A quasi 80 anni George Miller ci riporta a correre nei suoi deserti australiani, in un prequel che ci svela le origini di Furiosa.
Nuova origina story, questa volta dedicata a un personaggio che al suo esordio si era conquistato l’immediato interesse del pubblico, quella Furiosa che avevamo conosciuto nel 2015 in Fury Road.
Da dove arrivava quella donna splendida, regale, mutilata, incontrata da Max per caso e che con lei aveva stretto un’alleanza obbligata, mentre fuggiva per salvare le Cinque Mogli, un gruppetto di ragazze dalle fattezze ancora miracolosamente perfette, usate dai bruti sopravvissuti alla catastrofe, per procreare figli sani?
Furiosa era in fuga verso i luoghi da cui era stata rapita da bambina e di cui aveva un ricordo paradisiaco, nella convinzione che almeno quel luogo fosse rimasto intatto. Nel frattempo quasi dieci anni si sono accumulati sulle spalle di George Miller, che veleggia (anzi, si avventa rombando) sugli 80 anni.
Che non dimostra nemmeno lontanamente, riproponendo qui al massimo della sua resa spettacolare l’universo che si era inventato nel lontano 1979 con Interceptor e che aveva rimesso in scena con un reboot travolgente come Fury Road.
Anya Taylor-Joy è una riuscita Furiosa.
Con questo film, che si intitola Furiosa, come la sua protagonista, ci viene raccontata la storia sanguinosa e crudele dei suoi anni precedenti, perché alla piccina niente è stato risparmiato, mentre cresce in un pianeta devastato da guerre e cataclismi, fra gruppi di sopravvissuti ormai privi di ogni bagliore di umanità.
Rapita da piccola da Dementus, leader di una banda di motociclisti cannibali, finita in mano di Immortan Joe, riesce a sottrarsi al suo destino di femmina da riproduzione e diventa una guerriera invincibile, sommando però due lutti insopportabili che le spezzeranno l’anima.
Come film, Furiosa è troppo lungo, ormai ripetiamo fino alla noia che pochissimi film superano degnamente le due ore di durata (Furiosa dura due ore e mezza), e la sceneggiatura scritta dallo stesso Miller insieme a Nico Lathouris, complica la trama nell’intreccio di alleanze, rivalità, tradimenti fra Dementus e Immortan Joe, in cui si muove la ragazzina, poi adolescente e giovane donna, mirata solo alla sopravvivenza e alla vendetta, perdendo però tensione e compattezza.
Uno dei molti momenti WOW del film, la biga trainata da tre moto di Dementus.
E nel raccordo fra i blocchi degli anni di crescita di Furiosa non tutto fila liscio, con un paio di passaggi poco chiari. Miller però si concede così il tempo per mettere in scena vaste tribù di personaggi, da quelli di semplice contorno a quelli di secondo e primo piano, tutti di straordinaria follia visiva.
Perché quanto alla follia umana, non si distinguono molto da quelli che abbiamo oggi in varie parti del mondo, come viene sottolineato nel discorso finale di Dementus.
Soprattutto Miller si espande in alcune sequenze d’azione degne del film precedente, il che porta però a una minima delusione (o mancanza di sorpresa), perché l’effetto sorpresa è minore.
Un padre degenere prossimo a punire i suoi figli.
Ma va detto che sono ugualmente girate in moda da strappare un grande Wow, per la complessità della messa in scena e il coinvolgimento causato dalle travolgenti riprese. Quanto al resto, costumi, oggetti di scena, arredi, location, mezzi meccanici, armi, truccature, sono della “solita” sublime genialità.
Il film si avvale di luoghi di bellezza da togliere il fiato, gli immensi, rossi deserti e gli infiniti cieli blu australiani (il film è stato girato nel Nuovo Galles del Sud). Lungo i titoli di coda, molte immagini di Fury Road, a stabilire un collegamento con il film precedente, che forse sarebbe stato meglio metter in testa, vista la distrazione di molta parte del pubblico.
Un veloce omaggio a Max di Interceptor, così veloce che alcuni lo ravviseranno solo dai titoli di coda. Quanto al cast, gran scelta quella di Anja Taylor-Joy, che dalla sua nota freddezza espressiva riesce invece a ben comunicare la gelida collera della sua vendetta, che cresce insieme a lei e aumenta di sciagura in sciagura.
Chris Hemsworth e il suo orsacchiotto porta -fortuna.
Chris Hemsworth si diverte nel ruolo del logorroico e spietato Dementus, che sfreccia nei deserti su una spettacolare biga trainata da tre moto, avvolto in un lurido mantello rossastro che sembra rifare il verso al suo Thor.
Lachy Hulme compare sotto la maschera di Immortan Joe, al posto di Hugh Keays-Byrne, deceduto nel frattempo, che era già il “cattivo” in Interceptor. L’unico vagamente “umano” della compagnia è il personaggio di Pretorian Jack, affidato al simpatico Tom Burke, rivelato dalla serie tv Strike.
Nel resto del cast, varie altre facce note dove riconoscibili sotto truccature e caschi di sfrenata fantasia. Alle musiche troviamo nuovamente Tom Holkenborg aka Junkie XL, torna anche la costumista Jenny Beavan e al montaggio ci pensa di nuovo Margaret Sixel, moglie di Miller.
Una fragile ragazza obbligata a diventare una guerriera.
Dopo aver aspettato 15 anni per girare Fury Road, Miller ne ha aspettati altri 9 per questo prequel, concedendosi solo una vacanza nel 2022 con l’extravaganza di Tremila anni di attesa.
Che però conteneva già un accenno a quello che è il filo conduttore del regista, la necessità della narrazione, della memoria, perché il nostro futuro ci costruisce sulle macerie del passato (a volte proprio se ne nutre), dimenticarlo è criminoso e porterà solo altri lutti e dolori.
Quella di Mad Max è stata una serie di film che ha dato il via, concettualmente e soprattutto figurativamente, al genere “medioevo barbarico prossimo venturo”, più tecnicamente definito post-apocalittico. E di film in film Miller ha aggiunto tasselli al suo mondo, un universo barbarico metal-punk di sfrenata efferatezza.
Furiosa come Fury Road (tutti film della serie sono distribuiti da Warner) è talmente strabordante di dettagli visivi che richiederebbe più di una visione, per godersi auto, moto, camion, deltaplani, armi, costumi, acconciature, tatuaggi, mutilazioni, ogni accessorio a un livello eccelso, ogni inseguimento, ogni scontro affollato di particolari che si teme di perdere a ogni battito di palpebra.
Dopo il colpo al cuore che era stato 10 anni fa Fury Road, film che aveva alzato l’assicella per i film di questo genere, Miller quasi 80enne riesce a rimettere in scena un nuovo capitolo della saga della sua vita con una spettacolarità eccelsa, approfondendo però maggiormente alcuni personaggi. Operazione non completamente riuscita e il destino davvero tragico di qualcuno di loro non porta l’emozione prevista. Qualche volta la confezione supera in contenuto, eppure Furiosa resta ugualmente un pacchetto degno d’acquisto.
Scheda tecnica:
Regia: George Miller
Cast: Anya Taylor-Joy, Chris Hemsworth, Angus Sampson, Tom Burke, Lachy Hulme, Nathan Jones, Daniel Webber, Alyla Browne
Distribuzione: Warner Bros
Genere: azione, fantastico, drammatico