In attesa dell’uscita del nuovo capitolo, facciamo un veloce ripasso del personaggio Deadpool.
Il 24 luglio uscirà l’attesissimo Deadpool e Wolverine, con il ritorno di Hugh Jackman nel ruolo che gli ha dato fama mondiale. Al suo fianco l’altrettanto famoso Ryan Reynolds, attore che ha saputo gestire intelligentemente una carriera che era finita su un binario in discesa.
Qui vogliamo ricordare i due precedenti capitoli della serie Deadpool, che ci avevano sorpreso perché avevano dimostrato che si potevano fare dei film sui super-eroi originali, divertenti (estremamente divertenti), autenticamente, scorrettamente spiritosi, spettacolari e pieni di scene d’azione iperboliche, sparatorie e fendenti di Katana e combattimenti con mazzate devastanti.
Il merito era andato a sceneggiatori e regista, per il primo del 2016 Tim Miller (all’esordio in un film dopo una carriera nell’animazione e negli effetti visuali) e gli sceneggiatori Paul Wernick e Rhett Reese (Zombieland e G. J. Joe), che hanno scritto anche il secondo film (2018) che alla regia aveva David Leitch che poi è decollato con Hobbs & Shaw, Bullet Train e The Fall Guy.
Con Deadpool hanno preso un “eroe/anti-eroe” contiguo all’universo X-Men (già comparso in X-Men Le origini – Wolverine, ma dimenticatevelo), munito di un irriverente sense of humor, condito di battutacce e rimandi al suo (nostro) immaginario pop, e ci sono andati giù spudoratamente pesanti, con un sarcasmo appuntito che colpisce più bersagli di quanto comunemente si usi.

La coppia più bella del mondo.
Tutto era apparso lampante già durante i titoli di testa, dallo stile, quanto a contenuto, del tutto inedito, che anticipavano alla perfezione l’impostazione data alla trasposizione di un personaggio già anomalo sulla pagina di carta.
Gli autori non si sono limitati a infarcire di siparietti “comedy” una seriosa vicenda di eroi problematici, afflitti da dilemmi etici, ambasce personali, sensi di colpa, peso dei doveri, infanzie traumatiche, destini già scritti e via enumerando nell’ambito dei super-eroi “seri”, operazione già riuscita ma con esito ben più ortodosso con Ant-Man e rispetto alla quale I guardiani della galassia è un film di pensosità bergmaniana.
Ne hanno fatto invece proprio un delirio di folle intrattenimento e si sa che sono lavori che si possono osare solo con personaggi minori. Deadpool è il super eroe più sboccato, scorretto e anticonformista di sempre, quello che è convinto di essere il più cattivo, quello che si rifiuta di fare del bene (anche se in fondo finisce sempre per fare fuori gente cattiva), quello che ammazza quasi più con le parole che con le pistole, perché non sta mai zitto.

Il Super Eroe più scorretto nella storia dei Super Eroi.
Il Destino Crudele prende Wade Wilson, un tizio senza filtri che in passato è stato nelle Forze Speciali e adesso campa facendo il gorilla/mercenario, e gli fa incontrare l’amore della sua vita, la bellissima, tostissima Vanessa (una splendida Morena Baccarin), e sul più bello lo fa crudelmente ammalare di cancro.
Per guarire finisce in balia di un progetto che mirerebbe a creare altri Wolverine o, in mancanza di successo, dei feroci automi-schiavi da usare in combattimento. Sottoposto a inumane sofferenze, il povero Wade esce devastato fisicamente (reso mostruoso con una pelle da grande ustionato), ma con il corpo in grado di rigenerarsi totalmente.
Nel primo film l’azione si concentra sulla caccia all’uomo che Deadpool compie per vendicarsi, aiutato da due X-Men minori, Colosso e Testata Mutante Nagasonica, in un susseguirsi frenetico di scene d’azione arricchite da una quantità di battute, di riferimenti, di prese in giro che strappano in continuazione la risata, anche nelle rare parentesi romantiche con l’adorata Vanessa, mentre il protagonista, come nel fumetto, si rivolge sistematicamente al pubblico.

Uno dei Super Eroi più amati.
Nel secondo film Deadpool, devastato da un lutto personale, dopo qualche pulsione autolesionista si trova a dover combattere per il “lato luminoso della forza”, per salvare un ragazzino mutante dallo spietato cyborg Cable (Josh Brolin), arrivato dal futuro per farlo fuori.
Per contrastare il potentissimo avversario Deadpool deve mettere insieme un suo team, anomalo rispetto ad Avengers e X-Men (che qui vengono abbondantemente presi in giro), come anomalo a dir poco è il loro leader. Combatteranno al suo fianco anche i vecchi compagni Colosso e Testata Mutante Nagasonica e non mancano il mitico tassista indiano, il proprietario del peggior bar della città e la coinquilina cieca.
Tutti i tre film sono distribuiti da Disney, “filone” Fox, e il terzo capitolo negli Stati Uniti esce con la classificazione “rated”, vietato ai minori di 17 non accompagnati. Ryan Reynolds è reduce dalla tenera commedia If, mentre l’ultimo film di Hugh Jackman era stato il tragico The Son.

L’ossessione di Deadpool nei confronti del suo grande rivale Wolverine ha fatto da filo conduttore in tutti e due i film, con una serie di deliziose gag, anche sui titoli di coda. E quindi finalmente stiamo per arrivare al fatidico incontro. A risentirci dopo la visione del nuovo episodio.