Bad Boys 4 – Recensione

Con Bad Boys Ride or Die tornano i due “cattivi ragazzi” per le strade di Miami, trent’anni dopo il loro esordio, con un format però datato.

Stessa spiaggia, stesso mare. A quasi 30 anni dal primo capitolo della serie di film, tornano i “cattivi ragazzi” inventati nel 1995 da George Gallo quanto a scrittura, ma da Michael Bay quanto ad estetica. Che aveva diretto anche il secondo film del 2003 e poi ogni volta si è concesso solo un civettuolo cameo.

Siamo sempre nell’abbagliante Miami, con i suoi chilometri di spiaggia, con le pupe calienti, le auto stratosferiche, trafficanti d’armi e fiumi di droga dal Sud America.

Nel corso dei tre film precedenti abbiamo incontrato Mike e Marcus, la solita coppia di “cops” derivativa da quella storica di Arma letale, due poliziotti esagerati come la città in cui scorrazzano, il giovane Mike irruento e incosciente, incapace di dare sostanza a una vita tutta votata al rischio, e il più maturo e pantofolaio Marcus, legato a moglie e figli.

Li ritroviamo cambiati ma non troppo, Mike è meno hungry, ma sempre parecchio foolish, mentre Marcus, pure diventato nonno, ha messo su molti più chili dell’amico, cosa che indurrebbe alla sedentarietà.

Will Smith Martin Lawrence

Una coppia di inseparabili.

Mike invece ama ancora sgommare selvaggiamente sulle strade di Miami, su Ferrari o Porsche fa lo stesso, sempre vestito in modo leggermente chiassoso. Ma si sa che gli estremi si toccano, come in ogni “strana coppia” che si rispetti.

E qui si parla di un film che è buddy movie per eccellenza, genere che nella commedia d’azione ha dato tante soddisfazioni, da 48 ore a Rush Hour, da Hot Fuzz a The Other Guys (I poliziotti di riserva), da Tango & Cash alla “costola” di Fast & Furious, Hobbs & Shaw, senza dimenticare il nostrano Altrimenti ci arrabbiamo.

I più originali sono stati Kiss Kiss Bang Bang e Nice Guys, imparentati dal fatto di essere entrambi scritti da Shane Black (questo solo per citare i titoli più recenti). A interrompere le loro innocenti scaramucce verbali, centrate su polemiche relative a età e a conseguenti way of life, sono sempre arrivati criminali efferatissimi, che richiedevano risposte adeguate.

Will Smith Martin Lawrence

Scambi di battute nei momenti meno opportuni.

Intorno a loro un gruppetto di personaggi all’interno del Dipartimento di Polizia, qualcuno è rimasto, qualcuno se ne è andato e non pacificamente, di innamorate, che sono andate e venute, una è rimasta, mentre i bimbi di Marcus crescevano.

Si è cercato infatti di formare una specie di “famiglia” intorno ai due amici, dichiarando esplicitamente un riferimento alla saga Fast & Furious, come era annunciato nelle scene sui titoli di coda del terzo capitolo.

I film raccontavano storie di droga, in generale, di traffici di ogni genere, tutti gestiti da gentaglia davvero feroce, il che ha implicato ammazzamenti sanguinosi, sparatorie devastanti, risse epocali. Tutto questo e niente di più torna in Bad Boys: Ride or Die, distribuito da Eagle Pictures, quarto capitolo per il quale non ci sembra ci fossero folle di fan schiamazzanti.

Will Smith Martin Lawrence

La coppia in azione, quando è necessario.

Ma il film è arrivato e ci mostra Mike accasato felicemente, ma interiormente danneggiato dalla morte dell’amato capo il Capitano Howard, mentre Marcus rischia la pelle per la sua incapacità a sottrarsi alle tentazioni gastronomiche. Un nuovo cattivo però arriva in città e Mike dovrà ricorrere al figlio Armando, che è ancora in galera, dove lo avevamo lasciato alla fine del terzo film.

Un rapporto tutto da ricucire e un finale aperto rende probabile un sequel. Il villain di turno è Eric Dane, assai in forma, circondato da biechi scagnozzi, mentre a supportare i nostri due eroi ci sono alcuni poliziotti rimasti fedeli, nonostante le assurde accuse che la solita odiosa FBI muove loro.

Poi c’è anche la politica corrotta, e come dubitarne. La mano dello storico produttore Jerry Bruckheimer ormai è di routine, mentre anni fa ha fatto la differenza. A dirigere troviamo di nuovo la coppia di registi belgi Adil El Arbi e Bilall Fallah, già responsabili del terzo film, gente che sa il proprio mestiere, ma qui si esagera in frenesia nella scena d’azione e nelle riprese in soggettiva da videogame.

Martin Lawrence

Anche i più pacifici si arrabbiano.

A scrivere sono di nuovo George Gallo, creatore dei personaggi, Chris Bremner e Will Bell (Aquaman, Gangster Quad, Training Days). Riecheggia il tema musicale originale di Mark Mancina nella rivisitazione di Lorne Balfe e non azzardatevi a non sapere le parole giuste della canzone originale Bad Boys degli Inner Circle (testo di Bob Marley), “manifesto” dei due (e qui si patisce molto con il doppiaggio).

Mai si è cercato sostanza concettuale o coinvolgimento emotivo in questa serie di film, bastavano droga, corruzione e violenza, botte, sparatorie, inseguimenti in auto per la parte action e le frizioni fra i due protagonisti, che generavano una serie di duetti pseudo-comici il cui livello però è drammaticamente peggiorato.

Per cui Bad Boys 4 si regge sul versante d’azione, pur molto “di maniera”, ma crolla negli imbarazzanti scambi di debolissime battute fra Smith e Lawrence. La trama, aggiornata ai nostri giorni solo da una dose maggiore di tecnologia impiegata nelle indagini, nelle azioni con i droni, inserisce anche il tema del PTSD che provoca a Mike degli attacchi di panico, nei momenti meno opportuni.

Will Smith Martin Lawrence

Trent’anni fa, e si nota…

Ma è poca cosa. Possibile che dopo quasi 30 anni per un divo come Will Smith (anche se appannato da varie disavventure) non si riesca a trovare un copione originale, ma si debba riesumare un format stanco, in cui il partner di avventure è invecchiato peggio di lui, in cui si ripropongono ritmicamente gli stessi meccanismi, quando ormai nel corso di questi anni la commedia d’azione ha subito un innalzamento di livello stratosferico?

Evidentemente la creatività latita e si pensa che sia meglio battere strade ben conosciute, anche se sono passati tanti, troppi anni dal primo film. E bisognerebbe anche cominciare a decidere a che età da Bad Boy si diventa Bad Man. Ma questo passaggio è annosa e irrisolta questione per quasi tutto il genere umano.

Scheda tecnica:

Regia: Adil El Arbi, Bilall Fallah

Cast: Will Smith, Martin Lawrence, Vanessa Hudgens, Alexander Ludwig, Paola Nunez, Eric Dane, Ioan Gruffud, Joe Pantoliano, Tasha Smith, Jacob Scipio, Rhea Seehorn

Distribuzione: Eagle Pictures

Genere: azione, avventura, commedia

Pubblicato da Giuliana Molteni

Vado al cinema dalla metà degli anni ’50 e non ho mai smesso. Poi sono arrivate le serie tv.