Ferrari, il film diretto da Michael Mann, traccia un ritratto breve e poco incisivo del Patron, focalizzandosi sull’anno 1957.
Grande aspettativa per il nuovo film diretto da Michael Mann, dedicato alla figura di Enzo Ferrari, ex pilota e imprenditore, fondatore della mitica casa automobilistica. Andata purtroppo delusa.
La sceneggiatura è scritta da Troy Kennedy Martin, evidentemente considerato esperto di cose italiane, avendo nel suo curriculum un film come Un colpo all’italiana e il suo remake The Italian Job, basandosi sul libro del 1991 The Man, The Cars, The Races, The Machine, scritto da Brock Yates, classe 1933, ex pilota e ideatore della gara Cannonball.
Ne parliamo perché non sappiamo a chi ascrivere la fallimentare narrazione del soggetto. Perché la storia conta, il taglio del personaggio pure e non riusciamo a giustificare la scelta di Mann di raccontare in modo così superficiale un personaggio come Ferrari.
Oltretutto nel film non si vede mai la “mano” del regista, e trattandosi di Michael Mann è da pena capitale. Ferrari è un film incolore, spento, anonimo, da cui non esce neppure minimamente l’eccezionalità dell’uomo e dell’imprenditore.
Adam Driver nei panni di Enzo Ferrari.
Oltretutto pure i dialoghi sono poco incisivi, i rapporti fra i personaggi dichiarati ma non percepiti. Almeno le poche scene delle prove su pista e della Mille Miglia sono più coinvolgenti, perché rendono bene l’idea della follia della progettazione di automobili che allora erano davvero mortali bare che sfrecciavano a quasi 300 km all’ora, su ruotine da automobile da strada e senza protezioni per il pilota.
Comprendiamo benissimo la necessità di scegliere un attore di grande successo per vendere meglio il film a livello mondiale, per cui non concordiamo con la polemica lanciata da Pierfrancesco Favino.
Eppure ugualmente è assurdo aver scelto per il ruolo Adam Driver (visto di recente in 65 – Fuga dalla Terra), con il suo viso da quarantenne e solo i capelli bianchi per invecchiarlo, per interpretare un quasi sessantenne.
Penelope Cruz è la moglie Laura.
Stesso problema per Penelope Cruz, moglie rancorosa, tradita e spettinata, che non riesce a elaborare il lutto per la morte dell’adorato figlio unico Dino, morto l’anno prima. Shailene Woodley fa la morbida e accogliente amante, donna di casa e madre del figlioletto dodicenne Piero, che Enzo vorrebbe riconoscere, osteggiato dalla consorte.
Driver recita anche mettendosi e togliendosi i famosi occhiali neri, Cruz è perennemente ingrugnata e litigiosa, Woodley è paziente e comprensiva. Intorno altri personaggi appena accennati, fra cui spiccano i due piloti De Portago (Gabriel Leone, con la sua love story con la diva Linda Christina), e Piero Taruffi, affidato al fascinoso Patrick Dempsey.
Inutile lamentarsi per la trascuratezza con cui viene trattato il grande Carlo Chiti, questo non è un film per veri appassionati di corse.
Il Patron con il suo pilota di punta, De Portago.
Ferrari copre solo pochi mesi nell’anno 1957, non spiega nulla delle origini del personaggio e della sua scalata al successo, ce lo fa vedere come pilota da corsa in qualche veloce fotogramma iniziale per poi portarci direttamente in quell’anno.
Ferrari è in crisi economica e di immagine, litiga con la moglie/socia Laura, trova un approdo di pace con la paziente amante Lina, madre di Piero che poi riconoscerà a moglie morta, tratta la vendita con Agnelli (con immancabile orologio sul polsino) e partecipa alla Mille Miglia in cui avverrà la tragedia nota di Guidizzolo (nove morti fra il pubblico). Fine.
Quindi cosa ci voleva raccontare Mann, cosa resta al profano, cosa troverà di interessante l’appassionato? Nulla, in uno smorto trattamento con dialoghi brevi del tutto privi di “significanza” tranne la battuta che equipara il retro della Ferrari 250 Testa Rossa alle statue di Canova e la frase “claim” dei trailer “ due oggetti non possono occupare lo stesso punto nello spazio nello stesso tempo”.
Anche il vero Enzo Ferrari e questa sua assurda copia non possono occupare lo stesso spazio nella Storia e infatti questo film sarà dimenticato velocemente. Nel confronto, andrebbe rivalutato il massacrato film su Lamborghini, uscito in streaming su Prime Video l’anno scorso.
Aspettiamo di vedere che ritratto ne sarà fatto nella serie tv di produzione Apple TV +, con scrittura di Steven Knight (Peaky Blinders), Paolo Sorrentino come produttore esecutivo e Stefano Sollima alla regia.
Speriamo meglio e non sarà difficile, perché questo è un trattamento degno di un pomeriggio su Canale 5.
Scheda tecnica:
Regia: Michael Mann
Cast: Adam Driver, Shailene Woodley, Penélope Cruz, Patrick Dempsey, Jack O’Connell, Sarah Gadon, Valentina Bellè, Gabriel Leone
Distribuzione: 01 Distribution
Genere: drammatico, biografico