Companion – Recensione

In Companion una brava ragazza deve fare i conti con un boyfriend che non è come sembra, anche se pure lei ha le sue zone d’ombra.

Un tempo bastava una bambola di gomma, oggi vogliamo giocattoli più perfezionati. Del resto ci sarà un buon motivo se gli esseri umani si affannano tanto con l’intelligenza artificiale. Perché serve per fare un sacco di cose, anche meglio di quella umana.

Ma si tratta di cose che è l’uomo a scegliere e di cosa ha bisogno l’essere umano? Di qualcosa/qualcuno che faccia per lui tutte le cose utili, necessarie, indispensabili che servono per vivere, senza discutere e, dopo un costo iniziale alto, vada avanti a farle gratis, con un minimo di manutenzione periodica.

Quindi dopo i “semplici” computer che ci parlavano come Hal, letteratura e cinema ci hanno raccontato infinite storie sul tema robot/replicante, perché ciò che in fondo maggiormente l’uomo desidera è un assistente/schiavo, antropomorfo o meno, che senza creargli rovelli morali faccia tutto ciò che lui non ha voglia di fare.

Immaginando non solo calcolatori e oggi anche compositori di testi, musica o immagini solo con un clic, ma macchine che si guidano e posteggiano da sole, aspirapolveri che girano per casa come cagnolini, altri elettrodomestici parlanti, e lui in tutto ciò prossimo a diventare come gli umani del delizioso (e profetico) Wall E.

Sophie Thatcher Jack Quaid

Una giovane, tenera coppietta tanto innamorata.

Ma su cosa fantastica l’umano medio, fantastica su super-soldati (le uniche e vere “macchine per uccidere”), domestici e segretari senza orario e sindacati e, ovviamente, oggetti di sesso (spiritosamente denominati fuckbot) che facciano anche un minimo di compagnia, senza lo sforzo di dover conquistare un partner reale e poi darsi da fare per conservarselo, facendolo contento che sennò se ne va.

Sintesi perfetta di tutto ciò è stata la serie tv Westworld, che ampliava un soggetto scritto da Michael Crichton nel 1973, in italiano Il mondo dei robot. Di questo si racconta in Companion, di una tenera e innamorata ragazza, semplice, timida e riservata, che viene portata dall’amato fidanzato a un raduno di amici in una baita fra i boschi, di proprietà di un riccone di origine russa.

Nessuno può immaginare a cosa andrà incontro, mentre la narrazione diviene sempre più cupa e splatter, senza perdere di vista l’ironia sui rapporti indiscutibilmente “umani” e le loro meccaniche. Meglio forse quelle predefinite.

 Jack Quaid

Un ragazzo così carino, salutava sempre…

Il film si rivela un divertente fanta/thriller (non stiamo spoileriando niente perché già poster e trailer lo fanno), scritto e diretto da Drew Hancock al suo primo lungometraggio, un film di genere che trova un suo degno posto in mezzo a numerosissimi altri titoli.

Alcuni semplicemente commerciali, altri che sono divenuti vere pietre miliari come Blade Runner o Ghost in the Shell. Restando nel campo del “surrogato”, citiamo A.I. di Spielberg, lo spagnolo Eva, Ex Machina, After Yang, L’uomo bicentenario, il caposaldo Io robot. E poi Vice e Surrogates entrambi con Bruce Willis.

Senza dimenticare che tutto ha lontana origine in La fabbrica delle mogli del 1974 (con remake nel 2004 con Nicole Kidman). Storia che era stata raccontata con un ribaltamento di ruoli nel più recente film tedesco I’m Your Man, lontana ispirazione anche per Don’t Worry Darling con Harry Styles e Florence Pugh. Perfino il nostro Renato Pozzetto in Un amore su misura si era cimentato con l’argomento nel 2007.

Sophie Thatcher

Una lacrima è garanzia di umanità?

Del quale si sono occupate anche alcune serie tv, come Humans e la già nominata Westworld. Il film migliore a nostro parere è stato finora Her, perché altri titoli pur godibili l’hanno buttata sull’horror (M3gan) o sul semplice thriller/action (i film sui cyber-soldati da Van Damme ad Alita) e in questa breve lista citiamo solo film il cui soggetto era la ricreazione di un organismo simil-umano.

Un elenco più articolato lo avevamo fatto qui, riflettendo sull’Intelligenza Artificiale mesi fa. Il cast ha come protagonisti principali Sophie Thatcher, che vedremo fra poco in Heretic, già notata nella serie Yellowjackets, e Jack Quaid, che sta ritagliandosi una carriera fuori dall’ombra del padre Dennis, grazie anche alla serie tv The Boys.

Fra gli “amici” troviamo la faccia nota di Lukas Gage, visto in Euphoria, Fargo e The White Lotus. Compare brevemente Rupert Friend, attore di molti film e soprattutto eroe della serie tv Homeland.

Companion ci lascia però con la solita incontrovertibile verità, vecchia come il mondo: anche la macchina più sofisticata rischia di farsi fregare dall’amore. Macchine o umani, sarà bene darsi una svegliata.

Scheda tecnica:

Regia: Drew Hancock

Cast: Sophie Thatcher, Jack Quaid, Lucas Gage, Rupert Friend, Megan Suri, Harvey Guillén

Distribuzione: Warner

Genere: fantascienza, thriller

Pubblicato da Giuliana Molteni

Vado al cinema dalla metà degli anni ’50 e non ho mai smesso. Poi sono arrivate le serie tv.