Il film Anora ci ricorda spiritosamente, ma anche con un po’ di malinconia, che la storia di Cenerentola è proprio una favola.
Cosa avrebbe fatto il Principe se la sua reale famiglia si fosse messa con decisione di traverso, quando lui aveva deciso di sposare Cenerentola? Richard Gere sarebbe tornato a prendere la sua Pretty Woman se questo avesse provocato un crollo in borsa?
Siamo a NY, Ani (vero nome Anora), ragazza poco più che ventenne, si dà molto da fare per portare a casa più soldi possibile. Lei fa la “ballerina artistica” e nel locale dove lavora non si perde un cliente, non tralascia niente per rastrellare ogni incasso, ogni mancia.
Poco importa che poi torni a dormire nella misera casa della sorella scorbutica, con il treno della sopraelevata che le sfiora la cameretta. Lei è una delle mille, diecimila, centomila, dei milioni di ragazzette che vivono facendo finta che il mestiere più antico del mondo sia anche il più bello.
Un giorno, visto che sa un po’ di russo per via delle sue origini, la mandano al tavolo di Ivan, un ragazzo con i soldi che traboccano dalle tasche e che ama spenderli. Lui è carino, innocuo, allegro, vuole solo bere, drogarsi, fare sesso, stare in giro con i suoi amichetti americani, che sono gente comune, conosciuta nei locali.
Quando la vita sembra un party senza fine.
Tutto all’insegna del lusso più sfrenato perché tanto i conti li paga papà oligarca, che gli ha concesso una lunga vacanza all’estero (probabilmente per liberarsi di lui). Va tutto bene finché Ivan se la spassa e basta, nella sua villona spettacolare alle porte della città.
Ma un giorno mette tutti sul suo jet per fare una settimana ancora più sfrenata a Las Vegas. E si sa quello che può succedere là, può succedere che sull’onda dell’esaltazione ci si sposi. Ma la notizia non resta a Las Vegas e vola oltreoceano, scatenando le ire della famiglia russa.
Che manda alla villa i “tutori” americani del ragazzo, due adulti armeni e un più giovane aiutante, un gradino sopra i soliti gorilla, per rimettere le cose a posto. E lì, per tutti, cominciano i veri problemi.
Una delle cose più classiche che possono succedere a Las Vegas.
Splendida selezione di canzoni, a fare da colonna sonora. Assai bel scelto il cast, con la giovane Mikey Madison vista nello Scream del 2022, nella serie tv Better Things e anche in C’era una volta… a Hollywood.
Faccia e presenza giusta quella di Mark Eidelshtein, un Ivan che riesce a non essere solo detestabile, ottimo Yura Borisov, già notato in Scompartimento n.6 (il “manovale” dei guardiani del ragazzo). Travolgente la coppia di “tutori/gorilla”, composta da Vache Tovmasyan e Karren Karagulian, per i quali si finisce per tifare.
Scrive, co-produce ,si occupa del montaggio e dirige Sean Baker, dopo due film diversamente interessanti, Tangerine e il toccante Un sogno chiamato Florida. Anora (distribuito da Universal) al contrario è un film divertente, magari con una riflessione un po’ moralistica, ma spassoso fino a un certo punto, diretto a un mercato più vasto e anche più commerciale dei due precedenti.
Una delle cose più classiche che possono succedere dopo Las Vegas.
E la sua originalità consiste proprio in questo approccio, l’agitarsi frenetico dei sottoposti, i diversi comportamenti di Ani e di Ivan. Dal momento che si forma questo nuovo gruppo, morfologicamente assai vario, il film cambia registro e diventa una esilarante commedia grottesca, dalla storia quasi romantica che sembrava essere diventata, con i due quasi avviati a una “normale” convivenza, dopo gli eccessi precedenti.
Poi però le cose cambieranno nuovamente (il film dura 139 minuti e qualcosa qua e là si poteva sforbiciare), perché il film Anora è idealmente diviso in tre parti, prima la frenesia del divertimento, di sesso, soldi, sballo e droga.
Poi la parte dell’inseguimento, dove la frenesia è quella della caccia al ragazzo, sotto la minaccia di scontentare la Famiglia (i soliti temibili miliardari russi, che ben conosciamo da tanti film d’azione stile John Wick), con situazioni di tarantiniana comicità, anche se la sensazione che potrebbe scapparci un morto è sempre incombente.
Alla fine tutto sembra fermarsi, cala una specie di silenzio rotto da uno lungo scambio di battute, che portano all’amaro finale. Perché alla fine Anora è una storia di domanda e di offerta, una storia di capitalismo, dove pecunia non olet, per nessuno, ma dove non si può anche pretendere (sperare) che qualcuno abbia sentimenti. E se li ha, peggio per lui.
Scheda tecnica:
Regia: Sean Baker
Cast: Mikey Madison, Mark Eidelshtein, Yura Borisov, Vache Tovmasyan, Karren Karagulian
Distribuzione: Universal Pictures
Genere: drammatico, commedia