Eden racconta l’impossibile ricerca della felicità di un gruppetto di personaggi, divisi dalla loro stessa natura umana.
Homo homini lupus? Ma anche peggio, anche iena e avvoltoio e serpe e pescecane. In un’isola lontana, nell’arcipelago delle Galapagos approda una famigliola, fuggita agli orrori della Prima Guerra mondiale, alla conseguente crisi economica con l’inizio dei regimi autoritari nazifascisti.
Sono in cerca della loro seconda occasione e hanno saputo che in quell’isoletta sperduta un uomo, il Dottor Ritter, un colto scrittore, e una donna, la sua compagna, stanno provando un nuovo modello di convivenza civile, rigettando tutti i modelli imposti dalla detestata società borghese.
L’isola è inospitale ma i due abitanti anche peggio, e la famiglia Wittmer, con un figlio pure malata di Tbc, fatica molto per sopravvivere ai primi mesi, abbandonata a se stessa senza la minima solidarietà da parte della sprezzante coppia residente.
Quando le cose sembrano assestarsi, arriva sull’isola un altro gruppetto di indesiderati ospiti: la presunta Baronessa Eloise, mitomane e truffatrice nell’anima, i suoi due toy boys e un aiutante. La donna millanta di voler costruire un residence sull’isola, nel frattempo per sopravvivere senza lavorare, manipola, imbroglia, ruba, cercando, a volte con successo, di mettere tutti contro tutti.

I due “Adamo ed Eva” originali abitanti del nuovo Eden.
Quando tirerà troppo la corda, si arriverà al punto di rottura. Che sempre arriva prima o poi, quando la sopravvivenza è davvero in pericolo. Ma anche fra i nuovi alleati le cose non proseguiranno serenamente. Se la Natura è una perfida matrigna, non avrà pietà con i suoi figli che dovranno imparare a somigliarle, per sopravvivere.
La storia raccontata nel film Eden, diretto dal sempre eclettico Ron Howard, è vera, e nel finale vedremo i filmati d’epoca con i veri protagonisti. L’isola si chiama Floreana, poco più di uno scoglio di origine vulcanica, e tutt’ora è abitata dai discendenti di quei primi occupanti. Di quali lo saprà chi andrà a vedere il film, che si avvale di un ottimo cast.
Jude Law, come aveva mostrato nel bel The Order (su Prime Video) è tornato ai massimi livelli del suo carisma, qui alle prese con un personaggio sprezzante e presuntuoso, convinto di avere chissà quali verità da comunicare per cambiare la società, mentre rimastica solo cose già dette da altri.

Un’umile famigliola proletaria in cerca di second chance.
Sua degna compagna è Vanessa Kirby, un personaggio dalla lucida durezza, che arriverà ad essere spietata, indurita dalla malattia che la sta devastando. Ana de Armas mette la sua faccina dall’espressione tenera e indifesa al servizio di una delle “cattive” più esasperanti nella storia dei villain.
Daniel Brühl è la brava persona, l’uomo civile, la vittima designata dei soprusi altrui. La sorpresa è Sidney Sweeney, che già in Euphoria aveva dato un’ottima prova, ma poi sembrava abbonata a un tipo di personaggio di poco impegno (commedie, horror).
Qui al contrario, nel ruolo della moglie giovane e impreparata di Wittmer mostra di poter essere all’altezza di personaggi più complessi. La fotografia di Mathias Herndl desatura una natura per niente attrattiva, respingente, povera, nessun paradiso terrestre qui, mentre le musiche di Hans Zimmer accompagnano l’azione senza mai sovrastare.

Ana de Armas è un abile sfruttatrice di maschi ingenui.
A parte gli utopici film dei vari Robinson Crusoe, impossibile non ricordare il film Mosquito Coast (e la recente serie tv) e anche, per quanto riguarda i rapporti umani in una piccola comunità, il tragico As bestas.
Eden è un film che accumula esasperazione e tensione, con una sua cupa morale, e per questo potrebbe ricevere scarsi apprezzamenti, perché poco consolatorio (se non nelle scene lungo i titoli di coda). Perché qual è la morale di questa nera favola, vera, non dimentichiamo?
Che la solidarietà umana non esiste, nemmeno nei momenti di crisi, che gli antichi romani avevano capito benissimo tutto con il loro “divide et impera”. E che l’uomo è sostanzialmente malvagio, egoista, autodistruttivo.

Con il sesso si manipola e intanto ci si diverte.
Nelle tipologie dei tre gruppi di personaggi si potrebbe vedere in trasparenza una suddivisione della nostra società capitalista: il gruppetto dei volonterosi proletari (la famigliola); l’intellettuale sterile e autoriferito (il Dottor Ritter); la borghesia mirata allo sfruttamento e all’arricchimento, meglio se a lavorare sono gli altri.
E lo sfruttamento passa anche attraverso un uso disinvolto di sesso e menzogne. Non si può non cogliere un’allusione ai nostri infelici tempi attuali, per la manipolazione continua cui siamo soggetti, per farci schierare istintivamente, senza riflettere sulle conseguenze.

Anche senza esagerare però in varie letture, resta la nostra riflessione iniziale. Quando un essere umano fugge cercando un posto migliore, lo troverà ma lo rovinerà irrimediabilmente perché è nella sua natura. Come lo scorpione del famoso apologo. Perché la violenza se la porta dentro.
Scheda tecnica:
Regia: Ron Howard
Cast: Jude Law, Ana de Armas, Vanessa Kirby, Sydney Sweeney, Daniel Brühl, Richard Roxburgh, Toby Wallace
Distribuzione: 01 Distribution
Genere: thriller, drammatico