Coldplay Music of The Spheres – Recensione

Con Music of The Spheres i Coldplay incoraggiano i fan a trovare nelle loro canzoni la forza di vivere e lottare per ideali positivi.

Believe in Love! Questo è il messaggio contenuto in Coldplay – Music of The Spheres, l’edizione cinematografica del concerto che i Coldpaly hanno tenuto nell’ottobre del 2022 al River Plate di Buenos Aires, allora trasmesso in diretta in 81 nazioni.

Là il tour aveva avuto inizio in marzo, rastrellando poi 6 milioni di biglietti. Apertura sulle note di ET, poi molti bei pezzi di un periodo recente, in cui si erano già distaccati dal mood del loro esordio nel 1997, e poi l’ultima produzione, ricca di messaggi improntati a un’energia positiva, colorata e ottimista.

Dirige Paul Dugdale, premiato regista specializzato in eventi musicali. Lungo i titoli di coda scorrono le immagini del corto diretto da Steve Ray Gibbs, con immagini dei vari backstage del tour e brevi interviste ai componenti del gruppo. Sarà nelle sale italiane grazie a Nexo Digital il 19, 20, 21 aprile.

Coldplay Chris Martin
Chris Martin richiama l’amore dei sui fan.

Chris Martin, atletico e tonico, si rivolge spesso in spagnolo al pubblico adorante e duetta con alcuni ospiti, al suo fianco si succedono la giovane Gabrielle Wilson (detta H.E.R.), Golshifteh Farahani che canta Baraye (sottolineatura del momento dedicato all’invocazione per la pace nel mondo), Angie Moon e i The Weirdos, che si esibiscono attraverso dei pupazzi simili ai Muppets, e Jin, la star dei BTS gruppo con cui i Coldplay avevano già collaborato per la canzone My Universe.

Lo show è piacevolmente ipertrofico, potentissimo l’audio remixato e rimasterizzato, cannoni che sparano in continuazione lustrini e stelline, frequenti esplosioni di fuochi d’artificio, riprese spettacolari fatte con un esercito di droni e 30 telecamere, canzoni esplicitamente costruite per diventare cori da stadio.

E Chris Martin, assai in forma, esibisce con orgoglio la solidità del suo gruppo, l’amicizia vera con gli altri tre membri con lui dagli inizi, e canta, suona (la chitarra e il suo piano Kawai) e corre e salta sul palco ma fa soprattutto il direttore di scena, coordinando i movimenti della massa degli spettatori, i loro gesti, enfatizzati dai bracciali di luminosi led forniti dall’organizzazione.

Coldplay Chris Martin
Uno dei tanti momenti spettacolari del concerto.

E dirigendo i cori, naturalmente, con i fan adoranti, docili e collaborativi. I più critici potrebbero notare che si tratta sempre del vecchio peace & love, ma senza droga e sesso, tutto ripulito, infiocchettato.

Certo l’entusiasmo di Martin e Co è sincero (o almeno ben recitato), i messaggi tutti positivi, incoraggianti, ecumenici. Sembra che la qualità delle canzoni sia finita in secondo piano rispetto al messaggio e alla cornice.

Viviamo in tempi in cui da anni causa streaming e calo delle vendite dei supporti fisici, sono i concerti a essere diventati la maggiore fonte di guadagno per gli artisti (in ogni modo l’album ha venduto 1,7 milioni di copie nel mondo) e il “mestiere” di architetto di questi mega-show è diventato uno dei più remunerati del mondo dello spettacolo.

Qui è indiscutibile che il lavoro sia stato fatto al meglio. Si tratta comunque di momenti di grande entusiasmo collettivo, i fan si ritrovano fra loro a omaggiare l’artista amato (sono decenni che non succedono incidenti durante gli eventi musicali), si emozionano e sfogano con un effetto quasi catartico.

In un mondo che ogni giorno sembra sull’orlo del collasso, non può che giovare qualche ora di estatica astrazione.

Scheda tecnica

Regia: Paul Dugdale

Cast: Coldplay

Distribuzione: Nexo Digital

Genere: documentario, musicale

Pubblicato da Giuliana Molteni

Vado al cinema dalla metà degli anni ’50 e non ho mai smesso. Poi sono arrivate le serie tv.