Blink Twice – Recensione

Con Blink Twice, l’esordiente regista Zoë Kravitz ci porta in un paradiso tropicale per ricconi dove nessuno potrà sentirti urlare.

Slater King è un multimiliardario caduto in disgrazia per qualche suo eccesso, si è tanto scusato, è andato in analisi e, finalmente ripulito nell’anima e nella reputazione, è tornato alla ribalta.

Frida è una cameriera con la passione per la manicure che sgomita per fare il salto di classe. Con un’amica si imbuca a una celebrazione mondana, dove riesce a entrare in contatto con Slater, che si mostra assai interessato all’audace ragazza.

L’uomo è circondato dalla solita corte parassitaria di amici, collaboratori, ragazze allegre e assistenti vari, e dopo il party tutta la comitiva viene caricata su un jet privato e scodellata su una verdissima isoletta tropicale, dove ovviamente bisogna consegnare i cellulari all’ingresso.

Le ragazze trovano un’elegante villona coloniale, piscina, stanze con ogni comfort, abiti e accessori, fiori freschi e profumi, champagne a fiumi, servitù sollecita, pranzi e cene succulenti, qualche droga non troppo pensante e nessun obbligo sessuale, anche se in fondo, in quel mood festaiolo, ci potrebbe anche stare.

Naomi Ackie Adria Arjona

La vida loca!

Qualche lampo quasi subliminale in un angolo della memoria lascia Frida ogni tanto perplessa e, mentre il tempo scorre pigramente e lentamente, qualche altro piccolo indizio instilla un’ombra di dubbio sull’idilliaco soggiorno. E poi perché una vecchietta rugosa continua a chiamare Frida Coniglio rosso?

Protagonista femminile del film è Naomi Ackie (era Whitney nel film del 2022). Al suo fianco si fa notare la bella Adria Arjona, appena vista in Hit Man. Una rediviva Geena Davis è l’assistente schiavizzata.

Il protagonista maschile è Channing Tatum, visto da poco nella divertente commedia Fly Me to the Moon, che fa il “cattivo” molto raramente, ma va detto che riesce a virare sull’inquietante la sua faccia da bravo ragazzo in modo credibile. Gli altri “maschi” intorno a lui sono tutte facce note o notissime (Haley Joel Osment, Christian Slater, Kyle MacLachlan, Simon Rex), per il piacere dei cinefili nel riconoscerle.

Channing Tatum

Può un potentissimo essere anche una persona “normale”?

Blink Twice, distribuito da Warner, è la prima regia di Zoë Kravitz, nella vita compagna di Tatum, che scrive la sceneggiatura insieme a E. T. Feigenbaum (già con lei per la serie tv Alta fedeltà), e il risultato è più che professionale, dal punto di vista formale.

Si segnala anche l’uso di due “storiche” hit al femminile, Young Heart di Candi Staton e I’m Every Woman di Chaka Khan. Conoscendo il personaggio, non dubitavamo un’impronta #metoo ma qui la trama è davvero di una prevedibilità eccessiva e invano si attende un sussulto finale che ribalti quanto subodorato inizialmente.

E così tutto si riduce a un revenge movie come altri, con un femminismo alla Tarantino che diverte ma non lascia segno. Unico discorso interessante può essere quello riguardante il delirio di onnipotenza di certi tycoon che ormai sono convinti di essere detentori di un potere quasi divino, che li esime dagli obblighi dei comuni mortali.

Naomi Ackie

Può una poveraccia ambire a entrare nel paradiso dei ricconi, senza il solito pegno da pagare?

Anche se non possiamo specificare più a fondo, per non fare spoiler, il Potere stesso, i politici stessi in fondo agiscono allo stesso modo, imponendo ai sudditi incredibili sofferenze, ben consci che poi queste saranno velocemente dimenticate. E il giro potrà ricominciare.

Per questo motivo il film si può alla lontana imparentare con alcuni titoli recenti come Glass Onion, The Menu, Masquerade, Triangle of Sadness. Come già dicevamo, viviamo in un momento socialmente difficile, in cui l’uno per cento della popolazione mondiale detiene una ricchezza pari a quella del restante 99%.

E per stare al passo tocca piegarsi alle loro regole e cercare di entrare in ogni modo in quel cerchio dorato. Siamo servi della gleba che si affannano per sopravvivere con le briciole che il Sistema lascia cadere dall’alto dei suoi tavoli.

Si può scherzarci sopra, se ne può ricavare un noir o una commedia macabra. Il potente di turno tanto se la ride e va avanti a dispetto di qualunque satira, di qualunque denuncia. Forse perché sa che è tutta solo invidia e chiunque, arrivando ad occupare la sua posizione, poi si comporterà nello stesso modo.


Pubblicato da Giuliana Molteni

Vado al cinema dalla metà degli anni ’50 e non ho mai smesso. Poi sono arrivate le serie tv.