I tre Moschettieri: D’Artagnan – Recensione

Nuova versione del celeberrimo romanzo, con alcune variazioni non necessarie ma rispettosa dello spirito dell’epoca.

Nel 1844 Alexandre Dumas scrive I tre moschettieri in forma di romanzo d’appendice, tipo di narrazione che veniva pubblicata a puntate settimanali su un giornale.

Con la consueta formula del feuilleton, mescola le avventure di fantasia di un gruppetto di personaggi ad altri realmente esistiti, in un contesto storico ricostruito fedelmente.

Con I tre Moschettieri, Dumas a partire dal giovane e irruento D’Artagnan, mette in campo una serie di riuscitissimi personaggi, tre di quei Moschettieri (un corpo speciale dell’esercito addetto alla sicurezza del Re), di cui lui ambirebbe far parte: Athos, il Conte dal passato misterioso, nobile, bello e infelice; Porthos, Barone dalle inclinazioni proletarie, leale e sbruffone; Aramis, il damerino che vorrebbe farsi abate, da non sottovalutare però, raffinato e letale.

Ad agitare le turbolente acque di un periodo politicamente movimentato (ma quando mai non è stato così), troviamo il cattolico Re Luigi XIII, la bella moglie Anna, di origine austriaca, e la sua fida ancella Constance.

I tre Moschettieri Louis Garrell François Civil Vincent Cassel Romain Duris Pio Marmaï
I Moschettieri e il loro Re.

Insieme all’amante della Regina, l’inglese Duca di Buckingham, restano coinvolti in un intrigo che mira a depotenziare il Re, che non vuole scendere in guerra contro la fazione protestante. A muovere le fila del complotto c’è il perfido e potentissimo Cardinale Richelieu, la cui longa manu si incarna nell’ancor più perfida Milady, personaggio il cui passato nasconde drammatici risvolti.

I tre Moschettieri: D’Artagnan, distribuito da Notorious Pictures, è diretto da Martin Bourboulon, che si prende delle libertà che non sembrano tanto necessarie senza però inficiare il risultato complessivo, per cui il film resta una visione piacevole. Lascia poco convinti la scelta del regista di riprendere le scene di combattimento sempre dal basso e a distanza ravvicinata, rendendole concitate ma confuse.

È bene sapere che la narrazione si chiude su un to be continued, perché seguirà un secondo capitolo, intitolato Milady, che vedrà l’apparizione di un moschettiere nero, ovviamente non presente nel libro originale.

I tre Moschettieri François Civil
D’Artagnan, con tutto l’entusiasmo della sua giovinezza.

Discutibile aggiornamento di stampo politically correct che cerca di sfruttare la figura del realmente esistito Louis Anniaba, stiracchiandola però oltre ogni limite accettabile, almeno a leggere le attuali sinossi. Vedremo quando il film arriverà sugli schermi.

Come operazione ricorda quelle compiute nel film Assassinio sull’Orient Express o nella serie tv Bridgerton, operazioni che servono solo a confondere le idee alle generazioni più giovani. Del resto in questa versione abbiamo un Porthos dalla sessualità più omnicomprensiva dell’originale e la bella Constance è interpretata da un’attrice di origine algerina.

La fotografia di Nicolas Bolduc restituisce un ambiente ricostruito più fedelmente della storia stessa, arricchita da bei costumi e ricche scenografie. Musiche di Guillaume Roussel, con un palese plagio del tema di Batman di Hans Zimmer.

I tre Moschettieri – D’Artagnan Eva Green  Eric Ruf
Milady e Richelieu, i due grandi complici in malvagità.

Assai ben scelte le facce del prestigioso cast, punto di forza del film. Vincent Cassel porta il suo algido carisma nel tormentato Athos; Eva Green fa della sua Milady un’icona seducente di perfidia e malvagità; François Civil è giovane e impulsivo come deve essere il suo D’Artagnan; molto ben scelto Romain Duris per Aramis, ingannevolmente svenevole; Pio Marmaï è un Porthos meno massiccio e più sobrio dell’originale.

Louis Garrel è perfetto nel ruolo di Luigi XIII, un Re dai buoni principi ma troppo ingannabile dai suoi accoliti. La moglie che lo destabilizza è la raffinata Vicky Krieps, Lyna Khoudri è la candida ma volitiva Constance (la rivedremo fra poco nel film November) e il perfido Richelieu è interpretato dal ben scelto Éric Ruf.

I tre Moschettieri Vicky Krieps Louis Garrell
Un Re potentissimo che non ha conquistato la sua Regina.

I tre romanzi sono stati già trasposti in film e serie tv circa una ventina di volte, dal primo film muto del 1909.

Ricordiamo una versione con Gene Kelly nel ’48, i tre trattamenti per mano di Richard Lester, alcuni altri in animazione, una versione classica del 2001 di Peter Hyams, il film D’Artagnan e i tre Moschettieri del 2005 con Emmanuelle Béart, l’esagerato film diretto da Paul W.S. Anderson in 3D nel 2011 e due discutibili capitoli, apprezzati però dal pubblico, diretti da Giovanni Veronesi.

Vedremo cosa di nuovo porteranno queste due versioni, per ora il primo capitolo su D’Artagnan ci è sembrato un piacevole film per famiglie, anche se sappiamo che non ci sono più le famiglie di una volta, i ragazzini ignorano il genere “cappa e spada” e Dumas non lo legge più nessuno.

Scheda tecnica

Regia: Martin Bourboulon

Cast: François Civil, Vincent Cassel, Eva Green, Romain Duris, Pio Marmaï, Louis Garrel, Vicky Krieps, Eric Ruf, Lyna Khoudri

Distribuzione: Notorious Pictures

Genere: azione, avventura, storico

Pubblicato da Giuliana Molteni

Vado al cinema dalla metà degli anni ’50 e non ho mai smesso. Poi sono arrivate le serie tv.