Bussano alla porta – Recensione

Con il suo nuovo film, Bussano alla porta, Night Shyamalan ci fa interrogare su responsabilità, espiazione, castigo (forse) divino.

Wen, una deliziosa piccina seduta nella radura di un’idilliaca foresta, cattura cavallette e le rinchiude in un barattolo, spazioso, areato, arredato per essere confortevole per i piccoli insetti.

Nell’elegante baita alle sue spalle si trovano i suoi papà, perché Wen è l’amatissima figlia adottiva di una coppia gay, due giovani uomini che si amano da tempo e per la loro unione hanno molto sacrificato. Ma dal bosco arriva un gruppetto di estranei, muniti di armi di medievale e inquietante aspetto, che imprigionano genitori e figlia.

Gli invasori sono portatori di oscure minacce, garantiscono apocalissi, fine dell’umanità fra atroci accadimenti se la famigliola non sarà disposta a effettuare una drammatica scelta, una scelta oggettivamente impossibile.

Presi per pazzi, per maniaci di qualche setta suicida, provocano ripulsa nei prigionieri (e negli spettatori). Mentre il sequestro procede, con modalità che sarebbe spoiler rivelare, dallo schermo della televisione notizie allarmistiche sembrano annunciare l’inizio dell’apocalisse minacciata.

Dave Bautista Kristen Kui Bussano alla porta
Dave Bautista, un orco gentile.

Come riuscire a prendere una decisione, a fare una scelta ragionata in una situazione così assurda e tragica? I tre prigionieri, di cui una è una bimbetta, sottoposti a una pressione insostenibile, arrivano alla disperazione. Se ci fosse una verità sotto quell’apparente follia?

Varrebbe allora la pena accollarsi un enorme sacrifico per salvare un’umanità, che spesso ha respinto brutalmente i due coniugi? “Ecce Agnus Dei” (qui tollis peccata mundi) può essere una formula applicabile ai giorni nostri?

La tensione non manca e il dubbio sulla vera natura dei sequestratori e sulle loro profezie incuriosisce. Inoltre (si interroga lo spettatore così come i sequestrati) avrà forse un suo peso anche il fatto che la coppia prescelta sia composta da due uomini, già vittime di intolleranze varie?


Dave Bautista Rupert Grint, Nikki Amuka-Bird, Abby Quinn
Bussano alla porta
Gli invasori.

Bussano alla porta è diretto da M. Night Shyamalan e tutto è possibile con questo discontinuo regista che però mai si accontenta e mai si adagia, rischiando sempre con storie che siano metafora di un discorso più ampio, che abbiano un senso, una lettura, un rimando a qualcosa di ben diverso.

Così il rischio è sempre che, avvicinandosi al finale, si generi una forma quasi di apprensione nello spettatore, troppe volte deluso, che forse prova lo stesso regista. Bussano alla porta è un altro dei film di Shyamalan parzialmente soddisfacenti, che riesce ad avvincere e incuriosire nel suo crescendo, lasciando perplessi e con parecchi interrogativi nel finale.

Jonathan Groff  Kristen Kui Bussano alla porta
In ogni tipo di famiglia, l’amore fra un padre e un figlio è fortissimo.

Maledizione di un regista che dopo Il sesto senso ha faticato a ritrovare la sua magia, convincendo solo con Split. Non va dimenticato però che si tratta di una sceneggiatura non originale, tratta da un romanzo, The Cabin at the End of the World di Paul Tremblay (La casa alla fine del mondo, del 2018), anche se fortemente rimaneggiato, specie nella conclusione.

Eppure anche la “versione” che ne dà Shyamalan non convince. Peccato perché il cast si impegna onorevolmente, sia la coppiaJonathan Groff/Ben Aldridge, entrambi molto sobri e credibili, sia la piccina Kristen Kui. Fra gli occupanti si fa notare Dave Bautista, un orco disperato e gentile, che già in Blade Runner 2049 aveva dimostrato di potere essere ben più che un ammasso di muscoli, anche nella simpatica versione dei Guardiani della Galassia.

Quello che potrebbe essere uno dei messaggi del film, per chi avesse voglia di lambiccarsi, è che non ci si può chiudere in coppia, in un nucleo famigliare anche virtuoso, bisogna esporsi, sacrificarsi, rinunciare.

E questo sacrificio, questa rinuncia poi si può ampliare a tutta la nostra società, che però è quella del “not in my back yard”, che lo faccia qualcun altro, in qualche altro posto, non io, non qui e non adesso. E si tratta di un lusso che forse un giorno non potremo più permetterci.

Scheda tecnica

Regia: M. Night Shyamalan

Cast: Dave Bautista, Rupert Grint, Jonathan Groff, Kristen Kui, Ben Aldridge

Distribuzione: Universal Pictures

Genere: drammatico, thriller

Pubblicato da Giuliana Molteni

Vado al cinema dalla metà degli anni ’50 e non ho mai smesso. Poi sono arrivate le serie tv.