I Mercenari 4 – Recensione

Con I mercenari 4 Sylvester Stallone ritorna in un nuovo film della saga degli Expendables, meno riuscito però dei capitoli precedenti.

Chi è il soggetto ideale per una missione suicida? Qualcuno che non ha più molto da perdere o da dare, un “expendable”. E si pensa, con calcolo quasi matematico, che più si è avanti con gli anni, avviati alla decadenza, magari già afflitti da qualche problema fisico, onusti di cicatrici morali e materiali, rimasti pure in solitudine, meno importi del tempo restante.

Per questo motivo nel 2010 avevamo fatto la conoscenza dei Mercenari, il gruppo di bellicosi vegliardi che aveva dato l’avvio a una serie di film noti anche con il bel titolo originale The Expendables.

Erano gli “spendibili”, i sacrificabili, uomini disillusi di tutto, segnati da una vita sempre ai limiti, mercenari dalla scorza durissima sotto cui però batteva ancora un cuore, in cui albergavano alcuni valori e principi immutabili, costi quel che costi: amicizia, lealtà, dignità, il gruppo che è famiglia, il rude affetto che lega indissolubilmente.

Il Mucchio Selvaggio, insomma, Sam Peckinpah e poi Johnny To. Anche un po’ di Clint Eastwood, a voler ben guardare. Ma più trash. Nel corso di altre due successive avventure sono diventati i risolutori ideali di problemi apparentemente senza soluzione.

Sylvester Stallone

Sly forever.

Negli anni il gruppo si è allargato con entrate che hanno alzato il livello di interesse grazie alla partecipazione di attori di grande peso commerciale (Bruce Willis, Arnold Schwarzenegger, Harrison Ford, Kelsey Grammer, Antonio Banderas, Chuck Norris, Wesley Snipes), talvolta anche nel ruolo di “cattivi” di prestigio (Mel Gibson, Jean-Claude Van Damme, Robert Davi).

Dopo varie traversie produttive visto lo scarso successo del terzo film, ritroviamo oggi parte del gruppo sempre massiccio e testosteronico. Le new entry sono rappresentate dalla rediviva Megan Fox, dal thailandese Tony Jaa, 50 Cent e Andy Garcia. Iko Uwais, una carriera nel cinema d’azione, è il “cattivo”.

Ma non il villain supremo, Ocelot, che verrà scoperta solo alla fine della nuova missione. Che vede i Nostri alla caccia di un trafficante che ha sottratto dalla Libia post Gheddafi dei componenti per costruire il solito ordigno nucleare che potrebbe scatenare la Terza Guerra Mondiale (si vede che Putin non ci basta).

Dolph Lundgren 50 Cents

Dolph Lundgren, presenza ricorrente, e 50 Cent, new entry.

Dalle sabbie del deserto libico alle acque dell’oceano sui cui naviga la nave che contiene il congegno nucleare, il gruppetto di eroi farà il suo dovere, smascherando anche il traditore e salvando il mondo, un’altra volta.

Il tutto avviene senza particolare originalità quanto agli scontri fisici, alle sparatorie e agli inseguimenti, dei quali si fa notare solo quello in moto lungo i ponti dei vari piani sulla lunga nave portacontainer in cui si conclude la vicenda.

La serie di film ha aiutato la rinascita di Sylvester Stallone, classe 1946, dato più volte per spacciato nella vita vera, deriso per la sua faccia devastata da anabolizzanti e chirurgia plastica, che era finito a realizzare i suoi film con la stessa fatica di quando, giovane aspirante sceneggiatore aveva lottato per riuscire a interpretare il copione da lui scritto, Rocky.

Megan Fox

Megan Fox, uno dei non rari casi di miscasting.

Ma questa serie di film, il ripescaggio di Rambo e Rocky-Creed lo hanno riportato in primo piano, come abbiamo visto anche con la recente serie tv Tulsa King. Jason Statham, appena visto nell’agostano Shark 2 e in precedenza in Fast X, si ritrova precipitato quasi da protagonista (Sly compare meno del solito) in un film che sembra appartenere ai primi anni del 2000, periodo in cui ancora navigava in una serie di B Movie che però gli hanno dato modo di arrivare a essere lanciato nel firmamento di serie A.

Grande errore di cast Megan Fox, levigata come una bambola di celluloide, con le turgide labbra con il rossetto mai sbavato nemmeno dopo epiche risse, combattimenti ripresi in modo da favorire la sostituzione dell’attrice con una stuntwoman, “sospetto” lecito visto il modo in cui sono girati.

Non travolgente l’ingresso di Jacob Scipio, che fa la parte del figlio del personaggio interpretato da Antonio Banderas nel film precedente, chiacchierone come lui. Di 50 Cent è già stato detto tanto, durante la sua carriera cinematografica, perché aggiungere altro? Dolph Lundgren (pur con incongrua acconciatura), insieme a Randy Couture, resta il personaggio più fedele a se stesso e allo spirito del film.

Potrà mai Sylvester diventare un tranquillo borghese?

Irrilevante anche l’attrice orientale Levy Tran con frusta metallica vagamente Wonder Woman. Tony Jaa, nel 2003 protagonista di Ong Bak, conferma quanto si diceva a suo tempo: meglio quando combatte che quando dice le sue battute. Andy Garcia è un colletto bianco della CIA di alto livello, un civile di cui nessuno mai si fida.

Scott Waugh che ha già diretto la montagna di muscoli John Cena in Project X insieme a Jackie Chan, in passato ha realizzato Need for Speed e 6 Below. Qui si trova con un budget palesemente risicato, perché altrimenti non si giustificherebbe la scarna, elementare CG di alcune scene, e una sceneggiatura cui ha messo mano anche troppa gente, con una trama elementare e poco appassionante, in cui si inseriscono frettolosamente degli antefatti tali da giustificare le svolte narrative.

Tutta la parte di commedia, compresa una trita presa in giro degli influencer, appare pretesto stiracchiato su cui costruire un banale film d’azione di stampo televisivo e tutta la retorica sui Grandi Valori, ripetutamente sciorinata, finisce per diventare stucchevole e noiosa.

Sylvester Stallone

Sottile è la linea che separa la rappresentazione voluta di un glorioso stereotipo dalla frettolosa figurina. Va detto che almeno la durata è rispettosa della sopportazione dello spettatore, solo 100 minuti circa, che di questi tempi è una benedizione.

Se I Mercenari 4, distribuito da Vertice 360 dopo l’abbandono di Universal, deve davvero essere il primo film di una nuova trilogia, come detto da Stallone, ed è arrivato a ben nove anni dal numero 3 per i suoi scarsi incassi, non osiamo pensare in che anno arriverà un prossimo capitolo. Forse perfino Statham potrebbe essere troppo avanti negli anni per esserne protagonista.

Scheda tecnica:

Regia: Scott Waugh

Cast: Sylvester Stallone, Jason Statham, 50 Cent, Megan Fox, Dolph Lundgren, Tony Jaa, Iko Uwais, Andy Garcia, Randy Couture

Distribuzione: Vertice 360

Genere: azione, avventura