers nel 2003.

Se qualche perplessità permane, per le variazioni non tanto necessarie rispetto alla già complessa trama originale, continuiamo a non gradire il modo con cui Bourboulon dirige le scene d’azione, sempre con la camera troppo vicina agli attori e troppo in movimento, rendendole concitate e confuse.

E poi c’è un dettaglio sulla morte di uno dei protagonisti che lascia davvero perplessi dal punto di vista puramente medico. I tre romanzi di Dumas sono stati già trasposti in film e serie tv circa una ventina di volte, dal primo film muto del 1909.

Romain Duris

Romain Duris è un ottimo Aramis.

Ricordiamo una versione con Gene Kelly nel ’48, i tre trattamenti per mano di Richard Lester, alcuni altri in animazione, una versione classica del 2001 di Peter Hyams, il film D’Artagnan e i tre Moschettieri del 2005 con Emmanuelle Béart, l’esagerato film diretto da Paul W.S. Anderson in 3D nel 2011 e due discutibili capitoli, apprezzati però dal pubblico, diretti da Giovanni Veronesi.

Questo nuovo trattamento ha osato coraggiosamente riproporre un genere, il “cappa e spada”, in grande auge fino agli anni ’80, poi, come il western, precipitato nel gradimento del pubblico.

Il quadro completo sul successo di questa operazione lo avremo dopo l’uscita del terzo e ultimo film.

Del resto anche Kevin Costner quest’estate farà uscire in due episodi la sua epopea western Horizon. Chissà se questi esperimenti riattiveranno due gloriosi generi cinematografici, scomparsi senza particolare motivo, forse uccisi da film d’azione sempre più iperbolici.

Scheda tecnica:

Regia: Martin Bourboulon

Cast: François Civil, Vincent Cassel, Eva Green, Romain Duris, Pio Marmaï, Louis Garrel, Vicky Krieps, Eric Ruf, Lyna Khoudri, Ivan Franek, Ralph Amoussou, Patrick Mille

Distribuzione: Notorious Pictures, Medusa

Genere: azione, avventura, storico

Pubblicato da Giuliana Molteni

Vado al cinema dalla metà degli anni ’50 e non ho mai smesso. Poi sono arrivate le serie tv.