Hunters, la serie tv con Al Pacino, racconta con tono pulp e humor surreale una storia di orrori mai dimenticati, ricca di interrogativi morali.
Abbiamo incontrato gli Hunters, i cacciatori, per la prima volta nel febbraio del 2020, prima serie tv a vedere la partecipazione di Al Pacino, nome capace di attirare ogni attenzione, dopo l’esperienza con Angeli in America del 2003.
Non possiamo dire molto della trama, per non fare spoiler per chi non avesse visto ancora la prima stagione, che si chiudeva su un paio di colpi di scena notevoli. La serie, scritta dall’esordiente David Weil, ci aveva portato nella NY degli anni ’70, dove avevamo conosciuto la tragica vicenda di Jonah (Logan Lerman), nipote cresciuto dall’adorata nonna Beth, sopravvissuta ai campi di concentramento.
Jonah era stato preso sotto l’ala protettiva dall’anziano Meyer (Al Pacino), anche lui uno scampato all’Olocausto, ricco e potente membro della comunità ebraica. Il ragazzo era stato reclutato per fare parte di un gruppo di “vendicatori”, gli Hunters appunto, dediti a rintracciare alcuni nazisti che a New York si erano rifatti una vita dopo la fuga dall’Europa.
Infatti alla fine della Seconda Guerra Mondiale, come è noto, molti criminali nazisti erano riusciti a fuggire alla giusta punizione grazie a complicità varie. E chi meglio di qualche ebreo sopravvissuto miracolosamente dopo aver assistito a innumerevoli atrocità, poteva essere più motivato nel dare loro la caccia, in una perfetta applicazione del biblico principio, occhio per occhio, dente per dente?
Avevamo fatto la conoscenza del variegato gruppetto di vendicatori, dropout di varia provenienza e di diverse caratterialità, il cui vissuto avevamo approfondito nel corso degli episodi. La loro missione aveva messo in luce ben altro che la sopravvivenza di alcuni vecchi gerarchi, bensì una vasta trama eversiva che mirava a ristabilire il dominio nazista, un novello Quarto Reich a governare gli States.
Intanto però il loro operato aveva attirato l’attenzione delle loro prede, scatenando una reazione feroce. Questa volta l’azione non è tutta a New York, ma saremo in giro per il mondo, Francia, Germania, Sud America. Perché è lì’ che si è rifugiato il ricercato più ambito, quello cui tutto fa capo: Adolf Hitler, vivo e vegeto con i suoi collerici 90 anni, accudito amorosamente da Eva Braun (Lena Olin), attorniato dai suoi fedelissimi, che non smettono mai di esistere.
Nella seconda stagione, trasmessa su Prime Video ritroviamo Jonah e tutto il gruppetto dei suoi compagni: la dura Sister Harriet (Kate Mulvany), Roxy Jones, un’esile fanciulla stile Foxy Brown (Tiffany Boone), l’esperta in comunicazione ed esplosivi Mindy (la veterana Carol Kane), l’attore mancato Lonny Flash (Josh Radnor), l’orientale reduce dal Vietnam Joe Torrence (Louis Ozawa) e Millie Morris (Jerrika Hinton), un’agente FBI nera e lesbica, doppiamente discriminata in un mondo di uomini.
Ritroviamo anche Travis (Greg Austin), psicopatico giovane killer ariano. New entry per Jennifer Jason Leigh, una cacciatrice che nasconde molti segreti, e per Emily Rudd, che è Clara, l’amata e innamorata fidanzata di Jonah. Udo Kier fa per un’altra volta Hitler, dopo esserlo stato nel film Il mio vicino Adolf, adeguatamente odioso e maschilista, con una moglie molto più avanti di lui quanto a tecniche di comunicazione.
Al Pacino è ancora più a suo agio con un personaggio che assume ben altro significato, alla luce di quanto avvenuto alla fine della scorsa stagione. Ed è proprio l’evoluzione che il suo personaggio ha avuto nel tempo antecedente la prima narrazione e che adesso apprenderemo, uno degli aspetti più interessanti della stagione, mentre il tema “morale”, se a cacciare mostri si diventi tali, sembra un po’ di maniera.
L’autore Weil dirige il penultimo episodio, che è una parentesi prima della conclusione, surreale, poetico e originale, eppure sempre tragico. Fra i produttori esecutivi figura ancora una volta Jordan Peele di Get Out, Noi e Nope.
Hunters non ha mai pensato di paragonarsi ai film sull’operato del Mossad, Meyer non è Simon Wiesenthal, non siamo in un film come Il labirinto del silenzio, Lo stato contro Fritz Bauer o il tragico Remember e nemmeno in un classico film d’azione come Dossier Odessa o I ragazzi venuti dal Brasile.
Con la prima stagione eravamo forse dalle parti di Inglourious Basterds e, se il tono prevalente era a tratti “tarantiniano” e pulp, pervaso da uno humor surreale, questa seconda stagione, meno eccessiva e scritta con maggiore realismo, continua ad assicurare un intrattenimento di buon livello.
In questi tempi politicamente correttissimi, l’idea che se la Giustizia ufficiale non riesce, non vuole somministrare il castigo adeguato, sia lecito ricorrere a quella personale, trova di sicuro molte più obiezioni che nel passato. Non dimentichiamo però che dopo il Processo di Norimberga solo dodici nazisti sono stati condannati a morte (e al di fuori erano stati catturati solo Adolf Eichmann, giustiziato nel ’61, e Herbert Cukurs, il macellaio di Riga, ammazzato in Uruguay nel ‘65) e le autorità americane, FBI in testa, si erano sempre poco interessate all’argomento.
Vogliamo vendetta? Vogliamo giustizia? Argomento assai sensibile. Siamo sicuri che valga la pena sottoporre a equi processi democratici criminali efferati, che mentre cercano di sottrarsi alla giustizia provocano altre morti, applicando garanzie che loro per primi non applicherebbero se tornassero al potere, fornendo loro pure un pulpito da cui cercare di fare nuovi proseliti, mentendo, sapendo di mentire?
Non sarebbe più ragionevole liberarsene ufficiosamente alla prima occasione? Sembrerebbe la scelta migliore, in casi conclamati. Certo il problema è sempre quali sono i buoni che decidono quali siano i cattivi e la storia è piena di ribaltamenti. Ma in Hunters il “cattivo” è Adolf Hitler, in tutta la sua arroganza e crudeltà. Quindi difficile dissentire.
Per questo e altri motivi, sconsigliamo la visione a eventuali nostalgici del Terzo Reich.
Scheda tecnica
Ideata da David Weil
Cast: Al Pacino, Logan Lerman, Dylan Baker, Lena Olin, Udo Kier
Distribuzione: Prime Video
Genere: azione, drammatico